Borse artistiche sono pezzi unici: arte e design per star bene

Borse artistiche sono pezzi unici: arte e design per star bene

Borse artistiche sono pezzi unici: a chi giova?

“Una cosa bella è una gioia per sempre:

Si accresce il suo fascino e mai nel nulla
Si perderà; sempre per noi sarà
Rifugio quieto e sonno pieno di sogni
Dolci, e tranquillo respiro e salvezza”.

dal poema Endimione di John Keats (Londra, 31 ottobre 1795 – Roma, 23 febbraio 1821)

Una cosa bella è una gioia sempiterna, come diceva John Keats. Vedere, toccare, possedere un oggetto che riteniamo bello è piacevole; accresce il nostro benessere. Per questa ragione, anche nell’ormai lontano diciannovesimo secolo, era costume di alcuni collezionare oggetti. Un uso che si perpetua, naturalmente, ancora oggi. Soprattutto quando un oggetto di uso comune si trasforma in oggetto d’arte.

Borse artistiche sono pezzi unici: i precedenti

Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973) ha lavorato l’argilla: anche vasi, piatti, piastrelle, boccali, scodelle, oggetti per la cucina. Nel 1913 poi, in luglio, a Londra nacque un’impresa di design innovativa. Un laboratorio artigianale, la cui attività fu interrotta dalla Prima guerra mondiale. Artisti realizzavano oggetti d’arredo, abiti, ceramiche, acquisendo in tal modo una fonte di reddito alternativa rispetto all’arte con la “A” maiuscola, nobilitando l’artigianato e creando una via ulteriore per l’oggetto godibile sul mercato “al minuto” che potesse definirsi artistico, acquisire questo blasone. Dedicato alle arti decorative, il laboratorio di Omega Workshop era sito al numero 33 di Fitzroy Square, nel quartiere di Bloomsbury.

Con il possesso dell’oggetto d’arte, anche allora si potenziava il benessere: del collezionista e di colui che lo utilizzava ogni giorno.

Borse artistiche sono pezzi unici: che cosa avviene oggi

Borse d’arte sono pezzi unici: arte e design per star beneUna prassi destinata a passare di moda e a non proporsi mai più? Non proprio. Ai giorni nostri, a Milano, si segue il nuovo trend del mercato del lusso: ricercare l’unicità, prendere per la coda la cometa dell’esclusività. Demanumea, da oltre tre anni, progetta, crea e produce borse e accessori in esemplari unici: vere e proprie opere d’arte. Si tratta dipinti, sculture e gioielli su pelle, e non di prodotti stampati. Una borsa è un accessorio che ci accompagna nel corso di tutta la giornata; lasciata in un angolo a essa dedicata dell’appartamento quotidiano, ingentilisce le nostre ore libere e allieta lo sguardo. Posta in luce, può diventare un oggetto di arredo.

Borse artistiche come pezzi unici: artisti al lavoro

Borse artistiche sono pezzi unici: arte e design per star beneMa chi realizza questi oggetti d’arte? Pittori, scultori, incisori, orafi formano stimolanti team di giovani artisti. Fino alla creazione di un capolavoro: autentico, eccentrico e contemporaneo.

Una prassi osservabile ovunque? Non sempre. Sono più numerosi i brand del lusso che propongono edizioni limitate di borse che si fregiano di stampe di artisti. Non si tratta, tuttavia, di oggetti unici. In questo caso, invece, ogni accessorio è a sé: la borsa si determina come “unique bag”, borsa d’autore. In tal modo, di nuovo, come a Bloomsbury, arte e design si contaminano. Oggetti di uso comune incontrano il mercato come opere d’arte e come tali chiedono di essere presi in considerazione.

Borse artistiche sono pezzi unici: come negli anni Ottanta, uno status symbol

Questo è il risultato che si vuol ottenere: indossando o semplicemente possedendo oggetti unici il soggetto acquisisce uno status symbol, si fa unico egli stesso. “Status symbol”: un’espressione non confinata agli anni Ottanta.  Grazie all’oggetto d’arte, infatti, l’autostima si potenzia di conseguenza. Ogni oggetto unico, poi, diventa parte di una collezione in continua evoluzione, con modelli sempre nuovi. I modelli sempre nuovi, dipinti a mano, permettono anche al soggetto che li compra di arricchirsi, rinnovarsi di conseguenza. Si spezza in tal modo la logica della produzione in serie, dell’industria, in favore della singolarità. Una singolarità contagiosa: perché una borsa d’arte fa anche di chi la porta con sé un oggetto d’arte che si muove. Ecco un’idea per una strenna.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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