Senza Scegli tu, il progetto promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) gli adolescenti italiani sarebbero più soli e soprattutto meno informati in fatto di sessualità. In base all’indagine europea Barometer il nostro Paese ha ottenuto il quinto posto nella classifica continentale dell’educazione sessuale fra i giovani. Un risultato positivo per una nazione che è tra i pochi a non avere l’educazione sessuale come materia curriculare nelle scuole. “Questo risultato si deve soprattutto a Scegli tu”, dice il professor Emilio Arisi, presidente della Società di medicina italiana della contraccezione. L’iniziativa fa capo al sito www.sceglitu.it, dedicato alla sessualità responsabile, con esperti a disposizione per rispondere alle domande degli utenti, approfondimenti, area news, uno spazio FAQ, video, ecc. È attivo inoltre un servizio e-mail che offre una consulenza in tempo reale. Completamente gratuito, si è rivelato un ottimo supporto per risolvere i frequenti dubbi che assillano soprattutto chi è alle prime esperienze. Con oltre 28.000 visitatori unici al mese, Scegli Tu è diventato il portale italiano di riferimento sull’educazione sessuale.
Fa parte dello stesso progetto anche il Patentino dell’Amore composto, come l’analogo manuale di guida, da una parte dedicata alla teoria e da un quiz per mettersi alla prova. Il “patentino” è entrato a far parte dei materiali del kit per l’educazione sessuale, a disposizione dei ginecologi per interventi nelle scuole, fornito gratuitamente su richiesta. Durante lo scorso anno scolastico ne sono stati diffusi oltre 800 con più di 400.000 magazine per gli studenti.
Eppure i dati non sono confortanti. In Italia, secondo un’indagine svolta dalla Sigo nel 2013, il 42 per cento delle under 25 non utilizza nessun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale. Non basta, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat nel 2011 in Italia sono nati 9 mila bambini da madri con meno di 19 anni di questi addirittura 2 mila sono figli di ragazze con meno di 18 anni.
Per migliorare l’accesso delle donne alla contraccezione moderna, i ginecologi hanno condiviso un programma che intendono mettere in pratica con il sostegno e il coinvolgimento delle Istituzioni. “E’ necessario perfezionare la formazione degli specialisti, già a partire dalle Università”, commenta Arisi. “Solo un numero limitato di università offre formazione su salute sessuale e riproduttiva per gli studenti in medicina. Inoltre programmi e corsi non sono aggiornati regolarmente. Fondamentale l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole. Poi bisogna migliorare la situazione qualitativa e quantitativa dei nostri consultori: sono il 30% in meno di quelli previsti dalla legge e solo 1 su 4 ha un organico completo di tutte le figure professionali, vogliamo offrire alle donne uno strumento di sostegno nelle diverse età della vita riproduttiva, dall’adolescenza alla menopausa, un supporto creato con la competenza degli specialisti. Infine è necessario migliorare l’assistenza post-partum e frenare il più possibile il ricorso all’aborto”.
Immagine copertina di Andrea Piacquadio https://www.pexels.com/it-it/foto/quattro-donne-dal-ponte-3289167/
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