Sport giovanili: l’importanza di praticare attività fisica fin da piccoli
L’attività sportiva è fondamentale per far crescere i bambini in modo sano e completo, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Ma a quale età sarebbe meglio iniziare e, soprattutto, quale sport scegliere?
Perché è importante praticare uno sport fin da piccoli
Praticare sport è indispensabile per lo sviluppo armonioso del bambino a livello fisico, sociale e psicologico.
Infatti l’attività fisica aiuta il bambino ad avere coscienza del proprio corpo ma anche a superare le proprie paure e incertezze.
Inoltre, lo sport è associato a numerosi benefici per la salute:
- Cardiovascolare
- Muscolare
- Densità ossea.
Migliora anche la coordinazione e aiuta il bambino a prendere coscienza del proprio corpo nello spazio.
Non solo, ma fare sport aiuta a canalizzare la sua aggressività, a capire le regole e a rispettare gli altri.
Inoltre, sul piano psicologico sviluppa il controllo, la fiducia e l’autonomia ma anche la socievolezza e lo spirito di squadra.
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Per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, le diverse discipline sportive possono suddividersi in 4 gruppi, rispetto al tipo di impegno fisico richiesto:
- sport giovanili di resistenza, da breve a lunga durata (corsa, marcia, nuoto, pattinaggio, ciclismo, sci di fondo, canottaggio) la cui caratteristica è la ripetizione del movimento.
- sport alternati (calcio, rugby, pallacanestro, pallavolo, tennis) nei quali si alternano fasi di gioco e pause di recupero.
- di destrezza (sci alpino, ginnastica artistica, tuffi, scherma, arti marziali) che prevedono elevate abilità di coordinazione motoria.
- sport giovanili di potenza (lancio del peso, corsa dei 100 metri, sollevamento pesi) nei quali sono predominanti l’intervento della forza e della potenza muscolare.
Sport e personalità
Gli sport possono essere suddivisi in 4 gruppi anche in relazione ai differenti aspetti psicologici coinvolti nella loro pratica:
- sport giovanili individuali senza contatto (nuoto, corsa, tennis, ginnastica, sci, canottaggio, ciclismo) che richiedono una notevole capacità intellettuale di sostenere la fatica.
- sport individuali di contatto (scherma, arti marziali) che chiedono una forte capacità di concentrazione.
- di squadra di contatto (calcio, pallacanestro, rugby) che sviluppano l’attitudine a collaborare e a condurre vita di gruppo.
- sport giovanili di squadra senza contatto (pallavolo), dove si sviluppa il gioco di squadra senza contatto fisico tra i giocatori.
Sport giovanili: il progetto “Educare in campo 2.0”
Il progetto “Educare in campo 2.0”, il primo nell’Altomilanese, porta direttamente sul campo, accanto alla palla ovale e alla figura dell’allenatore, un educatore professionale e una psicomotricista coordinati da una pedagogista.
L’obiettivo principale non è migliorare le prestazioni sportive, ma assicurare un supporto ai più fragili e all’intero gruppo-squadra, sia dal punto di vista relazionale che emotivo.
Permettendo così all’allenamento di diventare un momento di reale crescita personale sotto più punti di vista.
“Educare in campo 2.0”, iniziativa di Rugby Parabiago SSD è partito nel mese di dicembre, ed è rivolto agli atleti più giovani: minirugby under 13 e under 15.
L’educatore scende in campo al fianco dei più piccoli
“Abbiamo voluto andare oltre, portando direttamente in campo delle specifiche figure educative per essere di supporto sia ai ragazzi, sia allo staff”, spiega Giampiero Grimoldi, presidente del Minirugby Parabiago. “Il progetto si rivolge agli oltre 250 ragazzi, tra i 5 ed i 14 anni, che frequentano il campo Venegoni – Marazzini di via Carso a Parabiago per sostenerli, aiutarli e fare in modo che il rugby non sia solamente una pratica sportiva ma un luogo di crescita vera, per tutti”.
