Pancreatite: 15mila italiani l'anno si ammalano. Ecco cos'è

Pancreatite: 15mila italiani l’anno si ammalano. Ecco cos’è

La pancreatite è una malattia piuttosto rara, che se trascurata può avere serie conseguenze per la salute. Si stima che colpisca, in Italia, circa 15 mila persone all’anno. E proprio perché poco diffusa, se ne discute raramente e la si conosce poco.

La pancreatite è l’infiammazione del pancreas, la ghiandola che si trova tra il duodeno e la milza. Ha il compito di secernere gli enzimi necessari a digerire i cibi che verranno poi assorbiti dall’intestino tenue e di produrre gli ormoni necessari a regolare gli zuccheri nel sangue (attraverso gli ormoni insulina e glucagone).

La pancreatite non è una malattia diffusa: l’incidenza stimata in Italia, ogni anno, è di 5-6 nuovi casi su 100 mila persone.

Si distinguono comunemente due “forme” della malattia: acuta e cronica:

  1. la pancreatite si manifesta in forma acuta, con un dolore addominale più o meno intenso che compare all’improvviso a livello dell’addome superiore e spesso si irradia al dorso. Nell’80 per cento dei casi circa, è in forma lieve e può essere curata senza conseguenze serie per la salute dell’organismo;
  2. episodi ricorrenti di pancreatite acuta possono far evolvere la malattia in pancreatite cronica, una condizione permanente di sofferenza del pancreas che compromette seriamente la salute.

Le cause della pancretite

Il pancreas si infiamma perché gli enzimi, anziché riversarsi nell’intestino, si attivano all’interno della ghiandola, causando l’autodigestione del pancreas stesso.

E le cause di questo processo sono diverse. La pancreatite acuta è dovuta, nel 90 per cento dei casi, a presenza di calcoli della colecisti o eccessivo consumo di alcool.

Altre cause più rare includono: alcuni farmaci (per esempio alcuni diuretici, alcuni FANS, gli analgesici a base di paracetamolo), alcune infezioni, troppi trigliceridi nel sangue, traumi ed interventi chirurgici all’addome, difetti congeniti del dotto pancreatico.

L’eccessivo consumo di alcool è la causa principale di pancreatite cronica (nell’80 per cento dei casi). Altre cause più rare sono la predisposizione a sviluppare calcoli, difetti genetici e malformazioni del dotto pancreatico, alcuni farmaci.

Come si scopre la pancreatite

Nei casi di sospetta pancreatite si effettuano diversi tipi di esami:

  1. gli esami del sangue servono a controllare i livelli di varie sostanze. Quando c’è una pancreatite acuta in corso, infatti, nel sangue sono presenti livelli molto alti di enzimi pancreatici. Possono essere alterati i valori di altre sostanze – per esempio calcio, magnesio, sodio, potassio, azoto, bicarbonato – e anche i livelli di glucosio e grassi possono essere superiori alla norma. Sono inoltre elevati gli indici d’infiammazione (globuli bianchi, proteina C reattiva).
  2. L’ecografia può visualizzare il pancreas e capire se è in uno stato di infiammazione (il frequente meteorismo, associato al disturbo, può però ostacolare l’esame). L’ecografia del fegato e delle vie biliari può svelare la presenza di calcoli.
  3. La TAC (l’esame più importante) consente di valutare non solo le condizioni del pancreas ma anche dell’addome in toto permettendo di vedere se ci sono raccolte di liquidi, ascessi o uno stato di necrosi (la morte di alcune cellule del tessuto del pancreas) o ancora la presenza di calcoli. Aiuta dunque a indirizzare i successivi passi per stabilire la cura adeguata.

Come si cura la pancreatite

Per curare la pancreatite è necessario individuare le cause che hanno portato all’infiammazione.

Gli analgesici – prescritti quando il dolore è molto forte – alleviano la sofferenza e gli spasmi, ma non agiscono direttamente sull’infiammazione. E il digiuno temporaneo a cui la persona viene eventualmente sottoposta durante il ricovero, serve ad “alleggerire” il pancreas, dandogli tempo di ristabilire le sue funzioni.

Nelle forme severe può essere necessario il ricovero in terapia intensiva.

In un ristretto numero di casi è necessario l’intervento chirurgico.

La cura dipende dalle cause

Se la pancreatite dipende dalla presenza di calcoli biliari, si procede a estrarli per via endoscopica. Con un intervento mininvasivo (si chiama ERCP, cioè colangiopancreatografia endoscopica retrograda) i calcoli vengono asportati usando un endoscopio inserito dalla bocca, che raggiunge il dotto biliare; questa tecnica di intervento viene usata non solo per rimuovere i calcoli ma qualsiasi altro ostacolo che impedisca alla bile e al succo pancreatico di scaricarsi nell’intestino. Risolta la fase acuta del disturbo, la persona dovrà poi essere sottoposta all’asportazione della colecisti.

  1. Se la causa è l’assunzione di determinati farmaci o l’abuso di alcol, sarà necessario interrompere l’assunzione delle sostanze.
  2. Se la causa è un eccesso di grassi nel sangue, si procede modificando l’alimentazione e correggendo la dieta.

La dieta alimentare è un elemento su cui si interviene in ogni caso, dopo una pancreatite. Per non compromettere ulteriormente le funzioni del pancreas, è necessario ridurre o eliminare:

  • i grassi (il pancreas indebolito fa molta più fatica a metabolizzarli)
  • i fritti
  • tutti gli alcolici
  • le uova, la maionese, gli intingoli grassi.

Se la dieta non basta, il medico può integrarla con alcuni farmaci specifici.

Quando il pancreas è compromesso al punto da non riuscire a produrre più enzimi a sufficienza – come nella pancreatite cronica – vengono prescritti degli enzimi pancreatici sintetici (amilasi e lipasi) da prendere in capsule.

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