Conservare DNA fetale per proteggere il futuro dei nostri figli

Conservare DNA fetale per proteggere il futuro dei nostri figli

Avete mai sentito parlare di DNA fetale?

Il cordone ombelicale è il mezzo di comunicazione attraverso il quale la madre e il futuro bimbo comunicano durante i 9 mesi di gravidanza. Tuttavia, potrebbe rappresentare un salvavita per i nostri figli anche a molti anni di distanza dalla loro nascita.

Infatti, contiene DNA puro e cellule staminali che, se opportunamente conservati, possono rivelarsi utili per analisi mediche e trapianti futuri.

La loro conservazione è possibile grazie alle biobanche, dei veri e propri centri per il ‘congelamento’ del biomateriale.

DNA fetale e cellule staminali: perchè sono importanti?

Tutti noi, nell’arco della nostra vita, prima o poi andiamo incontro a patologie di vario genere. Ma non è tutto.

Agenti esterni come inquinamento, alimentazione poco sana e stress, possono nuocere al nostro organismo. In alcuni casi, inoltre, possono persino modificare il nostro DNA.

Conservare DNA fetale per proteggere il futuro dei nostri figli
Stefania Fumarola

Influenzando alcuni geni, per esempio, viene spianata la strada a malattie cardiache e respiratorie“, spiega Stefania Fumarola, biologa e responsabile scientifica di In Scientia Fides.

Il DNA costituisce il nostro corredo genetico. Possiamo immaginarlo come l’impronta digitale del nostro corpo, che lo caratterizza in maniera unica contenendo le informazioni per tutto ciò che riguarda le funzioni vitali del nostro organismo.

Tuttavia, al momento della nascita, più precisamente all’interno del cordone ombelicale, il nostro DNA si può quasi definire ‘puro‘, in quanto minimamente intaccato da fattori esterni. Inoltre, all’interno del cordone ombelicale, si trovano delle cellule staminali che possono tornare molto utili in futuro.

Il DNA fetale

Conservare il DNA puro alla permette di preservare il patrimonio genetico di un individuo alla sua nascita.

“Questo DNA può essere utilizzato in futuro per analisi genetiche, diagnostiche e comparative”, spiega Fumarola. Nel caso delle indagini comparative, si parla di veri e propri test che permettono di capire come e dove si è modificato il DNA nel corso della nostra vita, paragonando il campione del prelievo odierno con quello alla nascita. Avere questa ‘versione originale’ del DNA trova impiego nella cosiddetta medicina di precisione, che consente approcci mirati in base al corredo genetico del singolo individuo.

In questo modo l’approccio terapeutico può risultare più efficace, si potranno scegliere le medicine più adatte e il miglior dosaggio in base al singolo paziente. Se si parla di gravi malattie, trovare tempestivamente la miglior cura adatta alla singola persona può fare davvero la differenza.

Un esempio? Le persone malate di HIV (sindrome da immunodeficienza acquisita), prima di ricevere il farmaco antivirale abacavir (Ziagen), vengono sottoposte a test che rilevano la presenza, o meno, di una variazione genetica che può causare reazioni negative al farmaco.

Inoltre, avere a disposizione del materiale genetico puro, può tornare utile in tutti quei casi nei quali i medici non sono in grado di identificare la malattia di cui un paziente soffre. I medici genetisti, attraverso analisi comparative, possono risalire al mutamento genetico e, di conseguenza, trovare il problema per capire come agire. Tutto questo, senza un campione conservato di DNA fetale, non sarebbe possibile.

Le cellule staminali

Le cellule staminali sono le prime a formare l’embrione e, durante i 9 mesi di gravidanza, si specializzano e differenziano formando tutte le cellule del neonato. Queste cellule particolari sono proprio i ‘mattoncini’ del nostro organismo. Una parte di essere rimane disponibile nel nostro organismo per tutta la vita, come riserva per andare a riparare e sostituire alcune cellule danneggiate.

Dal sangue del cordone ombelicale si possono prelevare le cellule staminali del bambino, in quanto la circolazione sanguigna della madre è distinta da quella del feto. Queste cellule staminali primitive hanno una capacità di differenziazione molto più alta rispetto a quelle che si possono prelevare, per esempio, dal midollo osseo di un adulto.

