Quanti di noi vorrebbero realizzare una vita antiaging, dove ogni scelta è dettata dall’esigenza di vivere a lungo in buona salute?
Eppure è ormai chiaro a tutti che il benessere e la modernità a cui siamo giunti, non è una situazione ideale per il benessere psicofisico dell’essere umano.
Se da un lato, infatti, grazie alla ricerca e allo sviluppo medico e farmaceutico, oggi la vita media della popolazione mondiale si è allungata, soprattutto minimizzando le morti in età giovanile, dall’altro lo stile di vita sedentario, agiato e artificiale degli spazi chiusi, porta a un invecchiamento precoce del nostro organismo, e a una serie di problemi del tutto recenti se rapportati all’evoluzione della società umana organizzata.
Obesità e sovrappeso, difficoltà metaboliche, malattie cardiovascolari, per non parlare di forti carenze come vitamina D e C, abbassamento delle difese immunitarie e una generale fragilità organica, sono gli effetti della sommatoria di tre fattori negativi: poco movimento – alimentazione sbilanciata ed eccessiva – mancanza di esposizione agli ambienti esterni.
Antiaging significa cambiamento
La scinza, ma anche il marketing hanno puntato molto nel tentare di correggere il tiro, e se da un lato continuiamo a sentirci dire di praticare sport, di svolgere esercizio fisico o, almeno, dedicarci a lunghe e costanti passeggiate, dall’altro spuntano come funghi guru dell’alimentazione che ci spingono a cambiare il nostro modo di vivere, promuovendo diete innovative, basate tutte rigorosamente su basi scientifiche dimostrabili (ma non per questo sane), anche se spesso diametralmente opposte, e a volte persino bizzarre, dando vita a delle vere e proprie religioni alimentari, ognuna con dogmi, discepoli e convinzioni.
In tutto questo caos mediatico, l’individuo, non possedendo sufficienti conoscenze tali da maturare un vero e proprio senso critico, si trova costretto a navigare a vista, alla ricerca di una sorta di elisir di lunga vita che sappia portarlo a una condizione di maggiore salute e benessere.
Le scelte antiaging implicano impegno
Purtroppo, però, uno dei problemi che più di tutti tende a farci optare e deviare verso la strada sbagliata è la nostra continua ricerca del massimo risultato con il minimo sforzo.
Tutti noi tendiamo, inconsciamente o meno, a cercare il modo più semplice e veloce per risolvere i nostri problemi. È proprio per questo che sono nate e continuano a perdurare convinzioni come il perdere peso in pochi giorni, o il raggiungere risultati fisici da fotomodelli con allenamenti bisettimanali di appena dieci minuti. Si portano anche a sostegno le spiegazioni scientifiche, ma ci si premura anche molto spesso di decontestualizzare i risultati.
Non si dice che una dieta drastica ti porterà a riprendere il peso perso se poi si tornerà a mangiare come prima, e ci si dimentica di dire che allenamenti fisici lampo o lunghe passeggiate non hanno alcun effetto dimagrante, per esempio, se non si mantiene allo stesso tempo un bilancio in cui le calorie bruciate sono superiori a quelle introdotte con l’alimentazione.
Questo è il motivo per cui la maggior parte dei trentenni di oggi sono afflitti da sovrappeso, pressione, trigliceridi e colesterolo alti, e persino rigidità e dolori articolari tipici di soggetti di vent’anni più vecchi.
Il nostro corpo si è evoluto con una predisposizione al movimento, molto più che allo stare seduti, per mangiare cibi a bassa densità energetica, così come frutta, verdura e carni magre selvatiche che generalmente troverebbe in natura, a differenza degli alimenti trasformati, che spesso non sono altro che vere e proprie concentrazioni di calorie per nulla sazianti, e per affrontare situazioni di stress quotidiane anche intense, ma molto più occasionali, a differenza del cronico stato di pre-allarme a cui ci sottopone la nostra vita attuale.
Il miracolo arriva da lontano? No.
