Sono 1,4 milioni i morti che l’epatite fa riscontrare ogni anno in tutto il mondo. Molti di loro, avrebbero potuto avere una sorte diversa. Per questa ragione, bisogna agire con decisione contro la patologia, come ricorda l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità. La parola d’ordine è non abbassare la guardia. Quest’anno durante la giornata mondiale dell’epatite, che si terrà domani, si metteranno a fuoco epatiti B e C, responsabili dell’80% dei decessi per tumore al fegato. In Europa sono tredici milioni le persone con epatite B cronica, mentre l’epatite C cronica interessa quindici milioni di individui. Parliamo di un totale di quattrocento morti al giorno per questi due virus. L’obiettivo è fermare le nuove infezioni, evitando il maggior numero possibile di morti. Bisogna migliorare “l’accesso a test e trattamenti per le persone infette, come afferma Martin Donoghoe del programma europeo Oms per la tbc e l’epatite.
No alle trasfusioni non sicure
Le trasfusioni non sicure devono essere messe al bando e con esse le iniezioni pericolose. I bambini devono essere vaccinati contro l’epatite B. Le persone a rischio, poi, devono essere sottoposte a test e ricevere i farmaci necessari.
Appuntamento a Glasgow
Appuntamento a Glasgow, dal 2 al 4 settembre, per il World hepatitis summit, riunione ad alto livello di esperti e istituzioni, organizzata dall’ Organizzazione mondiale della sanità.
Una malattia con la C
Una campagna aperta a tutti i media è quella dedicata a “Una malattia con la C”, che informa in merito all’epatite C.
Parliamo di una malattia “silenziosa”: sussiste a lungo, infatti, senza far riscontrare alcun sintomo. Se non viene trattata in maniera adeguata, tuttavia, va avanti, determinando complicanze pericolose.
E’ proprio il contatto con sangue infetto a trasmetterla, mediante strumenti medici non sterilizzati, aghi e siringhe, utilizzo di droghe iniettabili e utilizzo di sangue ed emoderivati non controllati, come detto.