Maria Teresa De Donato, una saga familiare per riscoprire le proprie radici
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Maria Teresa De Donato, una saga familiare per riscoprire le proprie radici

30/05/2020
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Maria Teresa De Donato, romana di nascita ma da molti anni residente negli Stati Uniti, è un’eclettica scrittrice, con numerose pubblicazioni al suo attivo in italiano e in inglese.

Profonda conoscitrice dell’animo umano, ha raccolto nel suo ultimo lavoro, “Anelli mancanti”, la storia della sua famiglia sia nel ramo paterno che in quello materno.

Il suo è stato un percorso molto accorto, minuzioso e certosino, che l’ha portata a ritroso negli anni sino al Medioevo, collegando intrecci familiari e tessendo un arazzo compiuto sulla sua genealogia.

Il taglio molto particolare dato alla sua narrazione, legata esclusivamente ai suoi cari, ma estendibile come esempio o come raccordo alle tante famiglie che si sono per breve tempo intrecciate alla sua, deriva anche dalla sua formazione, dai suoi studi, dai suoi interessi, che l’hanno portata molto lontana dalla sola narrativa, offrendole l’opportunità di osservare a 360 gradi la realtà del passato.

Maria Teresa De Donato, dopo studi iniziali legati all’apprendimento delle lingue straniere e un successivo percorso alla Scuola Superiore di Giornalismo “Accademia” approfondito presso l’American College of Journalism negli Usa, ha poi indirizzato la sua attenzione verso la medicina naturale.

E’ così diventata una Dottoressa in Salute Olistica, e più precisamente, una Naturopata Tradizionale ed Omeopata Classica; si occupa di Alimentazione e di Erbalismo sia occidentali sia orientali, inclusi quindi principi di Ayurveda e di Medicina Tradizionale Cinese e di altre metodologie olistiche; svolge da anni attività di Coaching Personale e Spirituale ( come esaurientemente esplicitato in un’intervista da lei rilasciata).

Come si lega tutto questo al racconto di una storia familiare?

E’ un legame in realtà molto forte che va ricercato nella filosofia di vita dell’autrice: possiamo capire realmente chi siamo solo viaggiando a ritroso, scavando sino alle più profonde nostre radici, consapevoli del fatto che il nostro stesso DNA è il risultato di innumerevoli fusioni e scambi di informazioni, un documento d’identità che ci rende assolutamente unici tra miliardi di altri individui.

La storia del nostro essere ciò che siamo può essere studiata con l’occhio clinico dello scienziato oppure in una visione diacronica attenta agli alberi genealogici, alla biografia di avi e trisavoli, agli strascichi inevitabili che la Storia ha lasciato nelle identità soggettive.

E’ con questa prospettiva che Maria Teresa De Donato ha raccolto tutte le possibili informazioni su genitori, nonni, bisnonni, trisavoli e ancora più indietro nel tempo, seguendo la traccia lasciata da cognomi che sono poi confluiti nel suo.

Un anello dopo l’altro, un nome dopo l’altro, pazientemente è stata scritta questa storia, in cui gli anelli mancanti non sono tanto i personaggi a cui non si riesce a risalire, bensì anche e soprattutto i casi fortuiti che hanno indirizzato le vite dei progenitori, i sentimenti e le passioni che li hanno indotti a compiere una scelta anziché un’altra: l’autrice ha ricompattato il più possibile l’insieme, legando con il suo affetto e il suo amore per la famiglia le parti deboli, per sciogliere dubbi e perplessità.

Maria Teresa De Donato, quello che oggi siamo alla luce di ciò che gli altri sono stati

Dalla sua attuale attività Maria Teresa De Donato ha ricavato alcuni basilari principi che hanno validità universale e possono quindi essere applicati al suo romanzo autobiografico-storico-genealogico.

Il primo passo consiste nel conoscere chi realmente siamo, il secondo nell’essere profondamente motivati nelle nostre azioni e il terzo nel perseguire i propri sogni agendo in maniera pratica, costante e determinata, passo dopo passo, verso gli obiettivi che ci si è posti.

Ecco dunque la volontà ribadita in molte occasioni di ricostruire una storia completa delle proprie origini che sia di utilità e di piacevolezza in primis per se stessa e poi per coloro che in essa troveranno un interesse personale, il tutto realizzato mediante una ricerca attenta e puntuale di informazioni, documenti, memorie e conoscenze esterne.

