Si chiama Sapien 3: è una valvola aortica, che ha fatto riscontrare bassi livelli di mortalità, nonché di complicazioni cardiovascolari gravi, in pazienti ad alto rischio chirurgico. A un anno dall’intervento, i pazienti che sopravvivono con questa valvola sono il 91,6% e l’incidenza di ictus è bassa, come pure quella di leak paravalvolare, cioè il passaggio del sangue ai lati e non all’interno della protesi. I dati in nostro possesso riguardano i primi pazienti in Europa cui è stata impiantata tale valvola. Dati che sono stati presentati qualche giorno fa all’EurPCR 2015 di Parigi, un congresso di cardiologia europeo tra i più importanti. Il deterioramento strutturale della valvola è trascurabile. E’ l’inizio di un nuovo standard terapeutico per i pazienti ad alto rischio per i quali si renda necessaria la sostituzione della valvola aortica. L’impianto della valvola consigliato avviene per via transcatetere (è stata costruita con la tecnica Tavi): si tratta di un sistema utilizzato per quei pazienti a rischio che aprirebbero la porta a troppe problematiche se operati a cuore aperto. Viene utilizzato così un catetere che contiene una valvola, posizionato in un’arteria della gamba e guidato verso il cuore. Per l’impianto si usa una sonda espandibile di basso profilo. Lo strato esterno della valvola è un manicotto di tessuto, che sigilla la base della struttura: è tale da ridurre il rigurgito aortico paravalvolare. La valvola, approvata in Europa nel gennaio 2014 per i pazienti ad alto rischio e non operabili, non è stata ancora commercializzata negli Stati Uniti. E’ oggetto di test nell’ambito dello
studio Partner II.