Nello specifico il progetto prevede la presenza, direttamente sul campo, di un educatore professionale dell’Azienda Sociale del Legnanese e di una psicomotricista della cooperativa Metafora, figure coordinate e supervisionate da una pedagogista.
“È un’equipe pedagogico-educativa che, affiancandosi alle figure tecniche, migliora gli interventi educativi, creando percorsi tesi a supportare meglio i soggetti più fragili e tutto il gruppo squadra.
È un progetto che permette ai bambini di crescere, alle famiglie di affidare i propri figli a professionisti ancora più competenti e a noi come società sportiva di qualificare meglio il nostro intervento”.
Sport giovanili: l’importanza del progetto
Questo progetto arriva in un momento particolarmente delicato: i due anni di pandemia, che hanno costretto i bambini e i ragazzi a rivedere abitudini e modalità di relazione, hanno dato vita a nuove problematiche, soprattutto tra i più giovani.
“Il progetto “Educare in campo 2.0”, primo nel suo genere sul nostro territorio, è molto importante”, spiega Silvia Palchetti, coordinatrice pedagogica del progetto ALLEducando dell’Azienda Sociale del Legnanese.
“Infatti, permette di accrescere il benessere psicofisico dei piccoli atleti e di sostenere allenatori e genitori nel loro ruolo di caregivers.
Il tutto attraverso un lavoro di rete tra professionisti che interconnettono le diverse competenze.
I bambini e i ragazzi hanno dovuto convivere negli ultimi due anni con una pandemia che ha cambiato le loro abitudini e relazioni sociali.
Scendere in campo con un’équipe pedagogica ed educativa, che sta al loro fianco, può mostrare a bambini e adulti strumenti e modalità per affrontare al meglio i momenti di difficoltà e godersi appieno quelli ricchi di soddisfazioni.
Non solo in questo momento di pandemia, ma trasversalmente come approccio di vita”.
“È un progetto che propone un approccio forse non nuovo, ma sicuramente innovativo”, dice Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. “Questo fa dello sport un importante momento di crescita e di aiuto, soprattutto per i bambini più fragili”.
Tanti sport tanti benefici
Che sia praticato come hobby o in agonistica, lo sport deve rimanere un piacere per i bambini.
È quindi essenziale scegliere un’attività che piaccia al bambino e che sia adatta alla sua personalità e alle sue capacità.
Questo perché non tutti gli sport sono adatti a tutti.
Per scegliere quello giusto bisogna tenere conto di tanti fattori: età, corporatura, indole e, ovviamente, preferenze personali del bambino.
Dei vari benefici che offre lo sport ne abbiamo parlato con alcune associazioni e società italiane, tra cui quelle di atletica leggera, ciclismo, rugby e vela:
Sport giovanili: Atletica leggera
L’Atletica Leggera è considerata la base di tutte le attività sportive esistenti.
È la sintesi dei gesti naturali dell’uomo (quelli dei nostri antenati) , correre, saltare, lanciare e addirittura marciare (camminare veloci), gesti che venivano compiuti per sopravvivere.
“L’Atletica non si dovrebbe scegliere ma dovrebbe essere scontato farla praticare già a tutti a scuola.
Purtroppo questo in Italia non si fa o lo si fa poco e sono le Associazioni come la nostra assumersi questo onere”, dice Sandro di Paola, Presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Atletica Frascati di Roma.
L’età per iniziare e per l’agonismo
“La nostra Federazione“, spiega Sandro di Paola. “Permette il tesseramento dai 6 anni in poi ed è chiaro che l’avvio alla specializzazione dovrà avere uno sviluppo razionale nel tempo che dovrebbe portare alla costruzione del futuro atleta.
Si può iniziare a qualsiasi età ma se si vogliono ottenere importanti risultati a livello agonistico non più tardi dei 14/15 anni, salvo rare eccezioni.
