L’aquilone, il suo filo e il vento: il gusto dei bambini

L’aquilone, il suo filo e il vento: il gusto dei bambini

Di scena a Stresa, città che si affaccia sul Lago maggiore, da domani il ventisettesimo congresso nazionale della Società italiana di Pediatria preventiva e sociale (Sipps). Lo slogan scelto è “L’aquilone, il suo filo e il vento”. Saranno presenti più di 150 relatori, tra pediatri ed esperti. La seconda lettura magistrale della giornata inaugurale sarà a cura di Marcello Giovannini, professore emerito di Pediatria dell’Università degli Studi di Milano. Spicca il suo lavoro relativo al programming e re-programming del gusto. Scelte alimentari errate sono la fonte di malattie come obesità, diabete e ipertensione. Ma su che cosa si basano tali scelte? Su esperienze gustative vissute già quando si incomincia a vivere.

L’aquilone, il suo filo e il vento, sviluppo del gusto del bambino

Importanti conoscenze sono state acquisite, negli ultimi decenni, in merito allo sviluppo del gusto del bambino. Pochi giorni dopo la nascita, i neonati sono capaci di percepire soluzioni dolci. Resta accentuata per tutta l’infanzia la preferenza per il gusto dolce, che incomincia a ridursi nella tarda adolescenza. C’è di più: alla nascita si sviluppa la repulsione per il gusto amaro, accompagnata da smorfie e protrusione della lingua, e per l’aspro, che porta alla contrazione delle labbra e alla strizzata d’occhi. Bisogna attendere i 2-6 mesi di vita, invece, per sviluppare l’abilità di percepire e di rispondere al gusto salato. Secondo quanto ci consta, tali preferenze gustative sono di origine genetica.

Come cambia il sapore del liquido amniotico

Sulla base di studi comportamentali, sin dall’ultimo trimestre di gravidanza i recettori del gusto e dell’olfatto sono funzionanti e permettono di percepire i continui cambiamenti di sapore del liquido amniotico. E’ ampia la varietà di sapori ai quali il feto è esposto prima della nascita: riflettono, come appare chiaro, le abitudini alimentari della mamma. Se l’allattamento al seno avviene, il neonato ritroverà tali sapori anche nel latte materno. Le prime esperienze sensoriali permettono al bambino di conoscere i cibi della cultura della propria famiglia. Quando si verifica il divezzamento, tali esperienze pregresse aumentano il gradimento e la preferenza di alimenti con sapori simili. Se invece il neonato viene alimentato con formula, cioè con latte artificiale, è esposto ad un gusto monotono: per questa ragione, potrebbe gradire meno gli alimenti che si allontanano dal sapore della formula. L’introduzione di alimenti complementari permette al bambino di continuare ad imparare dalle diverse esperienze sensoriali. Pensiamo, per esempio, ai bambini continuamente esposti ad una grande varietà di alimenti “sani”: impareranno ad apprezzarli, mostrando una maggiore predisposizione ad assaporare cibi nuovi.

Esporre i bambini ad alimenti nuovi

E’ buona norma, quindi, esporre ripetutamente ad alimenti nuovi i bambini nelle fasi precoci della vita: le tendenze neofobiche (caratterizzate dalla paura di ciò che è nuovo, ndr) diminuiscono e le preferenze alimentari aumentano. Al fine di aumentare il consumo e il gradimento di un alimento nuovo è necessario proporre al bambino tale alimento tra le 6 e le 15 volte. La disponibilità dei bambini a mangiare alimenti nuovi aumenterà se questi ultimi sono proposti in un ambiente sociale positivo.

 

 

 

 

 

 

Immagine copertina di Alexander Dummer https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-del-bambino-sorridente-1912868/

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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