Rosso sulla pelle. Cosa sono gli angiomi e come si curano

Rosso sulla pelle. Cosa sono gli angiomi e come si curano

Gli angiomi appaiono sulla pelle come macchie, più o meno vistose, di color rosso violacee. In realtà sarebbe più corretto, indicarli come anomalie vascolari, un problema che interessa quasi il dieci per cento dei neonati a termine e circa nel trenta per cento degli immaturi, in percentuale leggermente più elevata tra le bambine. In alcuni casi, queste macchie regrediscono spontaneamente entro i primi due anni di vita. La maggior parte delle volte, però, col passare del tempo il loro volume tende a crescere e aumenta l’intensità del colore. Insomma, se non curati, gli angiomi possono diventare un disturbo importante. Per questa ragione è fondamentale non sottovalutarli fin dalla loro comparsa anche perché oggi una diagnosi attenta e un adeguato trattamento permettono di eliminarle definitivamente.

Che cosa sono gli angiomi

Si tratta di una malformazione dovuta all’anomala crescita di alcuni vasi sanguigni, per un difetto nel loro sviluppo, circoscritta a una zona limitata della pelle o, in alcuni casi, estesa a strutture più profonde. Queste malformazioni, spesso, interessano i capillari e il sistema venoso (malformazioni capillarovenose) mentre nei casi più seri, coinvolgono anche il sistema arterioso. E’ un errore infatti pensare che si tratti sempre soltanto di un problema superficiale. Qualche volta, gli angiomi non sono una semplice macchia della pelle, ma interessano in modo, più o meno serio, anche gli organi interni. Questa distinzione, molto semplicistica, serve però a spiegare che esistono malformazioni vascolari con caratteristiche molto diverse tra loro e alcune addirittura sono l’espressione di una vera e propria malattia.

Ci sono angiomi congeniti e angiomi acquisiti

Le anomalie vascolari possono essere congenite, cioè presenti alla nascita oppure comparse entro il primo mese di vita, in questo caso compaiono in epoca successiva generalmente in seguito a un evento traumatico, per esempio da schiacciamento dei vasi, che si sfiancano e rimangono dilatati.

Tra le forme congenite si distinguono forme più lievi, come i capillari immaturi (angioma immaturo), che in realtà compaiono a circa un mese dalla nascita e spesso hanno un’evoluzione molto rapida: da un puntino di pochi millimetri possono arrivare a un diametro di dieci centimetri nell’arco di tre mesi.

Altra forma molto diffusa è il cosiddetto angioma piano, così chiamato perché non altera l’aspetto della pelle se non per il colore. Questa anomalia che popolarmente viene indicata col nome di “voglia” riguarda il derma profondo ed è causata da un numero eccessivo di vasi sanguigni dilatati. I fittissimi capillari rimangono dilatati in modo permanente, ed è il numero di questi capillari determina l’intensità del colore che comunque si accentua ulteriormente quando il bimbo è sotto sforzo o piange. Queste malformazioni capillari seguono la crescita del bambino quindi aumentano di volume e, con l’età adulta la superficie diventa meno regolare e la tonalità si fa più scura.

Quando l’ angioma è una vera malattia

Qualche volta, l’angioma non è un difetto vascolare isolato, ma coinvolge diversi distretti corporei e la persona che ne è colpita dovrà affrontare problemi che la accompagneranno per tutta la vita. Si potranno verificare problemi neurologici, disturbi della vista, difetti della coagulazione del sangue, anomalie della crescita, problemi cardiologici. Sono questi, per esempio, i casi in cui l’angioma è soltanto il primo e più evidente campanello d’allarme di situazioni, fortunatamente rare, ma ben più complesse, come la sindrome di Klippel-Trenaunay o la sindrome di Sturge-Weber, che interessano più organi e necessitano di interventi completamente diversi rispetto a quelli utilizzati per cancellare le normali “voglie”.

Angiomi. Come si fa la diagnosi

Nonostante i progressi tecnologici della diagnostica per immagini prenatale, la maggior parte delle malformazioni vascolari non viene individuata durante la gravidanza.

