Alimentazione: siamo quello che mangiamo. I corpo in buona salute è un corpo in equilibrio. Al fine di ottenere ciò, la dieta può essere d’aiuto, al fine di muovere contro l’infiammazione. Se ci si autodetermina, dosando sapientemente i nutrienti, si può raggiungere uno stato di benessere ottimale. Quando si parla di alimentazione, non si deve dimenticare il digiuno, che può essere una salutare pausa dal cibo, se non se ne abusa.
“L’alimentazione – e, a volte, il digiuno – è la chiave per risolvere il problema dell’infiammazione per svariate ragioni. Innanzitutto ci permette di fornire all’organismo tutta una serie di nutrienti che possono aiutare a tenere sotto controllo la condizione (vitamine C e B6, selenio, rame, antiossidanti, fitochimici)”. In secondo luogo ci aiuta a regolare la quantità e la qualità dei grassi che ingeriamo e, di conseguenza, a controllare la sintesi delle prostaglandine, che sono mediatori dei processi derivanti dalle infiammazioni (un processo molto importante per tenere a bada tutti i sintomi che terminano con il suffisso “-ite”).
Alimentazione: ingredienti da eliminare
L’alimentazione permette di agire direttamente sulla causa reale del problema. E’ possibile “eliminare gli ingredienti che causano intolleranza alimentare, evitare la sovralimentazione ed escludere dalla dieta additivi tossici e alimenti difficili da digerire”. Intolleranze alimentari: proprio il male del nostro secolo, come se l’organismo non potesse più essere nutrito convenientemente dal pianeta Terra.
Come modulare, dunque, i nutrienti, al fine di combattere l’infiammazione? Lo si può vedere dal punto di vista di chi prepara il cibo, come nel libro di Santi Àvalos, chef esperto di alimentazione naturale, vegetariana e vegana, che ha lavorato in diversi ristoranti e ha insegnato alla scuola alberghiera internazionale di Copenaghen; tiene seminari di cucina e collabora con riviste specializzate. Il testo, dal costo di dodici euro, per i tipi della red!, si chiama La dieta antinfiammatoria ed è un programma per sgonfiarsi, contrastare, appunto, dolori e disturbi e rafforzare il sistema immunitario.
Alimentazione biologica per star bene
E’ importante seguire la dieta più biologica possibile. Con questa precauzione, si eliminano dall’alimentazione moltissime sostanze chimiche irritanti: parliamo di ormoni, pesticidi e residui antibiotici.
“Il nostro sistema difensivo dispone di una capacità di risposta limitata rispetto ai fattori irritanti (tossine, virus, metalli pesanti)”, e “tale capacità dipende dall’energia vitale dell’individuo”. “Ogni fattore irritante tende ad accumularsi e a sommarsi agli altri fino a raggiungere una determinata soglia. A partire da tale momento critico, l’organismo non è più in grado di ristabilire l’ordine e si manifesta la malattia”. Ragionando su questi fattori, si spazia oltre la medicina tradizionale e accademica. L’intento è “facilitare la diffusione delle informazioni e presentare alternative, oggi disponibili, che permettano al lettore di valutare il proprio stato di salute e, in caso di disturbi, stabilire un dialogo consapevole con il proprio medico o specialista”.
Alimentazione ed energia
Sembra che l’essere umano, nel dominare il proprio habitat, finisca per esserne dominato, sviluppando sintomi negativi legati a determinati cibi. Che cosa si richiede, dunque, per il nostro corpo? Esso deve avere a disposizione “una maggior quantità di energia per affrontare fattori che risultano più difficili da evitare, come per esempio l’inquinamento o lo stress psicologico. Inoltre, il consumo di alimenti freschi, vivi e ricchi di nutrienti ci fornisce a sua volta l’energia per incrementare la vitalità del nostro organismo e migliorarne la capacità di reagire all’infiammazione”. Come si arriva a ciò? Applicando “trattamenti naturali e olistici che mirano a regolare le funzioni generali di pulizia e ricostruzione dell’organismo con l’intenzione di riportare tutto il sistema a uno stato ordinato, che permetta lo svolgimento ottimale delle funzioni vitali”.
Dieta antinfiammatoria: comportarsi come un giardiniere
Non si tratta di “trattare i sintomi soffocandoli” oppure “concentrarsi esclusivamente sul funzionamento di un singolo organo”. L’idea è “comportarsi come un giardiniere, che cerca di creare le giuste
condizioni di luce, terreno e umidità per creare un ambiente propizio che faciliti lo sviluppo della natura in tutto il suo splendore e tutta la sua vitalità”.
L’intento, come appare chiaro, è prevenire e ridurre l’infiammazione, “ma anche raggiungere un grado di benessere e vitalità che va ben oltre la mera assenza di sintomi”. In tal modo si facilita il transito intestinale, si migliora la circolazione sanguigna; si favorisce l’eliminazione delle tossine. Leggera e alcalinizzante, la dieta stimola il sistema immunitario e migliora il rendimento di molti organi importanti, come fegato e reni.
Alimentazione antinfiammatoria: qualche dato in più
Che fare, dunque, per combattere i problemi legati all’infiammazione? Una dieta alimentare calibrata può tener conto del carattere acido o basico dei singoli alimenti. E’ un aiuto per comprendere quali cibi non possono mancare e quali sono invece da evitare; spiega in modo chiaro il ruolo di proteine, grassi, carboidrati, fibre, vitamine, minerali e altri nutrienti, in modo da preparare piatti energizzanti e gustosi a base di cibi dalle proprietà antinfiammatorie. Il libro contiene oltre settanta ricette.
In luogo dei cibi tradizionali compaiono alternative stuzzicanti come “hamburger di tofu”, “timballo di miglio con verdure al rosmarino”, “torta salata all’avena con bietole e funghi”.