Non si attraversano indenni le pagine dell’ultimo romanzo di Elena Stancanelli, “La femmina nuda”, perché si esce provati da questa lettura, dopo essersi consapevolmente immedesimati nelle sue parole.
Ancora una volta l’amore è il sentimento al centro della narrazione, probabilmente perché le sue mille sfaccettature fanno sì che non ci si annoi mai a sentirne parlare, sebbene sia dai tempi di Romeo e Giulietta che esso ci viene propinato in tutti i modi possibili.
Nonostante ciò, siamo sempre disposti ad addentrarci nella lettura di un nuovo spaccato di vita da esso dominato, nella consapevolezza tutta moderna che a tanto di positivo ad esso associato corrisponda un equo peso negativo.
Insieme ad Elena Stancanelli facciamo i conti con una delle situazioni più consuete tipiche di una storia d’amore, il tradimento seguito dall’abbandono, un modus vivendi che a molti è toccato sperimentare nella quotidianità.
A vivere felici e contenti sono davvero pochi, mentre i più sono succubi della ricerca di una felicità a tutti i costi, che dovrebbe rendere la loro vita migliore, principio questo che l’autrice ritiene necessario smontare dalle sue fondamenta, lasciando il dovuto spazio all’infelicità.
Una Anna tecnologica protagonista del racconto di Elena Stancanelli
Alla tolstoiana Anna Karenina, che consuma quanto rimane della sua passione d’amore facendosi travolgere da una locomotiva, Elena Stancanelli contrappone la sua creazione,un’Anna moderna, combattiva, vendicativa, capace di azioni che mai avrebbe pensato di compiere in tempi non sospetti.
Questa Anna è una donna che capito che la relazione col suo compagno, Davide, ha ormai esaurito le sue potenzialità, ma nonostante ciò e nonostante le avventure che entrambi si concedono senza rivelare nulla al partner conduce stancamente il suo tempo e il suo rapporto, ignorando con voluta noncuranza i segnali di pericolo.
Quando però per una disattenzione di Davide il suo tradimento, la sua relazione con un’altra donna consumata anche grazie ai social e alle altre diavolerie tecnologiche appare in tutta la sua evidenza, Anna sembra impazzire di gelosia e di rabbia: di fronte all’evidenza negata, dopo che Davide l’ha lasciata da sola, scivola in un baratro di irrazionalità e perde i contatti con la sua intelligenza e col suo raziocinio.
In quanti, ma soprattutto in quante di noi è vissuta un’Anna?
Sono tanti coloro che hanno attraversato la palude della solitudine, che si sono trovati nel volgere di poco tempo scaraventati al fondo dell’indice di gradimento dell’altra persona, che hanno dovuto fare i conti con l’idea che l’amore è eterno sinchè dura.
Questa Anna però si trasforma, inizia a seguire e anche perseguitare Davide e la donna di cui lui si è invaghito, controlla le mail, i profili Facebook mediante account fasulli, i di lui spostamenti mediante le applicazioni del telefono, si trasforma in una sorta di stalker disposto a piegarsi alle azioni più bieche pur di raggiungere il suo scopo, che è in fondo soltanto capire.
Elena Stancanelli denuda la sua donna tradita
In questo percorso Anna si sveste di dignità, rimane nuda col suo dolore e la sua follia, trascorre un anno di tomenti supportata solo dalla sua più cara amica, Vale.
Beve e ingurgita antidepressivi, perde chili e il dominio della sua intelligenza, si lascia vivere giorno dopo giorno costruendo fantasie immaginifiche sulla relazione tra Davide e la sua nuova giovane donna, di cui ha ancora avuto modo di intercettare foto hot sul cellulare dell’uomo.
Anna vorrebbe uccidersi, vorrebbe ucciderla, la segue, li spia, la contatta, li trasforma nella sua ossessione quotidiana.
Elena Stancanelli ha accompagnato la sua protagonista in questo baratro, nella autodistruzione del suo corpo e della sua mente, sino a quello che appare essere un punto di non ritorno, di fronte al quale però Anna si arresta, si riprende, solleva lo sguardo e lascia dietro di sé il dolore che ha attraversato e fatto proprio.
Come la stessa scrittrice dichiara, questa donna ha messo in atto una dispettosa ribellione contro la felicità, si è tormentata sino ad annientarsi ma poi ha riguadagnato la sua intelligenza e la sua consapevolezza.
Una volta tornata ad essere una donna padrona di sé, molto diversa da quella di prima ma non necessariamente migliore, Anna scrive di sé e dei suoi tormenti proprio a Vale, rovesciando fuori da sé tutto ciò che aveva tenuto segregato senza rivelarlo a nessuno.
Il romanzo è costituito da questa lettera a posteriori, scritta a fatti ormai compiuti, quando la protagonista non può far altro che parlare sarcasticamente di sé e delle sue scelte, dell’anno di idiozia vissuto a rincorrere un uomo e una donna del tutto estranei alla sua vita.
Una storia dura, quella raccontata dall’autrice, pronta a denunciare le follie femminili coniugate con una concezione distorta dell’amore.
Una donna tradita e ingannata può trasformarsi in una persecutrice senza tregua, capace però di maturare un sentimento di autodistruzione senza pari, in una confusione di ruoli che la porta a smarrire l’esatta percezione del sé.
Resta solo una femmina, una femmina nuda, spogliata persino del desiderio di esistere, ma capace di un riscatto finale, di un guizzo che fa parte del suo stesso dna, che le impedisce di precipitare nel baratro e la riporta alla vita.
TITOLO : La femmina nuda
EDITORE . La nave di Teseo
PAGG. 156, EURO 17,00