Quella del chiropratico è una professione sanitaria legalmente riconosciuta in Italia dal 2008. Si tratta di uno dei metodi di cura naturale più diffusi al mondo. Molti ne hanno sentito parlare, ma pochi sanno cos’è.
La chiropratica (dal greco “keir”, cioè mano e “praxis”, agire”) si concentra sul rapporto tra la struttura del corpo (la colonna vertebrale) e le funzioni dell’organismo, che sono coordinate dal sistema nervoso.
Non ci sono strumenti, sostanze o medicamenti naturali. Il chiropratico agisce sul corpo solo con le mani: ristabilisce il giusto equilibrio della colonna vertebrale dalla quale dipendono molti problemi della struttura del corpo (mal di schiena, un’ernia del disco) e disturbi secondari (mal di testa, mal di stomaco eccetera).
Per diventare chiropratico serve una laurea specifica, che per ora si consegue soltanto all’estero. Sebbene sia una professione sanitaria primaria (come un medico specialista), in Italia non esiste ancora un Albo dei Chiropratici. Dunque bisogna fare attenzione a chi ci si affida: al momento anche chi non è laureato può ancora continuare a presentarsi come “chiropratico”.
Che cos’è la chiropratica
La chiropratica si basa su un principio semplice: il corpo umano si cura da solo e quando non lo fa esiste un problema. Il chiropratico cerca dunque di individuare e rimuovere la causa di quel problema, invece di combatterne i sintomi.
La chiropratica parte dall’idea che il sistema nervoso è “sovrano”, cioè è il sistema più importante dell’organismo e ne regola tutte le funzioni. Per questo i problemi strutturali del corpo (soprattutto quelli che riguardano la colonna vertebrale) possono provocare disfunzioni agli organi, tessuti e cellule e viceversa.
La chiropratica è nata oltre 100 anni fa (nel 1895) negli Stati Uniti. E ad oggi è la professione sanitaria più diffusa in Usa e Giappone, tra quelle che non usano farmaci.
Dove interviene il chiropratico
Lo scopo di ogni trattamento è quello di riportare la colonna vertebrale alla sua normale mobilità, con le vertebre nella giusta posizione fisiologica.
La sublussazione può essere causata da diversi fattori: una postura scorretta, la vita sedentaria, un trauma fisico (una caduta, un incidente), lo stress (che fa ingobbire le spalle, per esempio), ma anche una cattiva alimentazione, il consumo di alcol.
Compito del chiropratico è identificare ed eliminare quelle cause.
L’intervento corregge anche eventuali disfunzioni della muscolatura e dei legamenti. E una volta migliorata la “struttura” delle articolazioni, il processo spontaneo di guarigione del corpo può iniziare. La chiropratica si basa sul principio che il corpo umano abbia grandissime capacità di guarigione: va solo messo nelle condizioni ottimali per svilupparle.
Come lavora il chiropratico
Il chiropratico interviene sul corpo della persona con le mani, attraverso delle tecniche di aggiustamento, prendendosi cura del suo stato di salute a 360 gradi.
Cerca di individuare nella colonna vertebrale le sublussazioni che hanno compromesso lo stato di benessere. E le manipolazioni – che non sono mai dolorose – non interessano solo la zona dolorante ma tutto il corpo.
Non esistono “tecniche standard” del chiropratico. Le tecniche di aggiustamento possono andare dal leggero sfioramento di una zona del corpo a una pressione particolare in un punto. L’aspetto importante è che ogni manipolazione è assolutamente specifica: cambia a seconda del tipo di problema, dell’età della persona, del suo stato generale di salute, della sua struttura fisica eccetera.
Dopo l’intervento d’urgenza per una crisi acuta ci può essere un trattamento distanziato nel tempo, quasi di “mantenimento”. La cosa più utile, per i chiropratici, sarebbe fare controlli regolari di prevenzione, per evitare che le sublussazioni causino una malattia.
Per la chiropratica valgono le stesse regole di prevenzione generali. Un po’ come andare dal dentista: ci si va d’urgenza, a causa di un ascesso. Ma poi ci si torna – o almeno si dovrebbe – ogni 6-12 mesi per evitare che si formi la carie.
Su quali disturbi può intervenire il chiropratico
Ecco l’elenco dei disturbi per i quali la chiropratica è particolarmente efficace.
– Mal di schiena (anche in gravidanza)
– colpo della strega
– stanchezza cronica e fibromialgia
– ernia del disco (discopatie, protusioni del disco, discartrosi) e dolore al nervo sciatico
– mal di testa (emicrania, cefalea eccetera)
– mal di collo (cervicale e cervicale acuta) e colpo di frusta
– brachialgia e parestiesie (formicolii a mani e piedi)
– periartrite scapolomerale
– gomito del tennista/golfista
– sindrome del tunnel carpale
– disturbi dell’equilibrio (vertigini, capogiro, senso di nausea, fischi alle orecchie)
– scoliosi
– problemi di postura
– artrosi
– dolori alle articolazioni
– problemi legati alla crescita (come piede piatto e cifosi)
– disturbi dell’articolazione della bocca e della mandibola (problemi di malocclusione)
– disturbi legati all’attività sportiva (tendiniti, traumi da contatto, distorsioni eccetera).