Il fascino dell’esotico colpisce tutti, indistintamente. La convinzione che potesse esistere qualcosa di meraviglioso celato in terre lontane, ha sempre avuto una grande presa sull’animo umano. La storia ce lo dimostra, e ancora oggi le persone non ne sono immuni.
Non passa giorno in cui non venga pubblicizzato un nuovo alimento dagli effetti dimagranti, dal forte potere antiossidante ed energizzante, sempre e rigorosamente proveniente da Paesi lontani, misteriosi, pregni di tradizioni sconosciute e intriganti.
Nascono così nuovi prodotti di importazione dalle incredibili proprietà, e negli ultimi anni ne abbiamo visti e sentiti davvero tanti, dalle bacche di Goji alle noci di Macadamia, dalla Papaya al liofilizzato di Baobab, dall’olio di cocco al Kefir, dalle bacche di Arona a quelle açai. In merito a questo, non potrò certo smontare le convinzioni che girano attorno a questi e tanti altri prodotti; molti di questi sono realmente veri e propri gioielli, dalle proprietà spesso forse eccessivamente decantate, ma reali. Eppure, intere generazioni prima di noi sono vissute tranquillamente senza conoscere queste meraviglie, e questo perché, molto spesso, ci fissiamo su quanto sia verde l’erba del vicino, dimenticandoci quella che invece stiamo inconsciamente calpestando.
I migliori cibi antinvecchiamento da portare in tavola
Mirtilli, melagrani e frutti rossi in genere, yogurt artigianali, olive, o noci e semi delle nostre terre sono anch’essi dei veri e propri miracoli, e tutti nostrani, che possono quindi vantarsi del valore aggiunto dato dal km.0. Si tratta di alimenti che non hanno nulla da invidiare a quelli più esotici sopracitati, e di cui dovremmo andare fieri.
Muoversi non è solo divertente, ma anche antiaging
Il corpo umano è nato per il movimento. Si tratta di un vero e proprio strumento con la capacità di adattarsi. L’irrigidimento muscolo tendineo e articolare, non è altro che il primo sintomo di una perdita di funzionalità organica data dalla mancanza di stimoli. L’elasticità dei ginnasti, ad esempio, non è altro che frutto di un allenamento, ovvero la somministrazione di stimoli progressivi e costanti, che ha permesso di esprimere il massimo potenziale latente di cui tutti, potenzialmente, sono provvisti in età preadolescenziale.
La vita sedentaria, nel corso degli anni, non fa altro che limitare il nostro ventaglio di stimoli legati al movimento. Il nostro corpo avrà quindi necessità di mantenere soltanto la capacità di stare seduti, in piedi o coricati. Con il tempo, tali abitudini così perdurate, porteranno i nostri poveri tendini e legamenti ad accorciarsi e a indebolirsi.
Stessa cosa vale per il sistema circolatorio. L’esercizio fisico genera una vera e propria capillarizzazione nei nostri muscoli. Il cuore e i vasi sanguigni si irrobustiscono, tanto che il battito cardiaco tende a rallentare, le arterie diventano elastiche e tutto il corpo, anche a riposo, comincia a essere molto più ossigenato. Ciò che consegue è anche un aumento della velocità metabolica.
È tutta una questione di stimoli, che hanno effetto tanto più sono intensi e prolungati, ovviamente senza mai estremizzare.
Ne consegue che, come è ovvio, venti minuti di movimento, anche se relativamente intenso, non potranno fare molto contro decine di ore settimanali passate davanti a una scrivania.
I segreti antiaging dei popoli del mondo
Avete mai sentito parlare delle famose zone blu? Si tratta di aree geografiche in cui la popolazione ha ottenuto una longevità davvero impressionante. Parliamo di luoghi sulla terra i cui abitanti raggiungono e superano spesso i cento anni di età. Le principali zone sono le seguenti: l’isola di
Okinawa (Giappone), la provincia di Nicoya (Costa Rica), Icaria (Grecia), e la regione dell’Ogliastra, in Sardegna.
Ora, che cos’hanno in comune queste zone? Apparentemente nulla.