E’ un racconto che nasce dal cuore ma non è mai privo di rigore storico, i fatti individuali si ricollegano sempre a quelli collettivi, trovando la loro ragione d’essere.

I genitori sono ovviamente il  vissuto più forte dell’autrice, di loro ricorda gli insegnamenti volti a renderla una donna colta e preparata, pronta ad affrontare con determinazione il futuro, senza sprecare le sue potenzialità.

La mamma Michela, di origine beneventana, cresciuta con le difficoltà della guerra, era molto intelligente e possedeva un grande talento naturale, uniti a una altrettanto naturale bellezza: nata povera, non volle che i suoi figli patissero mai la fame, lavorando sempre come poche donne a suo tempo potevano fare, trasmettendo a sua figlia l’amore per la cura di sé e l’estro creativo.

Pur non potendo realizzare completamente i suoi sogni, diventò però una manager ante litteram e viaggiò piena di entusiasmo nella seconda parte della sua vita.

Ben diversa la vicenda del papà Vincenzo, cresciuto in un agio che poi non potè mantenere nella vita adulta e che rimpianse sempre, trasformandolo in uno dei tanti motivi che lo indussero a trovare nell’alcool una soluzione ai suoi problemi.

Benchè fosse un uomo aitante, sportivo, colto e appassionato di letteratura antica e di arte, non trovò la forza di uscire dalla sua personale prigionia, pur avendo al suo fianco una donna forte e comprensiva, tanto che per l’autrice il suo rapporto con lui si trasformò in un problema, mai completamente risolto.

Maria Teresa, la sorella e il fratello cercarono di aiutarlo, ma a nulla servirono i loro sforzi, soprattutto dopo la morte della mamma, a cui lui sopravvisse soltanto sei anni.

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Maria Teresa De Donato e i più lontani antenati

Lasciati i ricordi più vivi, Maria Teresa De Donato scivola verso un passato sempre più lontano e affascinante, documentando la sua appassionata ricerca: di matrimonio in matrimonio, di cognome in cognome conosciamo i nonni e gli zii (soprattutto le zie, signorine d’altri tempi), le loro origini, il modo in cui vissero la loro esistenza e come influenzarono quella dei loro successori: è questo un principio basilare per l’autrice, conscia che sarebbe bastato un minimo scarto perché le cose andassero diversamente.

Il cammino di ricerca la porta sino al  Medioevo, attraverso lo studio dei cognomi, che allora designavano per lo più una caratteristica lavorativa dell’individuo, a raggiungere la corte di Federico II, l’imperatore di Svevia che divenne anche Re di Sicilia e trasferì la sua sede a Palermo.

Ogni personaggio storico gode di una profonda attenzione da parte della scrittrice, ogni avvenimento viene esplicitato nelle sue implicazioni, come accade per il primo e il secondo conflitto mondiale, affinchè al lettore risultino chiare le concatenazioni e la convinzione che nulla accade per caso, ma tutto segue un suo percorso.

Le vicende di nonno Vittorio e i suoi matrimoni, le passioni di zia Rita, la vita difficile di zia Rosa, gli anni vissuti a Gaeta e a Roma, i possedimenti e i grandi palazzi dei tempi dell’agio, il rincorrersi di titoli nobiliari, i capelli biondi e gli occhi azzurri eredità dei normanni o degli Svevi, i Longobardi e i Prussiani tra i tanti antenati, ma anche i medici e gli avvocati nei secoli XIX e XX  sono alcuni dei protagonisti delle pagine di “Anelli mancanti”, insieme a tanti altri elementi.

Un libro ricco di  contenuti e di rimandi, dunque, una storia che scivola attraverso i secoli e può essere di sollecitazione a chi abbia incrociato il proprio percorso con quello dei Trotta o dei Pennetti.

Maria Teresa De Donato rappresenta una guida sicura nel nostro avvicinarci al suo articolato albero genealogico, per non sentirsi smarriti in mezzo a tanti personaggi.

Sicuramente a lei riconosciamo il grande merito di aver raggiunto uno dei principali obiettivi della vita di ognuno: capire che tutti siamo dotati di un grande potenziale e che dobbiamo solo identificarlo e lavorare diligentemente per utilizzarlo.  Così come lei ha fatto in questa avventura narrativa.