Ci sono poi altri disturbi che comunemente traggono evidenti benefici dal lavoro del chiropratico. Per esempio:
– disturbi respiratori (asma, dispnea)
– malattie infantili (colite nei neonati, otite media)
– disturbi cardiaci (aritmie, ipertensione)
– disturbi pelvici (dismenorrea, dolori mestruali, costipazione)
– disturbi dell’apparato digerente (mal di stomaco, gastrite, ulcera)
– disturbi da stress (insonnia, ansia eccetera).
Ecco 3 esempi di disturbi su cui lavora il chiropratico
1. Ernia del disco
Si manifesta quando c’è un problema di “mal posizione” della colonna vertebrale: questo provoca lo schiacciamento anteriore del disco, che a sua volta protrude nella parte posteriore.
La protrusione del disco schiaccia i nervi spinali e provoca irritazione (per esempio, al nervo sciatico) e molto dolore. Molto spesso il problema è causato da un cambiamento della curva della schiena: se le curve lombari e/o cervicali si riducono, l’intero equilibrio della colonna cambia e si crea una pressione eccessiva, laddove non ci deve essere.
Il chiropratico in questo caso lavora per riportare in asse la colonna e ristabilire la curva naturale. Di fatto, ristabilisce l’equilibrio secondo un principio elementare della fisica:e cioè che l’arco regge meglio il peso di una linea retta.
2. Mal di testa e cervicale
La continua tensione, lo stress quotidiano, la postura scorretta, una malocclusione dentale… sono le cause più diffuse della cefalea tensiva. Sono tutte condizioni che provocano irrigidimento delle articolazioni delle vertebre cervicali e una contrazione muscolare continua a livello di collo e spalle: questo, a lungo andare, porta dolore alla nuca e al collo (cervicale), alle tempie e agli occhi (cefalea).
Il chiropratico agisce sulla sublussazione che si crea sulle prime vertebre cervicali. E interviene anche a ristabilire una postura corretta.
3. Coliche dei neonati
Un recente studio scientifico effettuato in Danimarca ha dimostrato che i bimbi sottoposti al trattamento chiropratico hanno avuto dei risultati migliori rispetto a bimbi trattati con il farmaco dimethicone, per il problema delle coliche.
Dopo due settimane di cure, al dodicesimo giorno, le ore di pianto erano diminuite del 66% nel gruppo di bimbi trattato con la chiropratica e del 38% nel gruppo trattato con il farmaco.
Le coliche dei neonati derivano molto spesso da un problema che nasce nella zona sacrale dei bimbi, che si blocca e può creare questo disturbo.
Il chiropratico agisce dunque sulle vertebre sacrali e anche sulla zona alta della cervicale, per stimolare i punti in cui nasce il sistema parasimpatico del bimbo (una parte del sistema nervoso autonomo, che regola molte funzioni diverse, tra cui il rilassamento).
La prima visita dal chiropratico
La prima visita dal chiropratico dura tra i 30 e i 60 minuti, a un costo medio tra i 100 e i 150 euro (poi scende intorno ai 60-80 euro a seduta). E ci sono tre passi fondamentali.
L’anamnesi: con un accurato dialogo, il chiropratico ricostruisce la storia della persona, dalla nascita, tenendo conto di malattie, interventi chirurgici, farmaci assunti ed eventuali traumi, fisici e psicoemotivi.
L’osservazione degli esami: si guardano i risultati degli esami strumentali fatti dalla persona. Esami del sangue, eventuali radiografie, risonanze magnetiche, Tac o elettromiografie. Questa osservazione serve al chiropratico completare il quadro dello stato di salute generale della persona.
L’indagine fisica: serva a controllare la postura, la condizione della colonna vertebrale, eventuali anomalie che possono aver provocato o accentuato il disturbo di cui la persona soffre in quel momento.
Riconoscere il chiropratico laureato
Per diventare dottore in chiropratica bisogna conseguire una laurea specifica (anche a chi è già laureato in Medicina).
Nel nostro Paese in proposito di chiropratica regna ancora un po’ di confusione: non esiste ancora l’Albo dei Chiropratici e non ci sono ancora i corsi di laurea specifici. Dunque chi vuole diventare chiropratico deve seguire un corso di studio di 5 anni, all’estero, presso uno dei College internazionali riconosciuti dalla Federazione Mondiale della Chiropratica che ha come referente l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Non essendoci ancora un registro nazionale, in questo momento, anche un non laureato può presentarsi attualmente come chiropratico.
Come riconoscere allora il professionista laureato? Come mettersi nelle mani giuste?
Basta chiamare l’Associazione Italiana Chiropratico (AIC), riconosciuta dalla Federazione Mondiale della Chiropratica.
L’AIC iscrive solo i chiropratici che hanno conseguito la laurea nei Colleges legalmente riconosciuti e che frequentano regolarmente i corsi di aggiornamento professionale annuali.
E può velocemente verificare se lo specialista dal quale si intende andare sia un professionista oppure no.