Covid: scendono i nuovi casi e i decessi ma occhio al “liberi tutti”
Il monitoraggio Covid della fondazione Gimbe conferma, nella settimana 14-20 aprile, la riduzione di nuovi casi (-7,8%) e decessi (-17,5%).
Continua ad alleggerirsi la pressione sugli ospedali, ma rimangono sopra la soglia di saturazione 4 Regioni per l’area medica e 12 per le terapie intensive.
Per quanto riguarda le vaccinazioni: per raggiungere l’obiettivo Figliuolo mancano oltre 180 mila somministrazioni al giorno.
Decreto riaperture: atto coraggioso “sul filo del rasoio” per rilanciare attività produttive e placare tensioni sociali, ma se passa il messaggio del “liberi tutti” la stagione estiva è a rischio.
Oltre ai vaccini è necessario un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia.
Monitoraggio Covid
Il monitoraggio Covid rileva nella settimana 14-20 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (90.030 vs 106.326) e decessi (2.545 vs 3.083).
In calo anche i casi attualmente positivi (482.715 vs 519.220), le persone in isolamento domiciliare (456.309 vs 488.742), i ricoveri con sintomi (23.255 vs 26.952) e le terapie intensive (3.151 vs 3.526).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.545 (-17,5%)
- Terapia intensiva: -375 (-10,6%)
- Ricoverati con sintomi: -3.697 (-13,7%)
- Isolamento domiciliare: -32.433 (-6,6%)
- Nuovi casi: 98.030 (-7,8%)
- Casi attualmente positivi: -36.505 (-7%)
“La circolazione del virus nel nostro Paese rimane ancora sostenuta.
Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (n. 570.096), sono scesi a 482 mila.
Numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing & tracing”, dice Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe.
Il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni.
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“Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali.
Ma il numero di posti letto occupati dai pazienti Covid, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni”, dice Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe.
In dettaglio:
- Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337) e iniziato la discesa con una riduzione del 20,7% in 14 giorni. Tuttavia i numeri assoluti rimangono elevati (n. 23.255) e l’occupazione da parte dei pazienti Covid supera il 40% in 4 Regioni.
- Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni. Restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30%.
“Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 182 ingressi al giorno, seppure in diminuzione da un mese”, spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe.
Covid: vaccini
Forniture
Per quanto riguarda le forniture dei vaccini: al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) risultano consegnate 17.752.110 dosi, il 25,9% di quelle previste per il 1° semestre 2021.
“Nelle ultime due settimane sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi: numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del Piano Figliuolo”, precisa Cartabellotta.
Somministrazioni
Sotto il profilo delle somministrazioni: al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) il 18,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 11.240.182) e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose (n. 4.654.357), con notevoli differenze regionali.
Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane, al 20 aprile la media mobile a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno.
Oltre 180 mila in meno delle 500 mila previste dal Piano per metà aprile.
Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie definite nell’ordinanza del 9 aprile del Commissario Straordinario, a fronte di notevoli differenze regionali, l’analisi del dato nazionale rileva:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Soggetti fragili e loro caregiver: dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione che riporta 1.847.928 dosi somministrate. “Tuttavia non è possibile effettuare ulteriori analisi perché non sono disponibili: la suddivisione tra 1ae 2a dose, il numero totale dei soggetti fragili e loro caregiver e la loro distribuzione regionale”, dice Gili.
- Fascia 70-79 anni:degli oltre 5,9 milioni, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Covid: decreto riaperture
“Il Decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei Ministri è basato su un “rischio ragionato”.
È una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali.
Ma al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità del Governo per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali che affida ai cittadini una grande responsabilità.
Chiaramente, se le graduali riaperture saranno interpretate come un “liberi tutti”, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva”, conclude Cartabellotta.
Al fine di garantire l’irreversibilità delle riaperture, la Fondazione Gimbe esorta Governo e Regioni a elaborare una strategia esplicita e condivisa per arginare la verosimile risalita dei contagi.
E soprattutto, un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia.
Keypoints per un piano di uscita dalla pandemia
Dinamiche della pandemia e controllo della risalita della curva dei contagi
- Gli effetti di un’Italia rosso-arancione saranno visibili almeno sino a metà maggio: nelle prossime settimane i nuovi casi scenderanno ancora e si ridurrà la pressione sugli ospedali.
- Il progressivo ritorno al giallo e la riapertura delle scuole determineranno inevitabilmente una risalita dei contagi, solo parzialmente mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature che riduce l’effetto aerosol.
- È impossibile in tempi brevi ridurre l’incidenza settimanale dei nuovi casi al di sotto di 50 casi per 100.000 abitanti, soglia massima per riprendere un tracciamento efficace.
- La vaccinazione di over 70 e fragili avrà un impatto rilevante nei prossimi mesi su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus perché la copertura vaccinale della popolazione è ancora esigua.
Strategie di monitoraggio Covid
- Il sistema delle Regioni “a colori”, valido secondo il principio di proporzionalità delle misure, richiede un’adeguata revisione dopo quasi sei mesi di “sperimentazione” che ne ha rilevato numerosi limiti.
- Servono nuovi parametri nazionali per attuare tempestive chiusure locali ed evitare la diffusione del contagio, arginando così la necessità di restrizioni più estese e rigorose.
Mancati investimenti e adeguamenti
- Testing, Tracing & Treating (TTT): laboratori per processare tamponi molecolari, sistemi di tracciamento, app, isolamento monitorato dei positivi e loro contatti stretti, USCA.
- Scuole: sistematiche strategie di screening di massa a cadenza periodica, adeguamenti dei sistemi per il ricambio d’aria, nonostante la dimostrata trasmissione per aerosol del Sars-CoV-2.
- Trasporti locali: luoghi ad elevata probabilità di contagio, soprattutto nelle ore di punta e nelle percorrenze medio-lunghe.
- Smartwork: citato in tutti i provvedimenti come modalità di lavoro da prediligere ove possibile, non è mai stato incentivato tramite misure di sgravio fiscale.
- Controlli: molto intensi durante il primo lockdown, si sono progressivamente allentati.
Altro
Uniformare le norme sulla mobilità interregionale a quelle per i viaggi all’estero, sia per limitare i contagi di rientro, sia per non danneggiare il turismo nazionale.