 Maria Teresa De Donato, una saga familiare per riscoprire le proprie radici Maria Teresa De Donato, romana di nascita ma da molti anni residente negli Stati Uniti, è un’eclettica scrittrice, con numerose pubblicazioni al suo attivo in italiano e in inglese. Profonda conoscitrice dell’animo umano, ha raccolto nel suo ultimo lavoro, “Anelli mancanti”, la storia della sua famiglia sia nel ramo paterno che in quello materno. Il suo è stato un percorso molto accorto, minuzioso e certosino, che l’ha portata a ritroso negli anni sino al Medioevo, collegando intrecci familiari e tessendo un arazzo compiuto sulla sua genealogia. Il taglio molto particolare dato alla sua narrazione, legata esclusivamente ai suoi cari, ma estendibile come esempio o come raccordo alle tante famiglie che si sono per breve tempo intrecciate alla sua, deriva anche dalla sua formazione, dai suoi studi, dai suoi interessi, che l’hanno portata molto lontana dalla sola narrativa, offrendole l’opportunità di osservare a 360 gradi la realtà del passato. Maria Teresa De Donato, dopo studi iniziali legati all’apprendimento delle lingue straniere e un successivo percorso alla Scuola Superiore di Giornalismo “Accademia” approfondito presso l’American College of Journalism negli Usa, ha poi indirizzato la sua attenzione verso la medicina naturale. E’ così diventata una Dottoressa in Salute Olistica, e più precisamente, una Naturopata Tradizionale ed Omeopata Classica; si occupa di Alimentazione e di Erbalismo sia occidentali sia orientali, inclusi quindi principi di Ayurveda e di Medicina Tradizionale Cinese e di altre metodologie olistiche; svolge da anni attività di Coaching Personale e Spirituale ( come esaurientemente esplicitato in un’intervista da lei rilasciata). Come si lega tutto questo al racconto di una storia familiare? E’ un legame in realtà molto forte che va ricercato nella filosofia di vita dell’autrice: possiamo capire realmente chi siamo solo viaggiando a ritroso, scavando sino alle più profonde nostre radici, consapevoli del fatto che il nostro stesso DNA è il risultato di innumerevoli fusioni e scambi di informazioni, un documento d’identità che ci rende assolutamente unici tra miliardi di altri individui. La storia del nostro essere ciò che siamo può essere studiata con l’occhio clinico dello scienziato oppure in una visione diacronica attenta agli alberi genealogici, alla biografia di avi e trisavoli, agli strascichi inevitabili che la Storia ha lasciato nelle identità soggettive. E’ con questa prospettiva che Maria Teresa De Donato ha raccolto tutte le possibili informazioni su genitori, nonni, bisnonni, trisavoli e ancora più indietro nel tempo, seguendo la traccia lasciata da cognomi che sono poi confluiti nel suo. Un anello dopo l’altro, un nome dopo l’altro, pazientemente è stata scritta questa storia, in cui gli anelli mancanti non sono tanto i personaggi a cui non si riesce a risalire, bensì anche e soprattutto i casi fortuiti che hanno indirizzato le vite dei progenitori, i sentimenti e le passioni che li hanno indotti a compiere una scelta anziché un’altra: l’autrice ha ricompattato il più possibile l’insieme, legando con il suo affetto e il suo amore per la famiglia le parti deboli, per sciogliere dubbi e perplessità. Maria Teresa De Donato, quello che oggi siamo alla luce di ciò che gli altri sono stati Dalla sua attuale attività Maria Teresa De Donato ha ricavato alcuni basilari principi che hanno validità universale e possono quindi essere applicati al suo romanzo autobiografico-storico-genealogico. Il primo passo consiste nel conoscere chi realmente siamo, il secondo nell’essere profondamente motivati nelle nostre azioni e il terzo nel perseguire i propri sogni agendo in maniera pratica, costante e determinata, passo dopo passo, verso gli obiettivi che ci si è posti. Ecco dunque la volontà ribadita in molte occasioni di ricostruire una storia completa delle proprie origini che sia di utilità e di piacevolezza in primis per se stessa e poi per tutti coloro che in essa troveranno un interesse personale, il tutto realizzato mediante una ricerca attenta e puntuale di informazioni, documenti, memorie e conoscenze esterne. E’ un racconto che nasce dal cuore ma non è mai privo di rigore storico, i fatti individuali si