Vita complicata? Come semplificarla in pochi e semplici gesti

Vita complicata? Come semplificarla in pochi e semplici gesti

Frenetica, incalzante, sollecitante, in sintesi: vita complicata.

La moderna quotidianità viene solitamente dipinta come un susseguirsi rapido di eventi e input a cui è impossibile sottrarsi.

In realtà questa rappresentazione è solo parziale e soprattutto frutto di un costrutto collettivo alimentato da un’informazione spesso drammatizzata ed esasperata.

Una struttura tanto durevole, è vero, quanto facile da scardinare.
Come? A partire dalla consapevolezza personale di ciascuno e dall’esempio concreto che si può portare nella società.

D’altra parte siamo essere sociali e come tali facciamo parte di gruppi, di un’istituzione totale e quanto più siamo disposti a migliorarci e a percepirci nel modo in cui desideriamo anche la realtà circostante si paleserà in maniera diversa.

Forse più felice, a misura. Come la desideriamo.

Non si tratta di un gioco di prestigio ma di mettersi davanti allo specchio con la massima onestà.

Il che non è sempre immediato né tantomeno piacevole.

Ma vale provarci se si vuole ammirare un cielo più limpido, respirare l’aria più buona e soprattutto stare bene con sé stessi e con gli altri.

Ma cosa serve per vivere meglio, sentendosi a proprio agio nella propria pelle (posto che siamo anche altro, oltre la dimensione fisica)?

In una parola: semplificare.

Dal modo di esprimersi a quello di vestirsi.

Tornando alla metafora dello specchio: spesso a questo oggetto si associa un’idea di apparenza, di illusione; in realtà ha una funzione fondamentale nel riconoscimento di sé.

“Conosci te stesso (per conoscere il mondo)” recita il precetto di Socrate invitando l’uomo (inteso come specie) ad aprirsi a un fondamentale salto di coscienza. Per evitare che soccomba alla quotidianità.

La vita complicata ci fa vivere male

“Less is more” recita la nota locuzione che arriva dal mondo dell’architettura.
Tradotta letteralmente significa “meno è meglio” e potrebbe proprio essere il mantra di una vita più semplice e allo stesso tempo ben organizzata.

Il che non significa programmata nei minimi dettagli, oppure parca e frugale.

Questa filosofia intende evidenziare gli aspetti positivi di una quotidianità più “minimal”, quindi senza fronzoli e sovraccarichi, sia fisici sia mentali che emotivi.

Quante volte, infatti, capita di arrivare a sera stremati dalla giornata, realizzando che “non si è fatto nulla di ciò che si voleva”?

Cosa è successo nelle ore precedenti?

O meglio, come abbiamo deciso di impiegarle e a quali attività abbiamo dato la precedenza?

Se ci si sente sopraffatti dalla propria routine è possibile che le priorità assegnate siano state scelte in maniera affrettata o con il “pilota automatico” .

Respira, c’è una buona notizia.

Anzi due.

Innanzitutto è successo a (quasi) tutti di sperimentare almeno una volta questa sensazione e ciò potrebbe essere rassicurante.

La seconda è la lista di abitudini positive preparata per te, utile a semplificare la vostra vita, giorno dopo giorno.

Sette abitudini per semplificare una vita complicata

Prendi un foglio e dei colori oppure annota questi consigli sul telefono in modo da averli “a portata di cuore” ogni volta che sentirai il bisogno di un gentile promemoria.

Sono sette le piccole ma efficaci abitudini che puoi introdurre nella tua giornata per essere più produttivo, soddisfatto, leggero.

Sì, perché semplificare è un toccasana per la mente e l’anima, che si meritano di essere coccolate e ascoltate.

Vita complicata: ecco la “simplify list”

  1. fare il programma della giornata/settimana: questa attività permette di ottimizzare il tempo, diminuire lo stress e il disordine.

La sensazione di spuntare una a una le voci nella “to do list” sarà di piacevole stimolo per completare anche le altre.

Un suggerimento: stilare elenchi realistici, evitando di riempirsi di incombenze irraggiungibili.

Tenere traccia, nel tempo, di queste liste può essere un valido strumento per valutare i miglioramenti.

Spesso capita di non notare nel breve periodo i propri cambiamenti e passi in avanti; pertanto avere una traccia del percorso fatto potrebbe essere positivo per prenderne coscienza.

