Ambliopia, che cos'è e come si cura

Ambliopia, che cos’è e come si cura

Si chiama ambliopia o occhio pigro non è altro che la scarsa visione da parte di un occhio solo. E secondo gli specialisti, è tra le prime cause di deficit della vista nei giovani sotto i 20 anni. Non perché sia una malattia seria, di per sé, ma perché è spesso trascurata.

L’ambliopia infatti si manifesta nei primissimi anni di vita dei bambini e può essere corretta in modo molto efficace. Ma solo se si interviene in tempo. E se non si trascurano le visite specialistiche di prevenzione per la vista per i più piccoli, perché non è detto che un genitore, il pediatra o l’insegnante se ne accorgano. L’occhio pigro infatti può passare facilmente inosservato. Ed essere scoperta quando ormai i danni alla vista sono irreversibili.

Che cos’è l’ambliopia

Ambliopia deriva dal greco – da amblyos, cioè ottuso, debole, pigro – e per questo viene comunemente tradotta come “occhio pigro”: indica la condizione in cui la capacità visiva di un occhio è ridotta o assente, ma senza che ci siano danni o una specifica malattia all’occhio.

Si tratta di un deficit della funzione oculare: è come se il cervello “disattivasse” i segnali che gli arrivano da un occhio, perché non riesce a interpretare nel modo corretto le informazioni che l’occhio gli invia oppure perché queste informazioni non sono complete. E’ un po’ come se gli occhi entrassero in conflitto l’uno con l’altro: il cervello allora “scollega” le cellule cerebrali che sono destinate all’occhio “pigro” e le dedica tutte a un unico occhio, quello che funziona meglio.

E’ una condizione che si manifesta nei primissimi anni di vita del bambino. E in genere si può correggere benissimo, anche in modo completo, a patto che sia scoperta e curata entro i primi 4-6 anni.

In genere colpisce un occhio solo, in casi molto rari entrambi gli occhi.

E’ un problema da non trascurare: oltre i 6/7 anni di vita del bambino recuperare la capacità visiva dell’occhio pigro è sempre più difficile: una volta raggiunto lo sviluppo e l’età adulta non c’è più nulla che si possa fare per restituire la piena funzione visiva a quell’occhio. Anche con le recenti e innovative tecniche di neuro stimolazione visiva, all’aumentare dell’età si riducono le possibilità di un completo recupero.

E’ un deficit visivo che in nessun caso può migliorare da solo, senza un intervento di correzione.

Quando si sviluppa l’ambliopia

I bambini sono più esposti all’ambliopia nei primi 2 o 3 anni di vita, indipendentemente dalle cause che possono averla provocata.

Rimangono vulnerabili, ma gradualmente sempre meno, fino ai 6 o 7 anni. A quell’età raggiungono la completa maturità visiva e difficilmente l’occhio pigro si sviluppa dopo: può accadere, ma in forme lieve, a causa di un fattore specifico che provochi la privazione della vista (una cataratta causata da un trauma, per esempio) ma di solito questi casi si possono curare velocemente con un trattamento adeguato. Si stima che l’ambliopia colpisca tra l’1 e il 4 per cento della popolazione infantile. E si tratta di un disturbo che può avere un grande impatto socio-economico negli adulti: basta pensare a quanto è importante, nella nostra società dipendente da terminali e computer, avere una buona vista.

Le cause dell’ambiopia

A causare ambliopia può essere qualsiasi fattore che riduce lo stimolo visivo in un occhio. Ci sono diversi fattori di questo tipo, che si possono suddividere in tre categorie:

– differenza di capacità visiva tra un occhio e l’altro (anisometropia). Le combinazioni possono essere le più diverse: per esempio, un occhio normale e l’altro miope, astigmatico oppure ipermetrope (nell’ipermetropia le immagini si formano al di là della retina e dunque non si riesce a mettere bene a fuoco né da vicino né da lontano); un occhio miope e l’altro ipermetrope eccetera. In ogni caso, quando la differenza tra i due occhi è superiore alle 2 diottrie, il difetto fa sì che si formino immagini di dimensione diversa tra un occhio e l’altro e quindi un problema nella visione d’insieme. Il cervello riceve le due immagini ed “elimina” quella più difettosa.

  • Strabismo. La deviazione dell’occhio non permette una visione binoculare: significa che le immagini dei due occhi non possono essere fuse insieme e percepite dal cervello in una unica visione.
  • Un qualsiasi ostacolo anatomico o malattia che ostacola l’input visivo a un occhio (per esempio, cataratta congenita o ptosi palpebrale da un occhio, cioè quando una palpebra è più abbassata rispetto al normale).
  •  C’è anche una forma di ambliopia definita “organica”: non è causata da uno dei 3 fattori descritti sopra, ma da una probabile lesione del globo oculare o delle vie visive del cervello.

L’importanza della diagnosi precoce

Scoprire prima possibile il difetto è fondamentale per curare l’occhio pigro: solo se il problema viene affrontato entro i 6-7 anni di vita del bambino c’è la possibilità di guarire completamente.

