Ricordare il passato coi bambini di Robert Neumann

Ricordare il passato coi bambini di Robert Neumann

1946, L’Europa cerca di dimenticare gli anni che ne hanno sconvolto le sorti rendendola luogo di abbruttimento per l’uomo, ma coloro che attraverso questo inferno sono passati ed hanno avuto in sorte la sopravvivenza non sono propensi a tacere, a seppellire i ricordi, a menomare la memoria.

Essi vogliono ricordare per perpetrare l’orrore, perché solo attraverso la consapevolezza di  ciò che è stato si potrà un giorno prendere coscienza di come la verità dell’homo homini lupus non sia mai stata così concreta come negli anni precedenti.

Tra questi vi è Robert Neumann, scrittore austriaco di origine ebraica, libero di esprimere il suo pensiero negli anni Venti del secolo scorso e poi costretto alla fuga a Londra, mentre i suoi libri bruciavano nel rogo voluto dal regime hitleriano per mettere a tacere qualsiasi voce non omologata.

Rifiutare ciò che era stato sino a quel momento fu una scelta assoluta di Robert Neumann, il quale abbandonò anche la sua lingua  per adottare l’inglese e ritornare al tedesco soltanto molti anni dopo, poco prima della sua morte, nella certezza per altro che questa decisione poteva sembrare e forse era una sorta di monumento ai morti, alle vittime inconsapevoli della guerra, ma anche di certo alla lingua dei morti.

L’epopea dei bambini di Robert Neumann

Nel 1974, un anno prima della sua morte, l’autore riprese tra le mani un romanzo pubblicato nel 1946 in inglese e lo tradusse in tedesco, riconsegnandolo in fondo alle sue origini e decretandone ulteriore fortuna, dal momento che da circa trent’anni la voce dei suoi piccoli protagonisti veniva ascoltata ovunque.

“I bambini di Vienna” divenne così una storia potente che dava voce ai più indifesi, ai bambini, quelli che durante la guerra e al termine di essa si trovarono nella necessità di costruirsi un’esistenza priva dei fondamenti precedenti.

Di quale barbarie i bambini siano stati vittime nel corso della seconda guerra mondiale siamo tutti a conoscenza, di come siano scomparsi nel nulla nel corso della soluzione finale, di come siano stati abusati e sfruttati, di come siano a volte miracolosamente sopravvissuti ai loro stessi aguzzini.

I bambini protagonisti del romanzo di Robert Neumann si trovano nella condizione di non avere più un passato, sepolto sotto le macerie di Vienna, la loro città, e di non trovare neppure un appiglio per immaginare un futuro, dal momento che l’unico obiettivo da raggiungere è la sopravvivenza quotidiana.

Sono scampati alla guerra, qualcuno ha maturato l’esperienza del campo di concentramento e ne parla con un distacco quasi cinico, volendone esorcizzare la portata, vivono soli in un vecchio scantinato trovando nella forza di un gruppo così eterogeneo la spinta per iniziare ogni nuova giornata.

La cantina rimasta miracolosamente intatta dopo il crollo del palazzo soprastante diventa ai loro occhi un “bel posticino”, filtrano luce e aria e si vedono i movimenti delle persone che conducono fuori la loro esistenza: sono piedi, caviglie, scarpe, non identità.

Nel mondo fuori la vita continua, nella cantina i sei bambini sono come protetti in una bolla a sé stante, un microcosmo che manifesta la sua fragilità di fronte alle urgenze quotidiane, come il cibo.

Quando li accompagna all’esterno del loro rifugio protettivo, Robert Neumann non esita a scaraventarli nel baratro della crudeltà: così Goy è diventato abilissimo nel mercato nero sebbene sia solo un adolescente in inarrestabile crescita fisica, mentre Jid sembra invecchiato prima del tempo, appare come un uomo sfinito e non come un tredicenne che si affaccia alla vita, tanto che la sua abilità nel borseggio è ormai la sua caratteristica più apprezzata.

Un’infanzia in bianco e nero per i bambini di Robert Neumann

Una vita a colori è impensabile per questi ragazzi, traditi dal mondo nelle loro giuste speranze di futuro, costretti a lottare con gli uomini del comitato di quartiere che vorrebbero prendere possesso del loro rifugio.

Robert Neumann li ha resi un simbolo dell’infanzia negata, tratteggiandoli senza inutili compiacimenti e patetismi, con uno stile asciutto, secco, arido come può realisticamente essere un simile contesto.

A Ewa e Ate, che fanno parte del gruppo, è concessa una carta in più da giocare: possono trasformarsi in prostitute occasionali e racimolare quanto necessario per la loro grigia vita quotidiana.

I più piccoli sono Curls e una bambina malata, da lui amorevolmente accudita, ad esempio proteggendola dal freddo mediante fogli di giornale usati come coperta e d anche come strumento di informazione.

La vita di questi bambini di Vienna sembra scorrere ineluttabilmente verso il degrado, sino a quando in città non arriva con le truppe alleate il reverendo Hosea Washington Smith, il quale diventa per loro un’ancora di salvezza, sia materiale sia psicologica.

Non tutto potrà essere cambiato, qualcuno non riuscirà ad intravedere il traguardo, ma un barlume di miglioramento sarà visibile dagli altri.

Le brutture del mondo non potranno mai essere rimosse, insieme alle sofferenze vissute da bambini cresciuti troppo in fretta, diventati adulti secondo il peggiore dei modelli possibili, ma dopo il buio della cantina è offerta loro la possibilità di credere in una vita nuova.

Robert Neumann non si piega ad un finale ad effetto nella conclusione del suo racconto, rimane fortemente ancorato ad una visione realistica di una Storia da lui stesso vissuta, che ne ha fatto un uomo ramingo, fuggito dalle proprie origini, privato del diritto di esprimere un proprio pensiero.

I bambini di Vienna con la loro storia ci servano anche a questo, a ricordare che quanto leggiamo tra le pagine di un libro come questo non è finzione, ma bensì il risultato della interiorizzazione di una sofferenza per noi, oggi, quasi inimmaginabile.

Leggere per non dimenticare, sempre, ma in particolar modo nella Giornata della Memoria, dedicata a chi ha visto la sua voce spenta per sempre nel dolore.

Ricordare il passato coi bambini di Robert NeumannAUTORE : Robert Neumann

TITOLO : I bambini di Vienna

EDITORE : Guanda

PAGG. 216,  EURO 16,50

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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