L’esperienza del medico possono dare fin dai primi giorni un’indicazione di massima sull’evoluzione delle anomalie vascolari, se cioè potrebbe scomparire spontaneamente oppure se necessiterà di essere trattato come avviene nella maggior parte dei casi. “In ogni caso l’angioma va seguito e studiato fin dalla nascita”, spiega Enrico Bernè, chirurgo responsabile del Centro Malformazioni Vascolari ASM presso la Casa di Cura S.Pio X di Milano. “Solo così è possibile determinare la serietà della lesione e quindi l’urgenza dell’intervento”.

Nei casi in cui lo specialista si trovi davanti ad una forma superficiale e la macchia non è particolarmente evidente, può essere sufficiente indagare la zona con la videocapillaroscopia, un esame privo di rischi per il bambino e indolore, che darà un’immagine chiara della disposizione dei capillari che costituiscono l’angioma.

Di norma, i neonati affetti da malformazioni vascolari, oltre alle visite specialistiche che vengono effettuate alla nascita, sono sottoposti a ecografia dell’area interessata che permette di valutare le dimensioni della lesione. In alcuni casi è necessario sottoporre il bambino anche all’ecodoppler per studiare la morfologia del flusso ematico dell’angioma, altro esame importante è la risonanza magnetica nucleare che permette di valutare le lesioni vascolari o arteriose profonde. Qualche volta sono necessarie anche una valutazione neurologica e una cardiologica.

Il laser per gli angiomi più piccoli

A completamento di questi esami si esegue un ecocardiogramma, un’ecografia addominale. Con questo quadro diagnostico è possibile sottoporre i piccoli pazienti al trattamento per eliminare la malformazione. Gli angiomi dei bambini si curano con un particolare tipo di laser vascolare. Il Dye Laser 595 nanometri a colorante, che rappresenta la miglior soluzione per il trattamento delle malformazioni capillaro-venose in età pediatrica.

Questo raggio laser è in grado di attraversare la pelle e raggiungere i vasi sanguigni anomali, che vengono così coagulati e chiusi. In seguito, questi vasi verranno riassorbiti progressivamente dall’organismo e al loro posto si formerà una nuova trama vascolare più regolare. Questo determinerà con il tempo l’attenuazione del rossore.

Quando bisogna intervenire

In linea di principio prima si interviene e meglio è. Il trattamento precoce, vale a dire entro i due anni di età, dà risultati migliori in tempi più rapidi e ciò perché l’anomalia vascolare è meno strutturata e più facile da eliminare. Questo non significa che bisogna necessariamente e sempre intervenire in età neonatale. Anzi, dal momento che il trattamento laser in un bambino piccolo prevede la sedazione profonda, se la lesione non presenta caratteristiche tali per cui si impone l’urgenza, per la sicurezza stessa del piccolo conviene aspettare che il bambino abbia compiuto il primo anno”.

Il consiglio degli specialisti, comunque, è procedere sempre prima dell’età scolare per evitare problemi psicologici al bambino. Le “voglie”, infatti, sono,da sempre, oggetto di curiosità da parte degli altri bambini e questo renderebbe più traumatico l’inserimento scolastico del piccolo paziente.

Il bimbo non sente dolore

Le sedute di laser terapia, di solito, si svolgono con l’assistenza di un anestesista pediatra che somministra al paziente un farmaco capace di indurre uno stato di sonno “artificiale”, cioè non una vera e propria anestesia. Sedare profondamente il bambino permette al medico di intervenire in maniera corretta ed efficace senza che il bimbo si muova o si spaventi, evitando così che conservi alcun ricordo spiacevole di questa esperienza.

Il laser non è doloroso, ma soltanto fastidioso e la durata di ogni seduta di trattamento può andare da 7/8 fino a 20/30 minuti, un tempo troppo lungo per pretendere la collaborazione di un bimbo piccolo.

Una volta terminato il trattamento, il bambino si risveglia senza problemi, potrà muoversi, giocare, mangiare, ma sempre restando in ambiente sanitario per assicurarsi che tutto vada per il meglio.

