Le patologie cardiache, prima causa di morte sul Globo, affondano le proprie radici in diverse centinaia di anni di passato: lo si è scoperto rinvenendo, in un convento, una serie di cuori sepolti, che nel loro tempo sono stati colpiti da malattie. Una ricerca in questo senso è illustrata alla conferenza della Radiological society of North America.
I cuori ritrovati si trovavano nel Convento dei Giacobini di Rennes, in Francia. Una serie di scavi che hanno riguardato l’edificio li hanno riportati alla luce. Le urne in piombo che contenevano i cuori li hanno conservati fino ai giorni nostri.
Lo rende noto la Cnn: nell’Europa del Medioevo i cuori potevano essere sepolti separatamente rispetto ai corpi. Ciò avveniva, in particolare, se le spoglie dovevano essere trasportate, coprendo lunghe distanze.
Tac e risonanza magnetica sui cuori imbalsamati
Gli archeologi, una volta rinvenute le urne, hanno intessuto una collaborazione con i radiologi. Questi ultimi hanno sottoposto i resti a Tac e risonanza magnetica: le immagini dei cuori che sono state ottenute erano soddisfacenti.
L’imbalsamazione, del resto, muoveva contro la chiara idea dello stato di salute degli organi.
Per questa ragione, dietro autorizzazione, gli studiosi hanno chiesto di rimuovere i materiali d’imbalsamazione. Intendevano risalire alle condizioni delle persone cui i cuori appartenevano, al momento della morte. Una volta reidratati i cuori, è stato possibile sottoporli a risonanza magnetica, in modo da ottenere immagini del tessuto di migliore qualità. Prelevando campioni, si è scoperto che la maggior parte dei cuori era interessata da patologie. Se un cuore era in cattivo stato, troppo per essere esaminato, e un altro era in perfetta salute, altri tre presentavano una placca sulle arterie coronarie. Dei tre cuori più “interessanti”, uno era ingrossato e un altro recava altri segni di malattia cardiaca.
Cuori imbalsamati, la parola all’esperto
Fabrice Dedouit, scienziato forense che ha preso parte allo studio, si è espresso in questo modo: “All’inizio è stata una sorpresa, quando abbiamo aperto le urne di piombo. Non sapevamo esattamente ciò che c’era dentro. Si è trattato di materiale davvero eccezionale per noi. Era come se queste persone fossero morte recentemente, invece i cuori avevano 500 anni”.
Nomi sui cuori imbalsamati
Posto che a Rennes le urne piombo contenenti i cuori erano state diligentemente contrassegnate con i nomi, i ricercatori hanno di fatto la possibilità di ricostruire la storia delle persone, nel petto delle quali i cuori battevano un tempo.
Per ora, sappiamo soltanto che uno dei cuori apparteneva al marito di una facoltosa nobildonna: il corpo dell’uomo, ben conservato, è stato esaminato nel corso dello scavo.