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Sport e differenze di genere: un ostacolo nella pista d’atletica della vita
Attualità

Sport e differenze di genere: un ostacolo nella pista d’atletica della vita

Lo Sport può essere definito in vari modi, ma la sua accezione più completa è forse quella delineata dal Consiglio d’Europa a Rodi nel 1992: “Qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli“.

Noi tutti, infatti, sappiamo che lo sport contribuisce al nostro benessere su più fronti e che, inoltre, dovrebbe veicolare valori quali perseveranza, sacrificio e soprattutto uguaglianza.

L’ultimo, in particolare, grazie allo sport dovrebbe garantire l’azzeramento di tutte quelle barriere e differenze che permeano la società: il credo politico e religioso, il colore della pelle, il sesso biologico e l’orientamento sessuale.

Tutti ‘ostacoli’ nella pista d’atletica della vita che possono e devono essere superati.

Ma siamo proprio sicuri che, parlando delle differenze di genere, nello sport siamo veramente tutti uguali?

Uomini e donne nello sport: le differenze fisiologiche e strutturali

Nel corso degli ultimi anni il confronto sulle differenze tra uomo e donna nello sport è stato al centro di numerosi dibattiti.

Ciò è avvenuto proprio per quelle che sono le differenze di genere, in primis a livello fisiologico e strutturale e, quindi, soprattutto nella performance.

atleti sportPartendo da quelle che sono le basi anatomiche – strutturali di genere, numerose sono le differenze tra uomo e donna.

Basti pensare, prima di tutto, alla struttura muscolare, accumulo di adipe nei glutei, cosce e fianchi e maggiore mobilità articolare nelle donne.

livello fisiologico una delle differenze più note riguarda sicuramente i livelli di massa grassa. Questi infatti nella donna incrementano rispetto ai livelli dell’uomo già nel periodo puberale. Tutto questo per garantire determinati processi, come allattamento e gravidanza, tramite un incremento delle scorte lipidiche.

Ulteriori sono anche le differenze nella produzione ormonale. Sappiamo difatti che nelle donne vi è una grande produzione di estrogeni e un’inferiore produzione, rispetto all’uomo di testosterone.

Chiarito ciò, ecco la risposta al perchè nella maggior parte degli sport esistono categorie di competizione diverse per i due sessi. Ma non in tutti è così. Per esempio, in alcuni sport equestri.

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Giuseppe Pantaleo

“Tutto dipende dalla cultura dello spettatore. Se l’aspettativa stereotipica identifica, per esempio, il calcio come giocato da atleti uomini, l’atleta donna tenderà a violare le regole dello stereotipo e, dunque, a suscitare sorpresa o aspettative differenti rispetto a quelle abitualmente associate alle prestazioni maschili. Se in base allo stereotipo di genere per un certo sport ci si aspetta che la prestazione femminile debba essere inferiore, è possibile che questa aspettativa si rifletta anche sulla retribuzione“, spiega  Giuseppe Pantaleo, ordinario di Psicologia sociale e Direttore dell’UniSR-Social.Lab, il laboratorio di Psicologia sociale dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Facoltà di Psicologia.

È il pubblico stesso, quindi, a generare le differenze, le quali si creano nella testa prima ancora che nello sguardo.

Il pregiudizio sulla presunta incapacità femminile, per fare un esempio, assomiglia molto a quello secondo il quale ‘le donne al volante rappresentino un vero e proprio pericolo’.

Di conseguenza, tornando al calcio femminile, non ci si deve stupire se esistono enormi differenze di retribuzione tra donne e uomini: il pubblico stesso, con sguardo pregiudicante, in un certo senso stabilisce il valore di mercato degli atleti.

Per fortuna in molti sport non è così, e non si registrano numeri di ascolti diversi tra uomini e donne se si parla, per esempio, di atletica leggera.

