E’ bionda, bella, con un sorriso smagliante che emana calore e simpatia: Michelle Hunziker non ha granché da invidiare agli altri, considerato anche il suo successo nell’ambito lavorativo.
Due matrimoni alle spalle, uno con Eros Ramazzotti ed il secondo con Tomaso Trussardi, è madre di tre figlie i cui nomi ci aprono alla speranza e alla gioia, Aurora, Sole e Celeste.
Ma come in tutte le fiabe, anche in quella di una moderna Cenerentola, figlia di un padre alcolizzato, incapace di portare a termine gli studi intrapresi, con un’adolescenza da ribelle autosufficiente, compare un nemico, un antagonista feroce che le sbarra il cammino della vita in un’età troppo precoce per possedere gli strumenti dell’esperienza necessaria a sconfiggerlo.
Poco più che ventenne, Michelle Hunziker ha incrociato la sua strada con quella di una setta, dalle cui adulazioni è rimasta soggiogata per cinque lunghi anni.
Adesso che si ritiene davvero libera, ripulita dai residui di una vicenda che ha messo a dura prova i suoi legami affettivi più profondi, che ha influenzato tutti i suoi rapporti interpersonali e lavorativi, che l’ha coinvolta così tanto da farle perdere completamente la fiducia in se stessa e nelle sue capacità, adesso ha deciso di dare voce a quanto è successo, nella speranza di fornire un aiuto a coloro che credono nel potere magico delle sette e dei guru.
Così è nato “Una vita apparentemente perfetta”, un racconto autobiografico in cui non a caso l’avverbio è scritto in caratteri ridotti, a significare che ciò che si osserva dall’esterno, nelle vite dei personaggi pubblici, è solo una superficie brillante, sotto la quale talora si nascondono scomode verità.
Il cuore di Michelle Hunziker rapito da una setta
La storia è raccontata da Michelle attraverso un’analessi che supera le duecentocinquante pagine, lunga quanto è stato lungo il percorso fatto, con la certezza che ora è una donna diversa, felice e appagata, realizzata e sicura di sé, anche grazie a quello che è avvenuto nel passato, che le ha permesso di avere una seconda vita, una seconda possibilità.
Cadere vittime degli incantesimi di fatiscenti life-coach è facile quando si è giovani, inesperti e in crisi di identità: questa era la sua situazione nel 2001, allorquando era moglie di Eros Ramazzotti e madre di Aurora, agli inizi di una carriera mediatica resa possibile dalla campagna pubblicitaria di una ditta di intimo, che aveva affisso ovunque cartelloni pubblicitari con il fondoschiena di Michelle fasciato dagli slip Roberta.
Il rapporto coi genitori non era buono, la vita da moglie di una popstar era molto impegnativa e lo stress l’aveva condotta ad una forma psicosomatica di alopecia, evidente dai lunghi capelli biondi che ogni mattina rimanevano sul cuscino.
Michelle Hunziker aveva bisogno di un sostegno psicologico, ma il destino aveva in serbo per lei un’altra forma di terapia, esercitata attraverso la violenza psicologica.
In un momento in cui aveva necessità di ricevere amore incondizionato e totalizzante, aveva l’impressione che nessuno provasse un sentimento sincero per lei, non il marito, non la madre, tranne una donna, di nome Clelia, che le si era avvicinata offrendole proprio ciò che Michelle desiderava.
Il suo racconto contempla tutti i passaggi fatti sino al totale abbandono all’altra, al suo misticismo esasperato, nella convinzione di essere entrata a far parte di un gruppo di eletti, i Guerrieri della Luce, portatori del messaggio di Dio. Clelia è il maestro, la sua funzione è quella di purificare lo spirito dei prescelti, di individuare coloro che faranno da “canalizzatori”, di perseguitare la Finzione che alberga nel cuore degli impuri.
Tutte le persone che amano Michelle vengono a poco a poco escluse dal suo mondo, sono cinque anni in cui tutto ciò che le serve, a livello affettivo, le viene dato dalla setta, con l’obbligo di stare lontana dagli impuri e di gioire del successo lavorativo interpretandolo esclusivamente come un dono divino.