  1. parlare con consapevolezza: le parole hanno valore ed energia, pertanto è bene usarle con cognizione di causa.

Vuoi alleggerire i pensieri? Evita, come le chiamano gli anglosassoni, le “small talks” ovvero le conversazioni senza importanza.

Spesso sono infarcite di luoghi comuni e frasi di circostanza che tendono al “mal comune mezzo gaudio” (vi dice niente il botta e risposta “come va?”, “non c’è male” o “non ci lamentiamo?).

Sì alle chiacchiere piacevoli e costruttive (anche con chi si conosce poco è possibile); no a quelle pessimistiche che drenano le energie.

  1. dire no: una vita complicata è anche quando accettiamo “inviti superflui”, come li chiamava Dino Buzzati. Le richieste arrivano da ogni dove: conoscenti, amici più o meno stretti, colleghi, piattaforme social che allettano a partecipare a feste, ritrovi e quant’altro nelle vicinanze.
    E magari si preferisce fare altro, perché il corpo richiede riposo oppure è la mente a essere stanca. Ma come si fa a declinare gentilmente tutti questi appuntamenti così imperdibili, se si sente la necessità?

Semplificando. Basta ringraziare, rispondendo:“no, ho altri impegni” con un sorriso.

  1. fare movimento: passeggiare, se possibile nella natura, è un’ottima attività per fare spazio e schiarirsi le idee. Sono sufficienti venti minuti al giorno per vedere le cose da un’altra prospettiva
  2. ascoltare sé stessi: essere in contatto con le proprie emozioni permette di comunicare con più chiarezza e scegliere cosa effettivamente sia meglio per sé.

Siamo esseri in evoluzione e sarebbe davvero ingenuo pensare che qualcuno di esterno ci conosca alla perfezione, perché nemmeno per noi è sempre possibile.

Quindi impariamo a valorizzarci, capendo giorno dopo giorno le esigenze che ci muovono e uscendo dallo schema dell’”altro che ci conosce meglio di chiunque” oppure “l’altro è abituato a vedermi in questo modo e non posso fare diversamente”.

  1. cucinare piatti semplici: prediligi ricette con pochi ingredienti, che legano bene tra loro per sapore, consistenza e colore.

In questo modo tutti i sensi saranno appagati, si eviteranno sprechi e cucinare diventerà un momento gioioso per creare, sperimentare e perché no meditare

  1. vestire basic: ciò che indossiamo presenta al mondo parte della nostra identità, per questo è importante che gli abiti scelti facciano sentire comodi e a proprio agio.

Puntare quindi a linee “pulite” e tagli semplici.

L’essenzialità è tutt’altro che noiosa o banale: basta sapere quali silhouette risaltano la propria fisicità e quali colori abbinare, magari con il supporto di un consulente o richiamando l’attivazione dei chakra.

Se si sa come padroneggiarlo, il guardaroba minimalista può dare grandi soddisfazioni e nel lungo periodo dimostrerà come possa essere sempre attuale ed elegante.

Qual è la lezione?

La vita è semplice.

Quando diventa complessa è perché frutto di scelte contrastanti (a livello psicologico si genera la cosiddetta dissonanza cognitiva) e che richiedono al nostro organismo molte più energie del necessario.

Semplifichiamo, quindi, è la nostra salute generale ne beneficerà.

Senza tralasciare il fatto che quando stiamo bene e siamo in equilibrio anche le persone attorno a noi ne gioveranno. E s’innescherà così un bellissimo “effetto farfalla”, teoria che spiega proprio come siano importanti le nostre azioni sul sistema globale.

 

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About Valentina Pitozzi

Valentina Pitozzi, giornalista e divulgatrice olistica Laureata in Scienze Antropologiche ed Etnologiche, collabora con agenzie di comunicazione, giornali e blog in qualità di giornalista e copywriter. Da sempre interessata ai temi del benessere e dell’equilibrio della persona ha intrapreso lo studio di diverse discipline olistiche tra cui il Thetahealing e il Dien Chan. Nulla di esoterico: queste tecniche si occupano di capire le disarmonie dell’organismo, lavorando sulla radice. Autrice di due libri in uscita, la sua frase è: “Le parole sono energia” e la sua mission è occuparsi di linguaggio consapevole.

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