Il caso degli atleti transgender

Nel caso di atleti trans, ma ancora di più di atlete trans, il pregiudizio è ancora molto forte: le sportive trans sono uomini, hanno un Dna maschile e non possono competere sullo stesso piano delle donne cisgender. 

Qualche anno fa la tennista Martina Navratilova aveva duramente criticato l’inclusione di donne trans nelle competizioni femminili a causa di una presunta superiorità muscolare e fisica.

sport atleti transgenderÈ innegabile che un atleta di sesso maschile abbia una struttura muscolare sviluppata e potenziata, anche in base al tipo di allenamento, ma è anche vero che non tutti i maschi sono uguali, con la stessa corporatura o struttura ossea.

Infatti, le terapie ormonali sostitutive non cambiano il corpo solamente sul piano morfologico, modificando i lineamenti e ridistribuendo i grassi, ma agiscono anche sulla densità ossea e sui muscoli.

Inoltre, gli inibitori di testosterone che fanno parte della terapia di una donna trans riducono la massa muscolare.

Quindi, non è possibile calcolare un coefficiente di mutazione fisso né fare una previsione puntuale per tutte le persone che seguono una Tos, la terapia ormonale sostitutiva: ogni corpo reagisce in maniera diversa ai vari tipi di farmaci disponibili per la Tos.

È anche vero che in alcuni sport, come il powerlifting (sollevamento pesi) e alcune discipline di combattimento, le atlete trans abbiano raggiunto risultati fino a quel momento impensabili per atlete di sesso biologico femminile.

La questione è più che mai aperta, e occorre capire come intervenire per garantire a ogni individuo (e in questo caso ogni atleta) gli stessi diritti e opportunità.

Bambine e bambini: esistono sport giusti e sbagliati da scegliere?

Le differenze di genere, anche nel mondo dello sport, iniziano da piccini.

E molte delle idee che hanno i bambini, infatti, sono spesso condizionate dalla visione degli adulti che prendono come riferimento.

sport bambiniBasti pensare al fatto che, nell‘immaginario collettivo, esistono sport da uomini e sport da donne, e un bambino o bambina dovrà pescarne uno o più dalla propria categoria senza cadere in errore.

Per i bambini calcio, pugilato e hockey, per le bambine danza classica, pattinaggio e ginnastica artistica.

I problemi, in molti casi, iniziano quando i bambini, nella loro purezza e ingenuità, scelgono lo sport ‘sbagliato’.

È giusto che i genitori li assecondino nella loro scelta? Come possono difendersi dai commenti dei coetanei che aspettavano la giusta occasione per insulti e prese in giro?

“I bambini possono difendersi cercando modelli alternativi a quei compagni che li prendono in giro. Per esempio, cercando punti di riferimento all’interno del mondo dello sport in questione. Inoltre, i genitori dovrebbero sostenere i propri figli, confermandoli nelle loro scelte e, al contempo, dando delle linee guida e delle regole da rispettare, a prescindere dal fatto che lo sport preferito si conformi o meno agli stereotipi di genere”, conclude Pantaleo.

Resta il fatto che per molti la scelta di uno sport esprime l’identità stessa del bambino e, pertanto, è meglio rimanere all’interno del recinto dello stereotipo.

Tuttavia, forse, quelle persone sono le stesse che osannano Roberto Bolle come stella della danza e Serena Williams come tennista non paragonabile alle colleghe.

Potremmo lasciare, ancora una volta, che siano i giovani a scegliere, in nome del primo valore che lo sport dovrebbe insegnare a tutti noi: l’uguaglianza.

Copertina: Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomini-e-donne-in-canotta-rossa-sono-pronti-per-correre-sul-campo-di-atletica-3764538/

Prima Foto di Allan Mas: https://www.pexels.com/it-it/foto/corda-sfocatura-sport-dentro-5384632/

Seconda Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-sport-forza-forte-4754132/

Terza Foto di Kampus Production: https://www.pexels.com/it-it/foto/persone-campo-giocando-prato-8813512/

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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