Quando il problema è la fragilità ossea

Quando il problema è la fragilità ossea

L’osteoporosi severa porta alla fragilità ossea. Si tratta di uno stato di cose complesso, difficile da gestire. Parliamo di una patologia sistemica dell’apparato scheletrico, la cui caratteristica è rendere vulnerabili le ossa, indebolirle. E’ così che si arriva a una frattura. Tra le fratture, la più temibile è quella del collo del femore. Sulla nostra Penisola, si tratta di almeno 100.000 casi all’anno nella popolazione anziana. Prevalgono, come appare chiaro, le donne, con otto casi su dieci. Nei prossimi anni, il fenomeno è destinato ad aumentare, dato il previsto ulteriore invecchiamento della popolazione. Gli ultrasessantacinquenni, nel 2040, saranno il 35% degli italiani.

Torniamo al giorno d’oggi: nel 72% dei casi, le pazienti fratturate non ricevono cure adeguate. Il 28% che segue terapie aderisce alle stesse, dopo un anno, soltanto nella metà dei casi.

E’ necessario che siano sempre più accreditate, anche in Italia, la figura del Bone specialist, specialista delle ossa, e le realtà come le Fragility fracture unit: team multidisciplinari, creati per seguire i pazienti con frattura di femore, inserendoli all’interno di un Percorso diagnostico/terapeutico/assistenziale (Pdta). E’ nell’ambito di tali unità per affrontare la fragilità ossea e le fratture che si muovono coloro che curano il paziente in questi frangenti, come l’ortopedico e il reumatologo specialisti in osteoporosi, nonché l’infermiere geriatrico specializzato.

Fragilità ossea, la parola all’esperto

Paolo Falaschi, professore di Geriatria alla Sapienza di Roma, si è espresso in questo modo: “E’ comune pensare che, in seguito alla frattura del femore, l’intervento chirurgico sia l’unica soluzione per la paziente. Certamente, l’intervento è necessario per rimettere in piedi la paziente ma, in seguito, è necessario avviare un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale adeguato alla gravità della patologia di cui stiamo parlando. Infatti, per una paziente fratturata, il rischio di andare incontro alla rifrattura del femore controlaterale è molto alta e la mortalità, in seguito al secondo evento traumatico, aumenta esponenzialmente. Per questo motivo, la Fragility fracture unit e il Bone specialist sono così importanti: non solo perché è solamente attraverso una corretta diagnosi, che è possibile prescrivere una corretta terapia. Ma anche perché è necessario insegnare alla paziente a seguire un corretto stile di vita, un’appropriata dieta e metta in atto gli accorgimenti necessari ad evitare cadute. Lo sforzo nostro e delle altre figure coinvolte deve essere grande e teso a far crescere queste realtà”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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