Chi pratica Atletica anche da giovanissimo è di per se già un agonista anche se la Federazione li considera tali dai 12 anni in poi anno in cui è obbligatorio il certificato medico agnostico.
L’agonismo, il competere, è genetico nell’uomo ed è inutile volerne sminuire l’importanza, quello che è importante è saperlo incanalare nell’accettare la sconfitta”, spiega Sandro di Paola.
I benefici dell’atletica
“L’Atletica come disciplina sportiva ha il grande pregio di far esprimere a ognuno il meglio delle proprie potenzialità fisiche e psichiche nella specialità più adatta.
Come tutti gli sport dove si misura la prestazione con il cronometro e con il metro non si lascia scampo a dubbi sul proprio valore ed è proprio questo il suo pregio o forse il motivo per il quale si preferisce cercare sport meno impegnativi ma certamente meno educativi soprattutto per i giovani.
Chi si dedica all’Atletica deve educarsi a un impegno costante fisico e psichico che porta ad un autostima delle proprie capacità frutto soprattutto dei propri sforzi per migliorare la prestazione.
Infatti in Atletica per conoscere il livello di un atleta si chiede qual è il suo primato personale.
Altra caratteristica dell’Atletica è la sua individualità che forma ancor più il carattere perché non ci si può nascondere come nei giochi di squadra.
Anche se anche per l’Atletica esiste comunque uno spirito di squadra sia nelle gare a staffetta, che per le manifestazioni con classifiche di Società stilate in base ai piazzamenti degli atleti nelle varie discipline”, conclude il Presidente.
Ciclismo
Il ciclismo è uno sport che fondamentalmente permette di stare all’aria aperta.
Anche se da molti è considerato uno sport individuale in quanto si vede l’atleta solo in sella alla propria bici, il ciclismo è anche uno sport di squadre e come tale insegna a fare gruppo.
Infatti tante sono le discipline nelle quali il gioco di squadra è determinante, senza il quale non sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi proposti.
L’età per iniziare e per l’agonismo
“Con la nostra società”, spiega Enzo Paradiso, Direttore Sportivo dell’a.s.d. Lucania Bike Team Palazzo San Gervasio in Basilicata”. Gestiamo le attività giovanili con la scuola di ciclismo “I PIRATI” avviando allo sport bambini/e e ragazzi/e dai 3/4 anni ai 12.
Infatti, si inizia con i minibiker 3/4 anni fino ai 12 per le categorie giovanili.
Per le attività giovanili fino ai 12 anni i bambini vengono educati allo sport, i vari allenamenti sono propedeutici alle discipline che si intendono approfondire.
Dopo i 12 anni con il bagaglio motorio e le capacità di guida che si sono apprese è possibile intraprendere il percorso da agonisti con allenamenti specifici finalizzati al miglioramento della condizione fisica e del risultato”.
I benefici del ciclismo
“Praticare questo sport in età giovanile consente di sviluppare le capacità motorie come resistenza, forza, mobilitá articolare, velocità, rapidità, e coordinative.
Migliora l’attività cardiovascolare e la meccanica respiratoria.
Questo tipo di attività allena anche tutti i muscoli del corpo, tonifica gli arti inferiori ma anche tutta la parte superiore del nostro corpo è impegnata nel gesto tecnico.
Sviluppa le abilità psicologiche che ci permette di affrontare lo stress, le emozioni, e a valutare le eventuali o imminenti situazioni di pericolo.
Pertanto dal punto di vista psicologico è un toccasana naturale”, conclude Enzo Paradiso.
Rugby (motricità)
“Scegliere un’attività come la Motricità Ovale Rugbytots può aiutare a inserire il bambino in un contesto che non solo faciliti il suo sviluppo dal punto di vista motorio ma sia d’impulso anche a imparare a relazionarsi con altri bambini.
Inoltre, offre anche un momento di condivisione tra genitore e figlio.
