In passato ha colpito personaggi celebri, da Giulio Cesare ad Alessandro Magno, da Voltaire a Newton, da Darwin a Leonardo. Oggi molti la considerano una malattia dimenticata. Invece, la gotta non solo non è scomparsa, ma è addirittura in aumento. Colpa, soprattutto, dell’invecchiamento della popolazione, del cambiamento degli stili di vita e della larga diffusione di alcune classi di farmaci. Per sconfiggerla la migliore arma resta l’alimentazione. Ecco perché.
È una malattia del metabolismo
La gotta (detta in termini medici artropatia gottosa) è una malattia del metabolismo che si associa a iperuricemia, ossia livelli elevati nel sangue di acido urico, il prodotto finale del metabolismo delle purine, parti di proteine. Si considerano elevati valori superiori a 7 milligrammi per decilitro negli uomini e a 6 nelle donne. Nel tempo, l’iperuricemia può evolvere in un deposito sotto forma di cristalli dell’acido urico in vari distretti e tessuti. Nel caso dell’artropatia gottosa, il deposito comporta un’intensa reazione infiammatoria a livello delle articolazioni. La malattia esordisce generalmente tra i 30 e i 50 anni e colpisce soprattutto il sesso maschile, anche se nelle donne si manifesta in forma più severa.
Le cause della gotta
La gotta può essere causata da alterazioni del metabolismo oppure da altre malattie associate, come obesità, ipertensione, insufficienza renale e diabete. Anche l’impiego di alcuni farmaci, come l’acido acetilsalicilico a basso dosaggio per la cura di problemi cardiaci oppure di diuretici per il trattamento della pressione alta, può provocare la malattia. Un ruolo importante è ricoperto poi dell’alimentazione. Infatti, è vero che la dieta non è direttamente responsabile della comparsa della gotta, ma gioca comunque un ruolo importante in questa malattia. Innanzitutto, perché un’alimentazione scorretta può facilitare la comparsa delle malattie che aumentano il rischio di gotta, come obesità, ipertensione e diabete. In secondo luogo perché il consumo dei cibi ricchi di purine può contribuire a innalzare i livelli di acido urico nel sangue.
Causa un dolore acuto e improvviso
Nelle prime fasi, la gotta si manifesta con un’artropatia acuta: improvvisamente, spesso di notte, la persona avverte un dolore potente a un’articolazione, quasi sempre l’articolazione metatarso-falangea del primo dito del piede, che collega il dito al resto del piede (in termini tecnici si parla di podagra). Il dolore può essere accompagnato da gonfiore e calore e anche da febbre. L’episodio acuto si risolve rapidamente (nel giro di qualche giorno), ma nel tempo si ripresenta con una frequenza sempre maggiore, riducendo in modo progressivo gli intervalli liberi da malattia. Alla fine, se non si interviene in modo adeguato, si sviluppa una gotta cronica, in cui è sempre presente un’infiammazione di base.
Come sconfiggere la gotta a tavola
Visto che la dieta gioca un ruolo chiave nello sviluppo della malattia è importante che le persone a rischio di gotta adottino alcune precauzioni. Ecco le principali:
- ridurre il consumo dei grassi animali (burro, lardo e salse), perché favoriscono l’aumento di peso;
- eliminare gli alcolici, in particolare la birra, perché riducono l’eliminazione renale di acido urico. Un bicchiere di vino al giorno è invece concesso;
- limitare gli insaccati, la carne, in particolare quella proveniente da organi (fegato, cervella, reni), e il pesce, soprattutto acciughe, aringhe, sgombro e frutti di mare: sono cibi ad alto contenuto di purine;
- aumentare il consumo di acqua e spremute, che facilitano l’eliminazione dell’acido urico;
- studi recenti hanno mostrato un rischio aumentato di sviluppare la gotta nei soggetti che consumano elevate quantità di bevande contenenti fruttosio, mentre il latte e i suoi derivati a basso contenuto di grasso sembrano esercitare un effetto protettivo;
- assumere vitamina C, anche attraverso gli integratori, dal momento che induce iperuricuria, con riduzione dunque del livello di acido urico.