L’emicrania è uno dei mal di testa più conosciuti e diffusi: colpisce il 12% della popolazione adulta, specialmente quella di età compresa fra i 25 e i 55 anni. La dieta è uno dei fattori che possono influire sulla comparsa delle crisi dolorose. Ecco perché è bene sapere quali cibi aiutano e quali, invece, agiscono da “nemici”.
Che cos’è l’emicrania
L’emicrania è un tipo di mal di testa caratterizzato da un dolore intenso, di natura pulsante, che generalmente coinvolge un solo lato della testa. Inizialmente l’attacco riguarda solo la zona frontale, poi le “pulsazioni” si intensificano e arrivano a interessare anche l’intera fronte e la tempia. Nel corso della crisi possono comparire altri sintomi, come nausea, vomito, fastidio alla luce, ai suoni e ai rumori, brividi e pallore. L’attacco emicranico può durare alcune ore o, nei casi più seri, qualche giorno (fino a tre giorni). In una piccola percentuale di casi, da 10 a 30 minuti prima della crisi o in concomitanza con la stessa, si manifesta la cosiddetta “aura”, cioè una serie di sintomi reversibili di tipo neurologico, come abbagliamenti, flash scintillanti, oscuramento o annebbiamento del campo visivo.
Le cause non sono ancora note
Le cause dell’emicrania non sono del tutto chiare. Secondo molti esperti dipende da un disturbo neurovascolare: in pratica, è probabile che durante l’attacco emicranico si verifichi prima un restringimento e poi una dilatazione del calibro dei vasi arteriosi in particolari aree cerebrali. Le sostanze chimiche rilasciate durante queste variazioni irriterebbero le terminazioni nervose locali, scatenando lo stimolo doloroso. Contemporaneamente, è probabile che compaia un mal funzionamento della zona del cervello che ha il compito di controllare il dolore.
Il ruolo della dieta
La dieta è considerata uno dei fattori di rischio dell’emicrania. In effetti, in alcuni casi la crisi compare dopo l’ingestione di un determinato cibo, verso cui la persona è particolarmente suscettibile oppure che contiene sostanze in grado di innescare i meccanismi del dolore emicranico (come i salumi, che apportano nitrati). A causare con maggiore frequenza emicrania, sono: formaggi (in particolare, brie, emmental, mozzarella, parmigiano, provolone), carne affumicata, prosciutto invecchiato, carne in scatola, selvaggina, salsiccia, salame, fegato di pollo, aringhe in salamoia, pesce affumicato, fagioli, piselli, crauti, cipolle, olive, patate, fave, susine, fichi, uva passa, avocado, noci, banane mature, cioccolato, pane lievitato caldo, birra, vino, soprattutto rosso, superalcolici. Occorre tenere presente, però, che non tutti reagiscono allo stesso modo, per cui quello che può essere ben tollerato da un individuo può dare fastidio a un altro.
Sì a tenere un diario
Dato che le reazioni ai diversi cibi sono strettamente personali, è importante che ciascuno individui quali alimenti, nel suo caso, possono scatenare l’emicrania e ne limiti il più possibile il consumo. Ecco perché è molto utile compilare un diario alimentare: in pratica, si consiglia di annotare, giorno per giorno, tutti i cibi introdotti e gli episodi di emicrania, descrivendone anche caratteristiche e modalità. In questo modo si può verificare se certi alimenti riescono a scatenare una crisi.
Gli altri consigli utili
- Evitare i cibi troppo freddi, come gelati o ghiaccioli. Infatti, possono sollecitare in maniera eccessiva le terminazioni nervose del palato, contribuendo alla comparsa di un dolore lancinante e improvviso. Se proprio non se ne può fare a meno, mangiarli lentamente.
- Non saltare i pasti: se si consumano pochi zuccheri si può andare incontro a una crisi ipoglicemica, che è in grado di scatenare l’emicrania.
- Fare una colazione completa: i cali di zuccheri compaiono soprattutto a metà mattina. L’ideale è abbinare caffè, tè o latte, biscotti, fette biscottate, magari con la marmellata e cereali.
- Prevedere due spuntini a base di frutta o yogurt a metà mattina e a metà pomeriggio.
- Ridurre il consumo di alcol: è un vasodilatatore.
- Attenzione al cioccolato, che contiene caffeina. Infatti, se si consumano oltre 200 mg di caffeina al giorno per più di due settimane (che equivale a 200 mg di cioccolato) e poi se ne sospende di colpo l’introduzione, può comparire una cefalea da astinenza, in cui il dolore è del tutto simile a quello dell’emicrania.