Oggi l’avallo definitivo per la prima legge nazionale relativa all’autismo, presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, che ha approvato in sede deliberante, in terza lettura. E’ la prima volta che si attua un sostegno concreto, rivolto a migliaia di cittadini e alle loro famiglie, come affermato dal sottosegretario alla Salute Vito De Filippo. Intorno a un tavolo, per svolgere questo lavoro faticoso, si sono seduti medici, ricercatori, responsabili delle associazioni, a rappresentare le migliaia di persone che questa sindrome ha colpito. E’ previsto l’inserimento nei Lea (livelli essenziali di assistenza) dei trattamenti destinati all’autismo. Le persone colpite da questi disturbi devono essere inserite nella vita sociale e bisogna agire per migliorare le loro condizioni di vita. Fa perno sulla norma l’aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura, ma anche l’incentivo alla ricerca. E’ vitale il trattamento individualizzato. Le linee guida saranno aggiornate dall’Istituto superiore di sanità. Ciò sarà possibile grazie alle nuove conoscenze fisiopatologiche e terapeutiche.
Azioni delle regioni e province autonome
I servizi di assistenza sanitaria saranno garantiti da regioni e province autonome. Sarà loro facoltà individuare centri di riferimento con compiti di coordinamento dei servizi, al livello della rete sanitaria regionale. Si occuperanno inoltre di predisporre percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per la presa in carico di minori, adolescenti e adulti con disturbi dello spettro autistico. Adotteranno misure idonee alla formazione degli operatori sanitari e tali da definire équipe territoriali per i servizi di neuropsichiatria dell’età evolutiva e dei servizi per l’età adulta. Si introdurrà una figura che coordini gli interventi multidisciplinari e saranno create sul territorio strutture semiresidenziali e residenziali accreditate, pubbliche e private, con competenze specifiche sui disturbi dello spettro autistico, “in grado di effettuare la presa in carico di soggetti minori, adolescenti e adulti”. Per i soggetti adulti, si parla anche di inserimento lavorativo, in modo da valorizzarne le capacità. Non si parla ancora, però, di inclusione scolastica.