Infatti, la maggior parte dei corsi si tiene il sabato mattina e consente proprio di svolgere insieme la sessione”, spiega Francesco Lucca Responsabile Nazionale di Rugbytots.
Cosa offre la Motricità di Rugbytots?
La Motricità Ovale Rugbytots , che ha sedi sparse in tutta Italia, viene scelta dai genitori perché offre 3 tra le cose che essi più ricercano:
- Una continuità didattica, dunque non attività occasionali ma un metodo che si sviluppa per tutti gli anni dell’asilo.
- Un metodo che oltre ad essere appunto ‘metodo’ è soprattutto strutturato: lezioni settimanali di durata e difficoltà progressiva adeguata all’età del bambino, alle sue capacità motorie e alla sua capacità attentiva, cosa che offre l’occasione di proseguire per 3 anni di fila.
- Un pre-sport, che offre un’occasione di sviluppo motorio utile per l’avvicinamento a qualsiasi sport, non solo il rugby.
Perché è adatto ai bambini?
Ci sono 3 motivi per i quali questa attività è adatta a bambine e bambini tra 2 e 5 anni:
- Mette al primo posto la loro crescita relazionale.
- Lavora sullo sviluppo simmetrico del loro corpo.
- Rende dinamico e divertente quello che è sempre stato noioso.
“Quest’ultimo è l’aspetto chiave che ha determinato il successo della Motricità Ovale Rugbytots.
Solo se si riesce a rendere divertente qualcosa che normalmente viene percepita come noiosa e ripetitiva, si può conquistare e mantenere alta l’attenzione del bambino”, dice Francesco Lucca.
A che età è consigliato iniziare?
Il metodo Motricità Ovale Rugbytots è particolarmente adatto a bambine e bambini da 2 a 5 anni ma il programma arriva fino ai 7 anni di età.
Cosa rafforza a livello fisico, mentale ed emotivo?
“Un bambino che pratica i nostri corsi imparerà tante cose, sia a livello mentale che fisico che emotivo.
Imparerà a stare in un gruppo, imparerà cose come rispettare il proprio turno, ascoltare le istruzioni dell’educatore, imparerà a muoversi in generale.
Tutto questo nella massima sicurezza e senza contatto.
A lui sembrerà di giocare ma invece sta imparando.
La sessione-tipo somiglia ad una festa di compleanno, soltanto che ogni gioco proposto dagli educatori sarà un gioco pensato per la sua crescita e per il suo progetto di crescita.
Seguendo il programma Rugbytots di Motricità Ovale, i genitori avranno un bambino pronto per lo sport e pronto per le relazioni.
Sarà soprattutto un bambino libero che, se poi sceglierà uno sport diverso dal rugby, sarà capace di relazionarsi a un allenatore, a una squadra, a delle regole, e a dei movimenti che gli verrà chiesto di fare”, dice Francesco Lucca.
Come si diventa, nel caso, agonisti?
“Prima ancora di arrivare a pensare all’agonismo esiste un passaggio verso il rugby o qualsiasi altro sport, che prevede l’inserimento del bambino in una squadra che segua la trafila del minirugby (nel caso del pallone ovale).
Diversi club hanno compreso il potenziale del metodo della Motricità Ovale Rugbytots e per questo l’hanno integrato nelle loro strutture per alimentare il loro settore minirugby di bambini pronti mentalmente e fisicamente”, conclude il Responsabile Nazione di Rugbytots.
Sport giovanili: Vela
“L’Associazione Nautica Sebina affilliata alla Federazione Italiana Vela compie quest’anno 70 anni di attività con la missione statutaria di divulgare la pratica della vela in tutti i suoi aspetti sia ludici che sportivi.
Si trova a Sulzano (BS) nel golfo di Vertine, in una sede particolarmente suggestiva di archeologia industriale. Dotata di bar, ristorante, aule didattiche, foresteria e tutti i servizi connessi all’attività nautica in particolare velica.
Ogni anno l’associazione organizza regate di derive e cabinati .