A Michelle Hunziker viene veicolato il messaggio delle tante vite già vissute, tutte conclusesi senza arrivare alla perfezione, che in quest’ultima occasione sembra essere a portata di mano. E’ stata ed è ancora la sorella di Gesù, capace di tradirlo non una sola, ma più e più volte.
Prigioniera di una consolazione che le riservava la setta, convinta di non avere nessuno al mondo che la ami sinceramente, travolta dai messaggi continui che le vengono rivolti, nel corso degli anni diventa vegana, pratica l’astinenza sessuale, indossa solo abiti bianchi e rafforza sempre di più il distacco dal mondo reale.
Poi, all’improvviso, uno squarcio, quando sua figlia, che ha sempre protetto e tenuto lontana dalla setta, le dice con semplicità che rivuole la sua mamma, la bionda e sorridente mamma che non è più stata negli ultimi anni, durante i quali la battaglia con l’ex marito ha avuto toni accesi proprio per la custodia di Aurora.
E’ l’inizio del cambiamento, Michelle Hunziker matura dentro di sé dubbi e sospetti, interpreta i dogmi trasmessi per ciò che realmente sono, capisce che la strada che porta a Dio non passa attraverso Clelia ed i suoi adepti e taglia di netto con tutti loro, sfidando i loro anatemi e le loro minacce.
Lentamente riallaccia i rapporti col mondo, si riconcilia con Eros, con sua madre, con la sua amica Simona, col suo agente, con tutti coloro che hanno tentato in tutti i modi di strapparla alla “nuova famiglia”, scontrandosi con la sua caparbietà.
Questa è la storia, il racconto di una vita solo apparentemente perfetta.
Michelle Hunziker, astro nascente nel panorama degli scrittori?
Giunti a pag. 257 del libro, ci si imbatte nei ringraziamenti della Hunziker e tra quelli di rito si trova anche quello rivolto a Francesca Parravicini, “il vero canale di questo racconto, perché non ha solo ascoltato e scritto, ma ha sentito”.
Dunque la vera autrice della biografia è lei? Il sospetto che i libri ufficialmente scritti da star di vario genere siano in realtà il prodotto di ghostwriter si trasforma in certezza di fronte a simili affermazioni.
E’ in questi contesti che ci si chiede se un libro come questo fosse davvero necessario o non sia altro che il frutto di una scaltra politica commerciale: il racconto della dipendenza di Michelle Hunziker avrebbe potuto concentrarsi all’interno di un buon articolo giornalistico o di una seria trasmissione televisiva, contenitori adeguati e più che sufficienti.
258 pagine, ripetitive in innumerevoli occasioni, disseminate di particolari privi di interesse agli occhi di chi non è stato coinvolto in prima persona sono davvero troppe, escludendo dal novero quei lettori (pochi) che alimentano la propria curiosità mediante il racconto di altre vite.
Non sappiamo dunque se Michelle Hunziker, simpaticissima e pluripremiata conduttrice, attrice, modella abbia spalancato le porte della scrittura, con la volontà di procedere su questa strada: questo libro che porta il suo nome in copertina ci ha lasciato insoddisfatti, soprattutto per lo stile troppo elementare e per i contenuti non accattivanti.
Viviamo in un tempo che fagocita gli scrittori, li mastica e ce li rende triturati dagli interessi commerciali, non certo dalla forza letteraria che essi possiedono: romanzi belli restano confinati in case editrici deboli, che non hanno la forza di raggiungere il grande mercato, mentre scrittori di cui nessuno sente il bisogno riempiono le vetrine delle librerie come strenne natalizie.
A Michelle Hunziker auguriamo ogni fortuna come moglie, madre e artista, ma non ce la sentiamo proprio di attendere con curiosità o desiderio un altro suo libro.
TITOLO : Una vita apparentemente perfetta
EDITORE : Mondadori
PAGG. 258, EURO 18,00