Quando parliamo di olio dobbiamo sempre tenere in considerazione il fatto che stiamo parlando di sostanze grasse ricavate da fonti vegetali, ne sono un esempio classico l’olio d’oliva, l’olio di mais, l’olio di semi di girasole e molti altri.
La loro caratteristica è quella di rimanere allo stato liquido a temperatura ambiente, a differenza dei grassi animali come lo strutto, il lardo e il burro che a temperature ambiente rimangono allo stato solido.
In entrambi i casi, l’apporto calorico non cambia ed è pari a 900 kcal su 100 g.
Riguardo all’olio extra vergine d’oliva ormai c’è poco da dire: sappiamo che le proprietà benefiche di quest’olio sono davvero molte come l’effetto antiossidante e antinfiammatorio.
Anche per l’olio di semi di girasole riceviamo molte informazioni riguardo agli effetti benefici ma perlopiù fornite dai produttori o dalla grande distribuzione organizzata che ne valorizza i pregi celando spesso i difetti.
Ultimamente l’industria sta cercando di migliorare le qualità di quest’olio rendendolo quanto più simile all’olio di oliva aggiungendo acido oleico e altri estratti in cui il girasole è carente (da qui gli spot riguardanti l’olio di semi di girasole alto oleico) ma si tratta sempre di lavorazioni industriali.
Analizziamo più nel dettaglio la situazione.
Quali sono i pregi dell’olio di semi di girasole?
È sicuramente un olio dal basso contenuto di grassi saturi e contiene al contrario molti grassi polinsaturi come gli omega 3 e gli omega 6, essenziali per il nostro organismo.
100 g di olio di girasole apportano:
- 11,24 g di grassi saturi
- 33,37 g di grassi monoinsaturi, fra cui 32,91 g di acido oleico
- 50,22 g di grassi polinsaturi, fra cui 49,89 g di acido linoleico e 0,33 g di acido alfa-linolenico
È, inoltre, ricco di vitamina E considerata un antinfiammatorio naturale e quindi capace di contrastare la formazione dei radicali liberi, combattere lo stress ossidativi e donare lunga vita alle cellule aiutando a prevenire malattie infiammatorie, neurodegenerative e neoplastiche.
Olio di semi di girasole: quello che non si dice
Oltre a contenere un’eccessiva quantità di acidi grassi omega 6, che se assunti in eccesso dall’uomo possono risultare dannosi per la salute, l’olio di semi di girasole ha il difetto di ossidarsi molto più facilmente con l’esposizione all’aria, alle alte temperature e all’interno dell’organismo.
Il difetto più importante però, che compromette i numerosi pregi dell’olio di semi di girasole, è il processo con cui avviene l’estrazione.
Al contrario dell’olio di oliva, in cui il prodotto si ottiene esclusivamente attraverso una spremitura meccanica a freddo in tutti gli oli di semi, per poter ottenere l’estrazione dell’olio di semi di girasole è necessario l’impiego di additivi chimici e solventi senza i quali sarebbe impossibile o quasi ottenere l’olio.
Purtroppo, anche se successivamente, l’olio viene sottoposto a raffinazione e filtraggio, tracce di questi solventi rimangono presenti nel prodotto tanto che, per smascherare le frodi alimentari riguardanti l’olio extra vergine d’oliva addizionato con oli di semi, i laboratori individuano proprio la presenza di questi solventi che nell’olio di oliva non sono assolutamente presenti.
Che effetti hanno sulla salute i solventi impiegati per l’oleificazione da semi di girasole?
Si tratta di idrocarburi come l’esano che rimangono presenti in piccole tracce, di conseguenza un’assunzione occasionale non causa nessun problema, nel caso di impiego quotidiano in cucina di olio di semi di girasole, i solventi potrebbero dare tossicità per accumulo.
Come fare?
Due sono le soluzioni. In commercio si trova prevalentemente olio di semi di girasole estratto chimicamente attraverso l’impiego dei solventi, ma è oggi possibile trovare anche olio ottenuto con estrazione meccanica a freddo senza impiego di solventi, è sufficiente leggere attentamente l’etichetta.
La seconda opzione è quella di preferire l’olio extra vergine d’oliva che garantisce gli stessi benefici avendo però di contro il prezzo decisamente più elevato.
Olio di girasole: classico vs alto oleico
Una delle caratteristiche degli oli di semi in generale è quella di contenere prevalentemente grassi polinsaturi, cioè dei grassi facilmente deperibili che vanno maggiormente in contro a ossidazione. Tra questi c’è anche l’olio di semi di girasole.
Infatti, l’olio di girasole classico è sconsigliato sia per le fritture che per le cotture ad alte temperature (anche in forno).
Questo perché ha un punto di fumo più basso (cioè la temperatura massima raggiungibile prima che inizi a bruciare creando fumi tossici) rispetto ad altri oli. Quindi, a temperature più basse sviluppa sostanze cancerogene in tempi più brevi rispetto ad altri oli.
Per questo motivo, dunque, in commercio si trova da diverso tempo un diverso olio di girasole: quello alto oleico.
Questa dicitura viene specificata sull’etichetta perché normalmente l’acido alto oleico è piuttosto basso nell’olio di girasole.
Questo acido è quello maggiormente presente nell’olio d’oliva e appartiene ai grassi monoinsaturi.
A differenza invece, dell’olio di girasole (il classico), dove l’acido grasso maggiormente rappresentato è l’acido linoleico, grasso polinsaturo.
Quindi, l’olio di girasole alto oleico assomiglia più all’olio d’oliva, per composizione di acidi grassi, che non all’olio di girasole vero, e proprio e per questo sarebbe da preferire.
Per ottenere l’olio alto oleico però, il contenuto di grassi viene modificato per aumentare quelli monoinsaturi a sfavore di quelli polinsaturi.
Infatti, il problema principale è che l’olio di semi di girasole, per legge, deve subire dei processi chimici di raffinazione che annullano quasi totalmente il potere antiossidante.
Di conseguenza, l’olio di girasole alto oleico non sarò un alimento ricco di nutrienti come lo è per esempio l’olio extravergine d’oliva.
Info utili
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