Un fenomeno editoriale: questo fu l’esito del primo romanzo del giovane scrittore giapponese Kawamura Genki, “Se i gatti scomparissero dal mondo”.
Pubblicato in Giappone nel 2012, vendette quasi due milioni di copie e fu tradotto in dieci lingue.
Arrivato in Italia nel 2019/2020, conquistò i lettori amanti della letteratura giapponese e continua tuttora a raccogliere consensi.
Traguardi di tutto rispetto per una storia che si snoda come una fiaba moderna intrisa di leggende antiche, dell’eco delle favole, del ricordo della filosofia new age.
Il mondo di Genki Kawamura
La biografia di Genki Kawamura, classe 1979, stupisce per la ricchezza della sua produzione in diversi comparti artistici e il numero di riscontri positivi ottenuti.
Produttore cinematografico, scrittore, sceneggiatore, regista e autore di libri illustrati, si può considerare figlio d’arte.
Fu suo padre ad avvicinarlo al mondo del cinema, di cui egli si innamorò a tre anni grazie a E.T., di un amore che sarebbe poi diventato travolgente.
Poco più che trentenne, forte di un successo indiscusso nel mondo del cinema si avvicinò al romanzo, immaginando un mondo dal quale poter far scomparire per incanto una qualsiasi cosa.
Da un’idea utile forse per un gioco tra amici, Genki Kawamura seppe trarre l’ispirazione per una riflessione su di noi e sulla nostra quotidianità, sul nostro dare per scontato tutto ciò che ci circonda, della cui utilità neanche ci rendiamo più conto.
La fiaba si trasforma allora in qualcosa di ben diverso, un romanzo filosofico dal finale aperto, che lascia a ciascuno il compito di trasferire su se stesso il lavoro di riflessione messo in atto dal protagonista.
Un postino e il Diavolo, uno scontro serrato
Protagonista della vicenda è un postino, un anonimo trentenne che si accontenta della vita solitaria che conduce insieme a Cavolo, il suo amatissimo gatto goloso di tonno.
Più che il presente è il passato a riempire i suoi pensieri, il ricordo della famiglia, del padre e soprattutto della madre, per non parlare di Lattuga, predecessore di Cavolo.
I gatti hanno da sempre un ruolo da protagonisti sia nelle fiabe che nelle favole, si va dal gatto di Pinocchio a quello con gli Stivali, dalla gatta Cenerentola di Basile al gatto maestro di volo e di vita di Sepulveda.
Anche Genki Kawamura gli riserva un posto di tutto rispetto, ne fa il punto di svolta di tutta la sua storia.
La vita di Cavolo e del suo padrone procede senza scossoni sino a quando, del tutto imprevista, arriva una funesta notizia: il dolore alla testa che si ripete con lancinante insistenza è purtroppo il sintomo di un tumore al cervello di quarto grado.
I medici non danno speranze, qualche settimana di vita o poco di più.
Lo sconforto prende il sopravvento, cosa fare in un lasso di tempo così ristretto per dare un senso alla vita vissuta?
Stilare una lista delle dieci cose da fare prima di morire? Ribellarsi e urlare con rabbia contro un destino crudele? Scivolare nella tristezza e nella disperazione?
Tutto lecito e scontato, un po’ meno risvegliarsi sdraiati in terra e sentirsi apostrofare in casa propria da un tizio che veste camicia di stile hawaiano e bermuda, con occhiali da sole sulla testa e piglio deciso.
Ma soprattutto, un tizio che si presenta come il Diavolo.
Per non venir meno al topos letterario che ha attraversato la letteratura, anche Genki Kawamura gli affida il compito di stipulare un patto con il postino, sulla base di una tacita legge che regola il nostro mondo: per ottenere qualcosa bisogna sacrificarne un’altra.
A fronte della morte imminente, al protagonista può essere regalato un giorno di vita in più facendo scomparire in modo definitivo qualcosa da questo mondo.
Una proposta di certo bizzarra, con la clausola che sarà il Diavolo a decidere cosa far scomparire.
L’attaccamento alla vita e l’istinto di sopravvivenza hanno la meglio e il patto viene stretto, ma non sarà facile tener fede alle regole.
Genki Kawamura ci porta a riflettere su noi stessi e il nostro mondo
Una settimana di vita in più, è questa la promessa del Diavolo.
In questi pochi giorni il protagonista si trova a ripercorrere la sua esistenza, tenta di riportare in vita legami sciolti da tempo, come quello con la ragazza che aveva molto amato, si perde in fantasie che richiamano sua madre, morta da tempo, e suo padre, con cui ha rotto ogni rapporto.
Dobbiamo davvero attendere di non avere più tempo per comprendere che cosa avremmo desiderato fare, quali scelte siano state importanti e quali no, quali occasioni siano state sprecate?
Sette giorni sono pochi, anche perché per averli bisogna essere pronti alla rinuncia pattuita.
In un incipit ironico, Genki Kawamura immagina che il Diavolo decida di far scomparire dal mondo il cioccolato, senza però averlo mai assaggiato: nel momento in cui ciò avviene rinuncia immediatamente alla sua scelta, rivelandosi debolmente goloso come gli umani.
Le sue scelte successive, però, che siano orologi, telefoni o film, inducono il protagonista a chiedersi che cosa succederebbe nel mondo, se davvero essi scomparissero.
Ed ecco che lo sguardo si allarga, dalla riflessione sul sé si sposta sull’umanità intera, dall’egoismo si passa all’altruismo, alla considerazione del tutto di cui facciamo parte.
Ognuno dovrebbe provare a fare questo ragionamento, senza bisogno di stabilire patti col diavolo.
Nelle pagine di straordinaria leggerezza e intensità di Genki Kawamura si intravede questa volontà di fare del suo protagonista un esempio da seguire, ma nella quotidianità, non nell’immediatezza della morte.
Quando il Diavolo sceglie di far scomparire i gatti dal mondo al povero postino si impone di fare una scelta dolorosa, di calpestare affetti tanto profondi da essere diventati vitali.
E’ il momento più difficile, la vita di Cavolo e di tutti i gatti in cambio di un giorno in più.
Per fare cosa, poi?
Alla resa dei conti ha valore solo il modo in cui siamo vissuti, non la vita che non abbiamo scelto, non i rimpianti per non aver fatto determinate scelte.
Può essere buffo che a insegnarcelo sia il Diavolo, la parte oscura del nostro cuore e della nostra mente.
È un postino a farci capire, riflettendo sul suo gatto e su di sé, che non si possono far prevalere i capricci egoisti sui bisogni degli altri.
Il Diavolo torni a rintanarsi nei suoi oscuri meandri e l’addio al mondo sia il migliore possibile, il più profondo e il più sentito.
TITOLO : Se i gatti scomparissero dal mondo
EDITORE : Einaudi
PAGG. 176 EURO 10,00 (versione eBook euro 3,99)