ricollegano sempre a quelli collettivi, trovando la loro ragione d’essere. I genitori sono ovviamente il vissuto più forte dell’autrice, di loro ricorda gli insegnamenti volti a renderla una donna colta e preparata, pronta ad affrontare con determinazione il futuro, senza sprecare le sue potenzialità. La mamma Michela, di origine beneventana, cresciuta con le difficoltà della guerra, era molto intelligente e possedeva un grande talento naturale, uniti a una altrettanto naturale bellezza: nata povera, non volle che i suoi figli patissero mai la fame, lavorando sempre come poche donne a suo tempo potevano fare, trasmettendo a sua figlia l’amore per la cura di sé e l’estro creativo. Pur non potendo realizzare completamente i suoi sogni, diventò però una manager ante litteram e viaggiò piena di entusiasmo nella seconda parte della sua vita. Ben diversa la vicenda del papà Vincenzo, cresciuto in un agio che poi non potè mantenere nella vita adulta e che rimpianse sempre, trasformandolo in uno dei tanti motivi che lo indussero a trovare nell’alcol una soluzione ai suoi problemi. Benchè fosse un uomo aitante, sportivo, colto e appassionato di letteratura antica e di arte, non trovò la forza di uscire dalla sua personale prigionia, pur avendo al suo fianco una donna forte e comprensiva, tanto che per l’autrice il suo rapporto con lui si trasformò in un problema, mai completamente risolto. Maria Teresa, la sorella e il fratello cercarono di aiutarlo, ma a nulla servirono i loro sforzi, soprattutto dopo la morte della mamma, a cui lui sopravvisse soltanto sei anni. Maria Teresa De Donato e i più lontani antenati Lasciati i ricordi più vivi, Maria Teresa De Donato scivola verso un passato sempre più lontano e affascinante, documentando la sua appassionata ricerca: di matrimonio in matrimonio, di cognome in cognome conosciamo i nonni e gli zii (soprattutto le zie, signorine d’altri tempi), le loro origini, il modo in cui vissero la loro esistenza e come influenzarono quella dei loro successori: è questo un principio basilare per l’autrice, conscia che sarebbe bastato un minimo scarto perché le cose andassero diversamente. Il cammino di ricerca la porta sino al Medioevo, attraverso lo studio dei cognomi, che allora designavano per lo più una caratteristica lavorativa dell’individuo, a raggiungere la corte di Federico II, l’imperatore di Svevia che divenne anche Re di Sicilia e trasferì la sua sede a Palermo. Ogni personaggio storico gode di una profonda attenzione da parte della scrittrice, ogni avvenimento viene esplicitato nelle sue implicazioni, come accade per il primo e il secondo conflitto mondiale, affinchè al lettore risultino chiare le concatenazioni e la convinzione che nulla accade per caso, ma tutto segue un suo percorso. Le vicende di nonno Vittorio e i suoi matrimoni, le passioni di zia Rita, la vita difficile di zia Rosa, gli anni vissuti a Gaeta e a Roma, i possedimenti e i grandi palazzi dei tempi dell’agio, il rincorrersi di titoli nobiliari, i capelli biondi e gli occhi azzurri eredità dei normanni o degli Svevi, i Longobardi e i Prussiani tra i tanti antenati, ma anche i medici e gli avvocati nei secoli XIX e XX sono alcuni dei protagonisti delle pagine di “Anelli mancanti”, insieme a tanti altri elementi. Un libro ricco di contenuti e di rimandi, dunque, una storia che scivola attraverso i secoli e può essere di sollecitazione a chi abbia incrociato il proprio percorso con quello dei Trotta o dei Pennetti. Maria Teresa De Donato rappresenta una guida sicura nel nostro avvicinarci al suo articolato albero genealogico, per non sentirsi smarriti in mezzo a tanti personaggi. Sicuramente a lei riconosciamo il grande merito di aver raggiunto uno dei principali obiettivi della vita di ognuno: capire che tutti siamo dotati di un grande potenziale e che dobbiamo solo identificarlo e lavorare diligentemente per utilizzarlo. Così come lei ha fatto in questa avventura narrativa. AUTORE : Maria Teresa De Donato TITOLO : Anelli mancanti EDITORE : Independently published PAGG. 283, Euro 21,00AUTORE : Maria Teresa De Donato

TITOLO : Anelli mancanti

EDITORE : Independently published

PAGG. 283,    Euro 21,00

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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