Omeopatia ed effetto placebo: parliamo forse di una panacea?

Omeopatia ed effetto placebo: parliamo forse di una panacea?

Omeopatia ed effetto placebo: parliamo di una panacea? Il Comitato etico di Fondazione Umberto Veronesi prende posizione a favore di una netta demarcazione tra terapie scientificamente dimostrate e preparati omeopatici privi di supporto sperimentale. Si domanda, in primo luogo, la revisione della Direttiva 2001/83/CE.

Omeopatia ed effetto placebo: rimedi molto noti

Tre europei su quattro conoscono l’omeopatia. Sulla nostra Penisola, nel 2013, 4 milioni 900 mila italiani (8,1% della popolazione) dichiarano di aver utilizzato TnC (Terapie non Convenzionali) nei 3 anni precedenti l’intervista. Si tratta prevalentemente di donne (2,9 milioni) classe di età centrali, status socio-culturale elevato, residenti principalmente al Nord e al Centro. Tra le TnC, l’omeopatia è la più diffusa. La utilizza utilizzata il 4,1% della popolazione residente.

Omeopatia ed effetto placebo: parliamo di medicinali?

Secondo il Comitato etico di Fondazione Umberto Veronesi, tuttavia, l’omeopatia deve essere indicata per quello che è, ossia una pseudo–-terapia capace di indurreOmeopatia ed effetto placebo: parliamo forse di una panacea? benefici solo attraverso l’effetto placebo.
In particolare, il Comitato segnala l’inadeguatezza della Direttiva 2001/83/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 novembre 2001: essa classifica come medicinali i prodotti omeopatici, senza fornire le necessarie prove di efficacia. Questo accade nel caso in cui: 1) siano da assumere oralmente o esternamente; 2) non compaiano indicazioni terapeutiche specifiche sull’etichetta del prodotto; 3) siano sufficientemente diluiti.

Omeopatia ed effetto placebo: profili di efficacia e sicurezza

Secondo Carlo Alberto Redi, presidente del Comitato etico, “La normativa citata rappresenta un’informazione scorretta ai danni dei consumatori e delle persone malate, perché si può parlare di ‘medicinale’ o ‘rimedio’ soltanto per quelle terapie che hanno dimostrato sperimentalmente i propri profili di efficacia e sicurezza”.

Omeopatia ed effetto placebo: il simile cura il simile

Il principio dell’omeopatia si basa sul presupposto indimostrato e privo di base scientifica che il “simile cura il simile”: il farmaco appropriato per una determinata malattia sarebbe basato su quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. La sostanza stessa viene somministrata, però, in quantità infinitesimali: non è possibile parlare di rimedio efficace per trattare o curare qualsiasi malattia, condizione o sintomo. Tutti gli effetti positivi che sono mai stati attribuiti all’omeopatia sono infatti interamente spiegabili come effetti placebo, o come errori compiuti dagli sperimentatori nel tentativo di dimostrarne l’efficacia.

Omeopatia ed effetto placebo: diritto di scegliere

Esiste sempre il diritto a scegliere per sé (per le persone maggiorenni, capaci di intendere e volere e debitamente informate), anche se ciò comporta rischi concreti per la propria salute. Esistono anche casi nei quali ciò avviene in differenza a quanto suggerito o raccomandato dal medico, secondo il principio “su di sé e sul proprio corpo, ogni individuo è sovrano”. Resta comunque imprescindibile, come appare chiaro, il dovere dei professionisti sanitari di informare i pazienti in modo veritiero, rispetto ai rischi e benefici delle terapie o rimedi proposti. Nel caso dei preparati omeopatici, ciò implica il dovere di informare riguardo all’assenza di prove scientifiche a supporto dell’efficacia di tali prodotti. Sono 25.000 i medicinali omeopatici presenti sul mercato italiano dal 1995 e 30 milioni le confezioni di medicinali omeopatici vendute ogni anno.

Omeopatia ed effetto placebo: fuziona o no?

Carlo Alberto Redi ha aggiunto: “Bisognerebbe chiedersi, parlando di informazione, se il paziente effettivamente sappia o se soltanto si illuda di sapere. Una percentuale Omeopatia ed effetto placebo: parliamo forse di una panacea?notevole di pazienti/consumatori infatti non comprende la natura dei rimedi omeopatici. Più semplicemente, si associa l’omeopatia al concetto di ‘naturale’, non chimico, familiare, senza avere contezza del fatto che non vi siano prove autentiche che essa funzioni”.

Omeopatia ed effetto placebo: i benefici di questi farmaci

Significativamente, il fatto che i preparati omeopatici siano efficaci al pari di un placebo non implica, però, che essi siano del tutto inefficaci. Negli ultimi decenni ci sono state diverse ricerche sperimentali. E’ stato dimostrato che anche l’assunzione di un rimedio privo di qualsiasi principio attivo può indurre dei benefici attraverso l’effetto placebo. Si tratta di un fenomeno psicobiologico, attraverso il quale mediatori come le aspettative (per esempio, di una imminente riduzione del dolore) possono indurre il rilascio di sostanze endogene (endocannabinoidi e opiodi) e l’attivazione di particolari aree celebrali e vie di segnalazione biochimica. Si arriva così a una reale modulazione di alcuni sintomi (per esempio, il dolore percepito), anche in assenza dell’assunzione di un rimedio realmente efficace.
Grazie all’effetto placebo è quindi possibile che un preparato di per sé inefficace possa comunque indurre dei benefici sintomatici. Essi sono però usualmente modesti per magnitudine e durata. Non bisogna dimenticare che la salute è una questione seria e richiede accesso a informazioni corrette, approfondite e, soprattutto, scientificamente inoppugnabili (come afferma il Comitato etico di Fondazione Umberto Veronesi).

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