Stefania Bertola, una surreale famiglia protagonista dell’ultimo romanzo
Primavera 2020, il lockdown ci investe come un ciclone a cui non eravamo preparati.
Tutto assume un nuovo aspetto, rimpiangiamo le piccole libertà perse e rimaniamo chiusi nelle nostre abitazioni in attesa di giorni migliori.
In questo clima surreale Stefania Bertola, scrittrice torinese, decide di fare un regalo a tutti i lettori che la seguono sulla sua pagina Facebook: un romanzo a puntate.
Sembra di essere tornati indietro di decenni, a quando le riviste pubblicavano settimanalmente un capitolo di romanzo per tenere in attesa soprattutto le lettrici, più fedeli e sistematiche.
Se vogliamo scomodare i grandi scrittori di Ottocento e Novecento, quelli per i quali pubblicare a puntate i propri lavori su fogli di giornale era la norma dal momento che, per il grande pubblico di massa che stava nascendo, questa rappresentava l’unica possibilità di lettura, non possiamo fare a meno di citare Honoré de Balzac, che ne fu il primo esimio rappresentante a partire dal 1831.
Spesso denigrato dalla letteratura “alta”, il feuilletton o romanzo d’appendice ha invece avuto un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione di massa, ha avvicinato ad esempio al romanzo sociale individui che non avrebbero mai affrontato la lettura di un volume di centinaia di pagine.
Stefania Bertola, in un contesto che nulla ha da spartire col passato se non la difficoltà del vivere, ha costruito il suo romanzo d’appendice 2.0, non su carta stampata ma sulle pagine di uno dei social più seguiti dagli adulti.
Una scelta originale e vincente: giorno dopo giorno, i suoi lettori aspettavano con ansia (facile dedurlo dai commenti in calce!) il proseguimento delle vicende della famiglia Boscolo, residente a Rivabella Lago in via delle Magnolie 11.
« Una mattina mi sono svegliata e ho trovato il maledetto virus, che per molti motivi ho odiato: quelli piú ovvi, certo, ma anche per la retorica insopportabile che ha scatenato intorno a sé. Come sfuggire alla melensaggine che si diffondeva a macchia d’olio, aggravando la pena di tutti? L’unica cosa che mi è venuta in mente è stata di offrire a chi avesse avuto voglia di servirsene una storia negativa al tampone, ma non solo, che del tampone proprio ignorasse l’esistenza. Cosí ogni mattina, dal 16 marzo al 3 maggio, mi sono alzata e come prima azione della giornata ho scritto cinque o sei pagine e le ho postate .»
Attraverso uno scambio costante di battute, la scrittrice ha dato vita poco per volta ai suoi protagonisti, aggiustando il tiro se necessario e giungendo ad una conclusione (giustamente) aperta, che lasciasse il desiderio di chiudere tutti i cerchi interni alla vicenda.
La squinternata famiglia Boscolo ha infine lasciato le pagine di Facebook per confluire in quelle cartacee e dare vita a “Via delle Magnolie 11” .
Amori e passioni a Rivabella Lago
Se Rivabella è paese di fantasia, non lo è la toponomastica: Stefania Bertola è torinese e in ogni suo romanzo trapela la sua torinesità, il suo affetto per una città dalle molteplici sfumature.
E così non è difficile scoprire che a Torino esiste davvero via delle Magnolie, affiancata da via dei Glicini e viale dei Mughetti, insieme a via delle Pervinche, delle Verbene, dei Gladioli e delle Primule: una esplosione di colori e profumi che contrasta col grigiore dello smog metropolitano.
Nel romanzo, però, via delle Magnolie non è lontana dalle rive del lago da cui il paese prende il nome e al numero 11, in una palazzina di due piani con mansarda, vive la famiglia Boscolo, che la occupa quasi interamente.
Quasi: un appartamento, quello che sarà la pietra dello scandalo nella vicenda, è infatti dato in affitto a un affascinante ingegnere, Lorenzo Bonvicini, donnaiolo impenitente ma non troppo scaltro.
Originari del Veneto, i Boscolo hanno parenti a Bassano del Grappa e nella cittadina di Bridgeton, nel New Jersey.
