Denatalità: Italia e Spagna ultime in Europa per nuove nascite
“La denatalità è un tema di emergenza, di urgenza per il Paese che va affrontato ora per evitare di permanere in quello che i demografi chiamano ‘inverno demografico‘, che colpisce l’Italia più che altri Paesi europei”, ha affermato la dottoressa Chiara Ferrari (Ipsos), durante la prima giornata di lavori del XXXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), che si è svolto al Palazzo degli Affari di Firenze.
“L’Italia è un Paese vecchio, è un Paese per i vecchi, dove le nascite continuano a calare. Questo ha un risvolto su tanti aspetti del vivere quotidiano, ma soprattutto sulla società. Andiamo verso un sistema non più sostenibile, dove ci saranno tre persone anziane per un adulto, quindi un sistema pensionistico che non si sostiene, un sistema scolastico che non si sostiene. Quindi gli italiani desiderano ancora fare figli? La risposta è sì. È sì tra le persone adulte in età feconda, ma è sì anche tra i ragazzi più giovani. Ce lo dice Istat, che ha sentito un campione di 11-19enni che nei loro piani hanno anche quello di fare famiglia“, ha proseguito l’esperta.
Sale da 26 a 29 anni l’età media delle neo mamme
“Preoccupano i dati del Rapporto Ocse ‘Society at a Glance 2024’, secondo i quali il Tasso di fecondità totale in Italia è il più basso, insieme a quello della Spagna, con 1,2 figli per donna nel 2023. È la conferma, purtroppo, che la denatalità resta un problema serio, che bisogna affrontare con politiche familiari costruttive e lungimiranti”, spiega Ermanno Greco, Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.).
Secondo l’Ocse, l’organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale con sede a Parigi, a incidere fortemente su questo calo è l’aumento dell’età in cui le madri hanno il primo figlio, passata da 26,5 anni nel 2000 a 29,5 nel 2022.
“È un problema attuale ma con conseguenze drammatiche per le generazioni future, che si troveranno a far fronte a un calo delle nascite sempre più evidente. Occorre intervenire tempestivamente, anche attraverso il sostegno a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), che oggi sono molto efficaci, soprattutto se associate alla diagnosi genetica preimpianto, cioè lo studio delle alterazioni cromosomiche e genetiche nell’embrione prima del trasferimento nell’utero materno”, osserva Greco.
Arriva in Italia, WeWard l’app che permette di guadagnare camminando
La app più scaricata in Francia subito dopo quella di tracciamento dei contatti Covid (TousAntiCovid), sbarca…La fecondazione in vitro può contrastare la denatalità?
Arriva in Italia, WeWard l’app che permette di guadagnare camminando
“Attualmente in Italia la fecondazione in vitro contribuisce al 3% circa delle nascite, vale a dire circa 11mila nati, mentre nel mondo sono nati più di 5 milioni di bambini. Le PMA sono passate da 90mila a 110mila, come emerge dalla Relazione al Parlamento sulla PMA 2023 sull’attuazione della Legge 40 del 2004″, prosegue il Presidente S.I.d.R.
“Nonostante il calo preoccupante delle nascite, la convenzione per i trattamenti di fecondazione in vitro nella maggior parte delle Regioni italiane non è ancora partita. Solo la Toscana e la Lombardia hanno strutture private convenzionate, nel resto d’Italia solo pubbliche e insufficienti per soddisfare le esigenze. Inoltre, riteniamo fondamentale che i risultati clinici dei vari centri siano accessibili alle coppie come in altri Paesi, per esempio l’Inghilterra. Penso che si debba dare la possibilità ai centri italiani di reclutare le donatrici per i programmi di ovodonazione, come avviene negli altri Paesi e ciò consentirebbe un maggiore accesso alla fecondazione eterologa (con gameti donati da individui esterni alla coppia), importantissima se consideriamo l’età media delle donne che si approcciano alla PMA”, conclude Greco.
Copertina Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/madre-che-porta-il-suo-bambino-755028/
Foto di Павел Сорокин: https://www.pexels.com/it-it/foto/chirurghi-che-eseguono-interventi-chirurgici-2324837/