“Oggi le cellule staminali sono indicate nella terapia di oltre 70 patologie tra cui diversi tipi di Leucemie, Linfomi, tumori solidi a carico di reni, colon e molti altri ancora”, continua Fumarola.

Il trapianto di cellule staminali può essere anche effettuato attraverso il campione di un donatore compatibile. Tuttavia, se si parla di gravi patologie, potrebbe essere meglio sapere di avere le proprie a disposizione in qualsiasi momento.

Inoltre, potrebbero rivelarsi utili non solo per il bambino da cui è stato effettuato il prelievo, ma anche per i parenti, in quanto le cellule staminali dei consanguinei presentano un grado di compatibilità maggiore rispetto a quelle degli estranei.

In Scientia Fides: una biobanca che rende possibile tutto ciò

In Scientia Fides è una biobanca situata a San Marino che si occupa della conservazione di cellule staminali e DNA fetale.

A differenza di altre biobanche presenti nel nostro Paese, questa azienda ha ottenuto la certificazione FACT, riconosciuta a livello internazionale. Il FACT viene rilasciato da un ente che garantisce la massima qualità in termini di trasporto e conservazione del sangue cordonale. Questa sorta di ‘garanzia’ può essere molto utile in quanto, se dovesse essere necessario un trapianto di staminali, la responsabilità è del medico trapiantologo che la effettua. Pertanto, se non dovessero essere chiare le condizioni del campione conservato, questo potrebbe, giustamente, rifiutare di effettuare l’operazione. Tuttavia, la certificazione FACT, una volta ottenuta, garantisce che il lavoro della biobanca è svolto ai massimi livelli qualitativi.

Effettuare il prelievo del campione biologico e conservarlo: come fare?

La Dott.ssa Stefania Fumarola di In Scientia Fides ci illustra le varie tappe del processo di prelievo e conservazione del campione biologico.

  • Prima del parto. Circa 30 giorni prima del parto la futura mamma esegue le analisi del sangue presso un laboratorio accreditato dal Servizio Sanitario Nazionale. Alla Direzione Sanitaria dell’ospedale in cui avverrà il parto dev’essere fatta esplicita richiesta di prelievo di cellule staminali dal cordone ombelicale per uso autologo (personale).
  • Kit per il prelievo. Il servizio può essere attivato in qualsiasi momento durante i mesi di gravidanza. Dopo aver  compilato una scheda anamnestica familiare ( per la presenza di eventuali patologie), questa sarà inviata al Direttore Medico della biobanca e da lui valutata. Se approvata, il centro procederà con l’invio del kit per il prelievo e trasporto del campione.
  • Il parto. Durante il travaglio in ospedale bisogna avere con sé il kit. L’ostetrica, precedentemente avvisata dall’ospedale, subito dopo il parto, effettuerà il prelievo.
  • Dopo il parto. Subito dopo aver partorito è importante chiamare la biobanca che, nel giro di massimo 24 ore, organizza il ritiro. Questo sarà effettuato da un vettore sanitario, e non da un comune corriere, che avrà cura del campione e lo porterà in struttura.
  • Una volta ricevuto il campione, i medici della biobanca effettuano dei test sul campione per confermare che tutto sia stato eseguito correttamente e che il biomateriale sia in buono stato. Il campione deve rispettare i seguenti requisiti: alta vitalità cellulare, alto numero cellulare, sterilità. A questo punto, il campione viene reso pronto all’uso in qualsiasi momento e crioconservato, vale a dire congelato all’interno di azoto liquido.
  • La conservazione può avvenire per un periodo di 10,20 o 30 anni. Studi scientifici dimostrano che dopo i 30 anni il campione non presenta più i requisiti minimi affinchè possa essere utilizzato. Il periodo di conservazione viene scelto dalla famiglia e ha un costo di 50 centesimi al giorno, vale a dire 1800 euro per 10 anni.

Come richiedere il campione di biomateriale in futuro?

Negli anni seguenti, se dovesse servire il campione per analisi o per un trapianto, è necessario contattare la biobanca e spiegare la situazione. La struttura si metterà in contatto con il medico segnalato dalla famiglia per effettuare l’operazione o, nel caso in cui si fosse sprovvisti di un contatto, potrà indicarne uno.

Dopo alcuni check, il campione potrà essere consegnato in Italia o all’estero in qualsiasi momento.

 

 

 

 

Copertina: immagine di In Scientia Fides

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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