Un pizzico di ottimismo nel mercato del latte?

Un pizzico di ottimismo nel mercato del latte?

Mentre nell’ambito del cibo si parla di veleni bianchi, c’è chi vuol trasmettere un pizzico di ottimismo quando si esprime in merito al latte.

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha partecipato alla settantesima fiera del bovino da latte di Cremona. Queste le sue parole: “Leggo nel mercato del latte un pizzico di ottimismo, con una ripresa dalle analisi di Clal entro il primo semestre 2016”. Clal, che si occupa in particolare del mercato del latte, è una società di consulenza con sede a Modena, che opera ed eroga servizi nel comparto agro-alimentare. Ieri in occasione della fiera è stato presentato Teseo, nuovo servizio di Clal.it rivolto agli allevatori sui mercati delle materie prime e il trade dei bovini.

Ottimismo? Gianni Fava, “una domanda mi turba”

Ha aggiunto Fava: “La domanda che mi turba, tuttavia, è sapere quante saranno le aziende che resisteranno fino ad allora. Perché con il latte a 34 centesimi al litro e con il sistema delle Dop che non sta dando le giuste remunerazioni, ma solo dei costi di produzioni più alti, la zootecnia padana corre dei forti rischi”.

Confronto con i produttori olandesi e americani

L’assessore ha poi affermato: “Il confronto con i produttori olandesi e americani ha messo in luce alcune similitudini sui costi di produzione, ma un diverso scenario di competitività. La situazione è molto pericolosa per le stalle lombarde e padane, perché, se non ci saranno investimenti forti immediati e non i pannicelli caldi che altro non sono quei 25 milioni di euro che l’Ue ha dato come elemosina all’Italia, le disdette di stalle a fine anno saranno molte”.

Secondo lui “La Politica agricola comune è fallita, perché ha applicato per 30 anni un sistema delle quote che avrebbe dovuto stabilizzare il mercato del latte e così non è stato. E anche oggi, con l’attuale Pac (Politica agricola comune, ndr), si sono obbligati i beneficiari dei Programmi di sviluppo rurale a togliere risorse dall’agricoltura, per dirottare le misure sul versante agroambientale. Il tutto con il peso di una burocrazia europea che ha notevoli costi”. Il governo non avrebbe ben operato, merito a “una prevedibile, ma insufficiente operazione di acquisto di forme di 90-100.000 Grana Padano e Parmigiano-Reggiano per gli indigenti”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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