Polmoni, una diagnosi difficile

Non tutti sanno che cosa sia la fibrosi polmonare idiopatica: si tratta di una patologia polmonare progressiva. Il rischio, per chi ne è colpito, è perdere la vita. La diagnosi, peraltro, non è facile, poiché richiede una serie di esami specifici. Dalla comparsa dei primi sintomi alla diagnosi, purtroppo, in media trascorrono da uno a due anni. Che cosa avviene alla metà circa dei pazienti? La patologia non viene diagnosticata, perché i sintomi sono simili a quelli di altre patologie respiratorie: parliamo della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), dell’asma e dell’insufficienza cardiaca congestizia. Ciò avviene nonostante un fatto: più dell’80% dei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica presenta crepitii polmonari caratteristici, che ricordano il suono prodotto dal velcro. Per individuarli, è sufficiente auscultare con lo stetoscopio. Quando la diagnosi ritarda, ritarda anche l’avvio della terapia.

Polmoni, un sondaggio internazionale

Per un sondaggio internazionale, condotto in agosto da Kantar health sono stati interpellati gli pneumologi.

Nove su dieci ritengono, come ormai appare chiaro, che il ritardo della diagnosi abbia conseguenze negative per i pazienti con fibrosi polmonare idiopatica.

Dono stati 400 in dieci Paesi gli pneumologi interpellati nel sondaggio.

Il rallentamento della progressione della malattia è stato indicato come il maggior beneficio derivante dall’avvio della terapia alla diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica (81%) e la motivazione principale che guida gli pneumologi nella scelta della terapia farmacologica (78%). Tra le motivazioni che orientano la scelta terapeutica, gli pneumologi interpellati hanno indicato al secondo posto il miglioramento della qualità di vita del paziente (63%).

Polmoni, la fibrosi polmonare idiopatica dal punto di vista del paziente

E’ stato chiesto agli pneumologi di considerare la malattia dal punto di vista del paziente, incluso il suo impatto. Secondo loro, è più importante che, in relazione alla patologia, i pazienti sappiano “quali opzioni terapeutiche esistono” (77% degli interpellati) e “che la fibrosi polmonare idiopatica è imprevedibile e che le loro condizioni potrebbero cambiare improvvisamente in maniera inattesa’ (68%).

Che cosa viene in mente ai medici quando pensano all’impatto della malattia? Dispnea (54%), funzionalità polmonare (21%) e riacutizzazioni (13%). La funzionalità polmonare declina in maniera progressiva e irreversibile al progredire della fibrosi polmonare idiopatica: ne conseguono aumento delle difficoltà respiratorie e riduzione della capacità dei polmoni di ossigenare in modo sufficiente gli organi vitali. Le riacutizzazioni, cioè il rapido peggioramento della funzionalità respiratoria, rappresentano un rischio per tutti i pazienti e possono determinarsi in qualsiasi momento, senza avvisaglie e senza che se ne conosca la causa. Se le riacutizzazioni sono gravi influiscono sul decorso della malattia: ne consegue spesso il decesso dell’individuo colpito, entro pochi mesi. Nello stabilire la terapia, esse sono un aspetto fondamentale.

Fibrosi polmonare idiopatica, gli pneumologi riconoscono quelle che sono le preoccupazioni principali dei loro pazienti

Dagmar Kauschka, presidente dell’associazione pazienti tedesca Lungenfibrose e.V., ha dichiarato: “Da persona che ogni giorno è a contatto con chi soffre di fibrosi polmonare idiopatica è molto interessante vedere come i pneumologi considerino e diano priorità all’impatto della malattia sui loro pazienti e decidano in termini di terapia. Dedichiamo tempo ed energie ad aiutare i malati di fibrosi polmonare idiopatica e ad affrontare i loro problemi quotidiani come la dispnea e il rischio di riacutizzazioni. Tra gli obiettivi per cui ci battiamo c’è l’inserimento del supporto ai pazienti come componente della terapia. Ci rincuora vedere dai risultati del sondaggio che, quando pensano all’impatto della fibrosi polmonare idiopatica, gli pneumologi riconoscono quelle che sono le preoccupazioni principali dei loro pazienti”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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