Anziani d’estate: il momento critico si supera grazie alle donne
Nove operatori socio assistenziali su dieci sono donne, ed è anche vero che in 9 casi su 10 le famiglie richiedono esplicitamente una figura femminile. E, specie d’estate, nella maggior parte dei casi sono proprio le operatrici donne a sollevare le famiglie dall’impegno dei familiari anziani.
Anziani d’estate e non solo
Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, su 60 milioni 579 mila residenti, il 22% della popolazione è over 65.
L’Italia non è proprio un Paese per giovani e la natalità continua a calare. Nel 2015, il numero delle nascite ha toccato i 486 mila, ma, nel 2016, è sceso a 474 mila. Sempre un maggior numero di famiglie hanno bisogno di assumere una figura competente che si occupi di assistere i propri familiari anziani. In molti si affidano a strutture private che offrano loro la garanzia di servizi professionali.
In Italia, sono quasi unicamente le donne quelle che prestano assistenza agli anziani. Perché?
“I motivi vanno dalla situazione di minore imbarazzo che si crea quando è la donna a prestare il servizio, poiché la si associa tipicamente al concetto di cura così come a quello della maternità, alla necessità di non risvegliare alcuni istinti che spesso negli uomini, anche molto anziani, non sono del tutto sopiti”, spiega, fra il serio e il faceto Francesco Lorenti, CEO e fondatore della rete Progetto Famiglia Network.
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Seppur queste motivazioni possano essere condivise da molti, bisognerebbe anche rendersi conto che la richiesta odierna di assistenza agli anziani è in continuo aumento. Per questo, è opportuno far riflettere anche coloro che, a priori, sostengono che un uomo non sia in grado di occuparsi di una persona in difficoltà al pari di una donna.
Il ritratto “ideale” di un’operatrice socio assistenziale è quello di una donna fra i 40 e i 45 anni, che ha già affrontato, in famiglia, esperienze simili a quelle della sua scelta professionale, magari occupandosi dei propri genitori. Nella maggior parte dei casi è disponibile, ha una buona capacità di ascolto, doti di empatia e una certa stabilità individuale.
Anziani d’estate: badare è una professione per moltissimi italiani
Sempre più italiani si stanno cimentando in questo tipo di professione. Come riportato dai dati dell’Osservatorio Inps, il 42.4% dei lavoratori del 2015 faceva il o la badante.
La conoscenza di questo settore, unitamente alla volontà di intraprendere questo genere di lavoro, permetterebbe anche a molti uomini o a giovani senza lavoro di fare qualcosa che renda economicamente e che al contempo permetta di ‘fare del bene’. Inoltre, vi è un’altissima richiesta di operatori soci assistenziali, per cui è praticamente impossibile rimanere senza lavoro. Nel periodo estivo e nelle festività natalizie, la domanda supera l’offerta di oltre il 20%.