Particolare propensione è rivolta da sempre alla formazione dei giovani attraverso la scuola vela e con progressione all‘attività sportiva agonistica che vede la partecipazione a regate in Italia e all’estero.
Tanti gli atleti dell’ANS che hanno partecipato alle olimpiadi e vinto titoli mondiali, vorrei ricordare Giorgio Zuccoli, Angelo Glisoni, Alessandra Marenzi, Pietro Zucchetti, i fratelli Cassinari, Luca Bursic ed Elio Sina.
Angelo Glisoni ha anche conquistato il bronzo come allenatore alle olimpiadi di Rio 2020 e è oggi impegnato come fornitore di Luna Rossa per le particolari Wing che permettono alla barca di restare in volo.
La visione del circolo è sempre stata improntata all’innovazione della vela: oggi siamo arrivati alla vela che vola per questo proponiamo ai nostri giovani atleti il Waszp (un singolo volante sui foil).
Inoltre, da anni, non abbiamo più imbarcazioni in vetroresina, difficili da smaltire, le nostre barche sono tutte in materiale riciclabile sotto altre forme”, dice Giovanni Luca Porro responsabile dell’attività sportiva giovanile e della scuola vela dell’Associazione Nautica Sebina.
L’età per iniziare e per l’agonismo
“La scuola vela propone i corsi estivi a partire da 6 anni compiuti.
Mentre l’attività agonistica inizia da 12 anni anche se già dagli 8 anni si può partecipare a un’attività affiancata all’agonistica.
Il circolo organizza anche attività in collaborazione con le scuole del territorio in attuazione del progetto federale “VelaScuola”, un approccio iniziale alla vela e alle attività connesse di educazione ambientale.
Si può comunque iniziare a tutte le età anche come piacevole svago senza velleità agonistiche, ma per il puro piacere di navigare nel silenzio spinti solo dall’azione del vento sulle vele.
L’impegno economico può essere abbordabile seguendo un corso di vela di 5 giorni (mattina e pomeriggio).
Mentre è un po’ più impegnativo quando si affronta l’attività agonistica, ma comunque in linea con altri sport come il tennis e lo sci se praticati con equilibrio.
Il circolo in una prima fase mette a disposizione dei giovani atleti anche le barche e il supporto di allenatori federali, ma il passaggio successivo richiede l’acquisto di una barca personale.
L’attività agonistica si svolge su OpenSkiff, RsFeva, 29Er, Nacra 15 e da quest’anno Waszp.
Mentre la scuola vela ha imbarcazioni più adatte a un approccio semplificato e per un apprendimento molto veloce.
Sono più di 30 ogni anno gli atleti impegnati nelle classi giovanili e olimpiche che gareggiano sotto le insegne del circolo, mentre la scuola vela ha dei numeri davvero importanti di frequenza.
Tutto questo è possibile grazie anche alle condizioni metereologiche del lago d’Iseo, davvero favorevoli alla pratica della vela, e a una compagine sociale da sempre attenta a sostenere le attività promozionali e sportive dell’associazione.
Negli anni si è anche consolidato il rapporto e il sostegno del territorio in particolar modo con l’amministrazione comunale di Sulzano” conclude Giovanni Luca Porro.
I benefici della vela
La vela è molto indicata per migliorare:
- l’autostima e la fiducia in se stessi
- la capacità decisionale
- la capacità di osservazione dell’ambiente circostante, la consapevolezza degli spazi, il senso dell’orientamento
- l’equilibrio
- la coordinazione
- il senso di responsabilità e la determinazione.
Questo perché ogni ragazzo ha la sua barca che governa in completa autonomia: gli istruttori stanno su dei gommoni di appoggio.
Quindi, oltre a dare tonicità allo sviluppo muscolare di tutto il corpo, offre grandi insegnamenti caratteriali, per avere maggior consapevolezza di se e soprattutto per imparare a dare significato allo spirito che serve per affrontare la vita.