Secondo i medici statunitensi, un eccesso di aspirina fa diventare cronico il mal di testa più di quanto lo farebbero farmaci (ergotamina e analgesici in generale) che nel senso comune sono ritenuti pericolosi almeno quanto l’acido acetilsalicilico (aspirina, ndr). Opinione dibattuta in Italia, dove gli esperti di cefalea ritengono che tale affermazione non sia suffragata dalle necessarie prove scientifiche. L’opinione statunitense è espressa nella International Classification of Headache Disorders 3° edition beta, cioè terza edizione beta della classificazione internazionale dei disturbi da cefalea. Secondo Giancamillo Manzoni, professore universitario dell’Università di Parma, nella classificazione, che propone tutte le forme di mal di testa conosciute, che sono più di 150, sono descritti i sintomi ma si dimentica il paziente, che dovrebbe essere al centro dell’azione terapeutica.
Appuntamento a Stresa
Il dibattito sull’argomento si aprirà a Stresa, dal 28 al 30 maggio, nel corso del nono congresso dedicato al mal di testa. I colleghi statunitensi parlano di cefalea da eccesso di farmaci: un uso fuori misura di medicinali contro il mal di testa può avere effetto contrario a quello che ci si aspetta, come avviene anche per l’abuso di caffè contro il sonno.
I dettagli della classificazione
Nella classificazione sono sotto accusa soltanto aspirina e paracetamolo, che secondo i medici italiani non sono farmaci peggiori di altri. Provocherebbero la cefalea, secondo i medici statunitensi, 10-15 pastiglie al mese per almeno tre mesi consecutivi, ma non in combinazione. Non resta che seguire gli esiti del dibattito, nel congresso previsto a Stresa.