Si tratta di popoli fortemente legati ognuno alle proprie tradizioni, completamente diverse le une dalle altre, e sviluppate in zone del mondo molto differenti, per clima e latitudine.
Anche l’alimentazione di quelle persone è ovviamente molto differente. Prendendo ad esempio la nostra più vicina Sardegna, così per poterla meglio comprendere, la popolazione ha sempre seguito un’alimentazione fatta sì di piatti tipici, ma rigorosamente a km.0, sfruttando ciò che la terra che la ospitava aveva da offrire.
Ed è proprio questo che hanno in comune le zone blu: il legame delle persone con la propria terra. La propensione a una vita all’aperto, capace di garantire non solo il movimento fisico costante e l’esposizione alla luce e all’ambiente esterno, ma di offrire un’alimentazione più semplice ed equilibrata. Proprio la minor evoluzione sociale ha protetto questi popoli dai processi degenerativi che altro non sono se non gli effetti collaterali dell’evoluzione sociale a cui siamo stati soggetti tutti noi.
La vita antiaging è più semplice di quello che pensiamo
Qual è, dunque, il messaggio che dobbiamo trarre da tutte queste premesse? Che cosa dobbiamo fare, realmente, per acquisire una maggior salute psicofisica?
Sicuramente, fermarci a riflettere. Fermarci, e smettere di lasciare che i messaggi dei media catturino la nostra attenzione con i loro brillanti e superficiali risultati scientifici.
Dobbiamo imparare, o meglio RE-imparare, a volerci bene, e questo deve necessariamente passare per la riscoperta della nostra terra e delle nostre tradizioni. Antiaging significa: uscire più spesso all’aria aperta, respirare aria meno inquinata, e ricostruire un vero rapporto tra noi e la natura.
Muoversi all’aperto è la prima regola
Abbiamo bisogno di riscoprire il movimento. Non dobbiamo per forza iscriverci in palestra e trascorrere del tempo con l’obiettivo di bruciare calorie in ambienti asettici e artificiali, perché questo viene inteso dalla nostra psiche come un vero e proprio sacrificio a cui doversi sottoporre, come un costo da sostenere per poter guadagnare una migliore salute. In questo modo è ovvio che, poi, la maggior parte delle persone abbandonano l’abbonamento dopo poche sedute. Dobbiamo amare ciò che facciamo, questo è l’unico modo per rendere sostenibili nel tempo abitudini migliori di quelle che abbiamo drammaticamente acquisito. Se non ci piace andare in palestra, non dobbiamo andarci per forza. Se nuotare, andare in bicicletta o giocare a calcetto con gli amici ci sa dare più piacere, è su questo che dobbiamo concentrarci. Anche dedicarsi all’orto, camminare in montagna o persino andar per funghi possono essere ottime attività.
Inoltre, attività come il Pilates e lo Yoga possono favorire di molto il nostro organismo e sono un ottimo antiaging. Ci permettono di ampliare l’arco di movimento delle nostre articolazioni, rendendo molto più elastici muscoli e legamenti.
Antiaging è anche imparare a fare la spesa
Facciamo in modo che il nostro cervello inizi ad abbinare al movimento fisico anche una sensazione di ricompensa e benessere psicoemotivo e, soprattutto, dobbiamo imparare a prenderci cura di noi stessi a tavola, partendo dal momento in cui andiamo a fare la spesa.
Forse, una maggior consapevolezza sarà in grado di portare le persone a dedicare uno spazio più ampio del proprio carrello a prodotti come frutta e verdura, cereali e legumi, invece che merendine, alimenti pronti e confezionati.
E in caso di dubbi, proprio le tradizioni dovrebbero giungere in soccorso, grazie alla riscoperta delle ricette e dei piatti tipici delle nostre terre, che sono sempre stati i più grandi segreti della longevità di ogni popolo. Ricominciando a preparare noi stessi il nostro cibo, saremo molto più consapevoli, e potremo finalmente ricominciare a mangiare e a vivere meglio.