Equilibrio posturale: eliminare la tensione al fine di ripristinarlo
Equilibrio posturale: ognuno di noi ha una determinata postura. Parliamo della posizione del corpo umano nello spazio, che è frutto dell’organizzazione del sistema miofasciale portante: una fascia di muscoli avvolti da guaine di tessuto connettivale, che costituisce una rete estesa nel sistema muscolare umano. A volte questo sistema incontra impedimenti.
Equilibrio posturale: rendere efficienti i movimenti
Come rendere efficienti i movimenti? Abbiamo interpellato in argomento l’osteopata e fisioterapista
Marco Alemanno, dell’omonimo studio di fisioterapia di Copertino, in Puglia, in provincia di Lecce: quest’ultimo è dotato di apparecchio per Tecar terapia.
L’esperto ha dichiarato: “Ostacoli al sistema miofasciale portante sono dati da tutto ciò che è rigido e poco mobile in questo sistema fasciale: ossa, muscoli, capsule, legamenti, membrane, persino i visceri. La tensione porta ad alterare l’equilibrio posturale. Proprio quest’ultimo ci permette di eseguire i movimenti nel maggior stato di comfort, economia ed efficienza: le azioni volte a ripristinarlo sono proprio l’ambito di azione dell’osteopata”.
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L’osteopata è un terapista manuale. “Parliamo di un un professionista, che opera nell’ambito delle discipline integrate alla medicina ufficiale. Grazie all’uso sapiente ed accurato della mano, questi riconosce le tensioni dei vari tessuti corporei, identificate come disfunzioni di mobilità, e le tratta attraverso tecniche di manipolazione, mirate al recupero della mobilità stessa”.
Equilibrio posturale: tessuto ammorbidito dalla manipolazione
Marco Alemanno ha aggiunto: “Il tessuto, ammorbidito dalla manipolazione, riprende la sua funzione ottimale e ripristina il disequilibrio in precedenza generato. La seduta osteopatica comprende un’anamnesi: essa è volta a raccogliere informazioni utili alla visita. Si attua una serie di test, che permettono di capire dove una determinata zona presenta una mobilità ridotta. Una volta fatta la sintesi del problema, esso viene trattato attraverso varie tecniche: strutturali, viscerali, cranio-sacrali e mio-fasciali”. Parliamo di metodi non pericolosi e non invasivi: “Non sempre bisogna sentire i vari “crack” che molti si aspettano. L’arma in più dell’osteopatia sta proprio nel bagaglio di tecniche tendenti al ripristino della salute: ecco l’obiettivo”.
Il fine dell’osteopatia è ripristinare, attraverso il trattamento manipolativo, la funzionalità e lo stato di salute perduti a causa di una patologia o di un trauma, al quale sia collegata l’insorgenza di una disfunzione somatica. Si agisce anche nell’ambito proprio della prevenzione, mirando a mantenere lo stato di salute.
In che cosa consiste il trattamento osteopatico
Le tecniche strutturali ristabiliscono la mobilità della struttura ossea. Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica: favoriscono infatti l’emissione di corretti impulsi, che partono dalle terminazioni della parte trattata e a esse si dirigono.
Il recupero della mobilità articolare è consentito dalla specificità e dalla rapidità della manipolazione.
Le tecniche craniali agiscono sul movimento di congruenza tra le ossa del cranio e il sacro. Esse ristabiliscono il normale “meccanismo respiratorio primario”. Si tratta della combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari e fasciali, che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni cranio-sacrali.
Parliamo di tecniche che agiscono in particolare sulla vitalità dell’organismo. Tale qualità fondamentale permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo, provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.
I visceri inoltre si muovono in modo specifico sotto l’influenza della pressione diaframmatica. La dinamica viscerale può essere modificata, con una restrizione di mobilità, oppure scomparire. L’osteopatia permette all’organo di trovare la sua fisiologia naturale, applicando una tecnica specifica. In tal modo saranno corretti i disordini legati alla restrizione di mobilità. Dal punto di vista anatomico e funzionale, c’è una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica. Una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. In coloro che soffrono di mal di schiena, è possibile riscontrare problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero. Il trattamento osteopatico, attraverso l’addome e il diaframma, agisce al fine ristabilire una buona mobilità viscerale.