L’attenzione del genitori dunque è fondamentale, per non arrivare alla situazione spiacevole di sentirsi dire dallo specialista – anche quando il figlio è ancora bambino o adolescente – che “purtroppo non c’è più nulla da fare”.

La visita oculistica e ortottica completa deve perciò essere fatta con regolarità e costanza, fin da quando i bambini sono molto piccoli:

  1. la prima visita oculistica alla nascita;
  2. – la seconda visita oculistica entro i 3 anni di vita;
  3. – la terza visita oculistica prima che il bambino inizi le scuole elementari (5-6 anni).

E’ importante rispettare tutti e 3 i livelli di controllo, perché eventuali difetti visivi possono comparire in ogni momento di questa prima fase di sviluppo. La vista del bambino, come già accennato, arriva a completa maturazione intorno ai 6/7 anni.

I controlli sono indispensabili per un altra ragione: l’occhio pigro non è facile da individuare, può passare facilmente inosservato. Il bambino può non accorgersi del problema, usando entrambi gli occhi, e così anche un genitore, un insegnante o lo stesso pediatra.

Questo programma di prevenzione consente agli specialisti una diagnosi precoce dell’eventuale ambliopia.

Come si scopre l’ambliopia

La diagnosi dell’occhio pigro si fa in modi diversi a seconda dell’età del soggetto.

La valutazione del visus, cioè della capacità visiva dell’occhio – fatta attraverso le tipiche tavole con lettere e numeri – può essere fatta solo se la persona è collaborativa. Ed è facile intuire che un bambino al di sotto dei 3-4 anni non è in grado di riferire da solo eventuali difficoltà visive. Per questo lo specialista presta attenzione anche ad altri segnali indiretti come:

  • l’assenza di alternanza nello strabismo (il bambino guarda sempre con un occhio, quello sano, e l’altro rimane deviato);
  • reazione negativa alla copertura di un occhio (il bimbo manifesta fastidio o si mette a piangere se gli si copre l’occhio sano, ma non reagisce se si copre l’occhio pigro);
  • valutazione della refrazione (cioè delle caratteristiche dell’occhio in stato di riposo, delle sue diottrie). Si usano particolari colliri che vengono instillati nell’occhio per poter eseguire una corretta schiascopia, cioè l’esame della vista con le pupille dilatate e con l’occhio a riposo. In questo modo lo specialista vede se l’occhio ha un difetto refrattivo (miopia, ipermetropia eccetera) e ha bisogno di una lente di correzione;
  • ricerca del fenomeno dell’affollamento. Le persone con l’occhio pigro, infatti, vedono meglio se i simboli vengono presentati in modo isolato (un carattere solo su una riga sola); se ci sono più simboli vicini, tendono a non distinguere e a vedersi ammassati;
  • controllo della capacità visiva da vicino e da lontano (in caso di ambliopia, la prima è migliore rispetto alla seconda).

Come si cura l’ambiopia

La cura dell’ambliopia si basa su un principio: penalizzare l’occhio che ci vede bene, per stimolare l’altro – quello “pigro” – a entrare in funzione. Le cure sono efficaci e il deficit visivo si può correggere in modo molto soddisfacente, a patto che sia preso in tempo e che le indicazioni degli specialisti vengano rispettate.

Il trattamento consiste in:

  • uso delle lenti, per correggere l’eventuale difetto visivo alla base del problema (miopia, ipermetropia, strabismo eccetera);
  • occlusione dell’occhio sano del bambino, per sollecitare l’altro a lavorare. Bendare l’occhio sano infatti spinge il cervello a impegnare solo la funzione visiva dell’occhio pigro.
  • In alcuni casi può anche essere necessario – prima di applicare il bendaggio – intervenire con un breve intervento chirurgico:
  • per riallineare l’asse visivo degli occhi, se c’è un strabismo molto marcato;
  • per rimuovere un eventuale ostacolo che impedisce la visione (per esempio, una cataratta).
  • Maggiore è il deficit visivo dell’occhio pigro e maggiore è la necessità di occlusione dell’occhio sano. Ma le modalità di questo bendaggio variano da caso a caso e dipendono dalla valutazione degli specialisti:

per esempio, l’occhio può essere bendato solo a scuola; oppure anche quando il bambino è davanti alla tv o quando fa i compiti a casa; può essere necessario fargli tenere il bendaggio per 3-4 giorni a settimana, in caso di ambliopia seria; oppure solo 1 o 2 giorni se l’ambliopia è lieve eccetera.

Il trattamento può durare molti mesi, a volte qualche anno (anche se le ore di bendaggio man mano diminuiscono con il tempo). Non deve essere interrotto prima del tempo, altrimenti si rischia che il bambino non recuperi più il difetto visivo.

E una volta raggiunto il risultato e recuperato il deficit visivo, non si deve comunque abbandonare il bendaggio da un giorno all’altro né togliere subito gli occhiali: l’occhio pigro rimane comunque più debole rispetto all’altro e se lo si priva bruscamente di ogni supporto rischia di perdere in breve tempo tutto il beneficio che ha ricevuto.

E’ infine importante che i controlli regolari continuino anche dopo la correzione del difetto visivo: fino ai 12-13 anni di età del bambino è possibile che ci siano delle recidive dell’ambliopia.

 

 

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