Ed è proprio nel momento in cui Jeremy,il nipote americano della zia Antonia, deve spostarsi in Italia per lavoro che sulla palazzina si addensano nubi foriere di tempesta: l’alloggio del secondo piano, infatti, appartiene per eredità ad Antonia, la quale non sa che i parenti italiani le hanno sempre taciuto di averlo ristrutturato e di ricavarne un dignitoso affitto mensile.
Stefania Bertola, sottile fustigatrice dei vizi comuni contrapposti alle piccole virtù, ha regalato ai Boscolo un’indole truffaldina, contenuta nei suoi effetti ma sempre tale: è fondamentale che Jeremy arrivi, si sistemi nella mansarda che Stella Marina lascerà libera, si fermi il tempo necessario senza sospettare di nulla a poi torni negli States.
Non sarà poi così difficile scombinare i lasciti e fargli credere in un errore a catasto, in fondo in Italia può succedere di tutto.
Deliziosamente ironica nel tratteggiare i singoli caratteri, mescolando quotidianità e imprevedibilità, amori sinceri e relazioni tutt’altro che disinteressate, l’autrice crea un microcosmo al cui interno vige una discutibile moralità, che ha come fine ultimo la salvaguardia dei valori e dei patrimoni familiari.
Rivabella Lago diventa un palcoscenico su cui interagiscono attori molto diversi, tutti buffi a modo loro: che dire, ad esempio, dell’investigatrice privata che si muove all’interno di una palma di cartone pensando di passare inosservata? E di Adelaide Brioschi, meteora in beige che attraversa per un momento l’universo di Lorenzo, il tempo necessario a luccicare per la sua futura eredità?
A sostenere lo sviluppo della questione dell’appartamento, che ha scatenato il putiferio in via delle Magnolie 11, sono vicende parallele che vedono protagonisti volta per volta tutti i Boscolo, imprevedibili nelle loro scelte ma simpaticamente bugiardi e truffaldini.
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Ed ecco i diversi protagonisti, che ricordano con la loro caotica esistenza la famiglia Malaussène dello scrittore francese Daniel Pennac, come loro capaci di attraversare senza conseguenze il loro caos calmo.
La capostipite di via delle Magnolie è nonna Maddalena, affascinata dai social al punto da avere un profilo suo su Instagram, che coltiva con cura sino a quando, trasformatasi nel personaggio della Nonna Assassina con la complicità dei nipoti, diventerà un’influencer con dodicimila followers.
Sono sue nipoti Claudia e Stella Marina, cugine complici e indecise sull’uomo della loro vita: la prima (il cui presunto fidanzato veneto si è sposato con un’altra scordandosi di dirglielo) pensa di averlo trovato nel cugino americano, la seconda altalena tra Lorenzo, l’inquilino del secondo piano, e l’ex, Gabriele.
Giuseppe e Jolanda, genitori di Stella Marina che lavora come cassiera alla Coop di Rivabella, hanno anche un altro figlio Alvise, che vive nella palazzina con la moglie Giulietta e i piccoli Dimitri e Natasha: Alvise gestisce una palestra, Giulietta si prepara in gran segreto a una gara di ballo per dare una svolta economica alla sua famiglia scordando di occuparsi della casa e dei figli, che crescono felici con zii, nonni e bisnonna.
Seduti tutti insieme intorno a un tavolo, davanti alle teglie di pasta al forno di nonna Maddalena, prendono la loro decisione di clan per fronteggiare il pericolo americano e mantenere per sé la proprietà.
Mentre gli amori fugaci si consumano (Lorenzo è alle prese con la fidanzata Ludovica, che incarna la stupidità ammantata di bellezza, con Adelaide, figlia del proprietario dell’azienda in cui lavora e Stella Marina, che sembra pendere dalle sue labbra), i matrimoni si rinsaldano col buon senso pratico dimenticando innocue bugie, i parenti americani non sono più un pericolo (ma quante peripezie!), a Bassano del Grappa si annunciano svolte importanti e la saga dei Boscolo sembra avviarsi alla sua conclusione.
In realtà così non è e Stefania Bertola ce lo preannuncia con una “chicca” finale: alla quarantatreesima puntata (seguita da un canonico “Due mesi dopo”) fa seguito la prima puntata del secondo volume della trilogia, perché i Boscolo non si possono lasciare al loro destino!
TITOLO : Via delle Magnolie 11
EDITORE : Einaudi
PAGG. 240, EURO 17,00 (disponibile in versione eBook euro 8,99)