Gli angiomi degli adulti. Come si curano

Fino a trent’anni fa molti bambini portatori di anomalie vascolari non venivano trattati anche perché le terapie erano tutt’altro che semplici e risolutive. Gli angiomi venivano prima asportati chirurgicamente poi, sulla zona operata ,veniva inserito un innesto di pelle. Questo tipo di intervento, oltre a presentare un elevato rischio emorragico, lasciava spesso cicatrici molto evidenti e in molti casi la malformazione vascolare riaffiorava.

Per questa ragione molte persone ricorrono alle cure soltanto in età adulta. Fino a qualche anno fa gli angiomi venivano trattati in ambulatorio con la scleroembolizzazione, in pratica veniva iniettato, in ciascun vaso, un liquido che provoca un’intensa infiammazione della parete interna dei vasi. Questa infiammazione aveva come conseguenza la chiusura del vaso sanguigno che, quindi, scompariva. Oggi però, questa terapia è del tutto superata e gli specialisti sono concordi nell’affermare che il trattamento laser sia l’unica soluzione.

Per ogni tipo di lesione esiste un laser specifico che agisce con diverse lunghezze d’onda a seconda della profondità della malformazione.

Se la lesione non è particolarmente estesa e profonda sarà sufficiente rendere insensibile la zona da trattare con un anestetico topico. E’ il caso dell’angioma piano (Dye Laser) e delle lesioni cutanee poco profonde (laser 532 nanometri). Il trattamento laser avviene in ambulatorio e di solito dura una diecina di minuti.

Quando invece la malformazione è più estesa e più profonda si utilizza un laser diverso (Neo Dimio:yang 1064 nanometri), il trattamento avviene sempre in ambulatorio, ma sarà necessario anestetizzare la parte con un’infiltrazione di liquido anestetico.

Nel caso in cui l’angioma interessi invece gli organi interni, è necessario il ricovero in ospedale e verrà utilizzato un laser a fibre ottiche (Diodi) che permette di raggiungere i tessuti interni utilizzando la tecnica dell’endoscopia. In questi casi, naturalmente, l’intervento avviene in anestesia generale.

Che cosa succede dopo il trattamento

Con i laser di nuova generazione, dopo il trattamento appare la cosiddetta porpora, una colorazione violacea che è indice dell’effetto del laser sui vasi anomali. Si tratta, in pratica, di un eritema, un rossore intenso che può durare fino a dieci, dodici giorni. Al suo posto comparirà un colorito beige-camoscio che se esposto alla luce solare può accentuarsi e restare visibile anche per alcuni mesi.

Oltre al rossore, l’area trattata può gonfiare leggermente, soprattutto durante il riposo notturno, gonfiore che regredisce spontaneamente in un paio di giorni.

Non compaiono ferite sulla cute, tutt’al più possono evidenziarsi delle vescicole che si riassorbono spontaneamente senza lasciare traccia.

Per alcuni giorni a casa, la cura consisterà nell’applicazione di creme lenitive specifiche e di prodotti per proteggere la cute dai raggi del sole.

Tra una seduta e l’altra intercorrono circa 30 giorni, poi i tempi si dilatano fino a un intervallo di tre, quattro o più mesi. Sono questi i tempi necessari per favorire il riassorbimento di vasi coagulati e per lasciare alla nuova trama vascolare il tempo per formarsi.

I risultati

I tempi di guarigione cambiano da una perosna all’altra e, il numero di sedute di laser terapia, è difficile da stabilire all’inizio del ciclo di trattamenti. Una cosa deve però essere chiara: non esiste una bacchetta magica in grado di far scomparire all’istante le malformazioni vascolari. L’esito dipende dall’età del paziente, dalla sede trattata e dal tipo di malformazione.

Di solito il laser porta allo schiarimento delle macchie dal settanta al cento per cento. La scomparsa della “voglia” quindi non è sempre completa, ma l’effetto che si ottiene è comunque molto positivo perché rimarrà tutt’al più un’ombra di color rosa pallido.

 

 

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One comment

  1. Salve Gentile Redazione. Il vostro articolo veramente completo mi ha permesso di approfondire l’argomento. Navigando in rete, sono atterrata su http://emangioma.net/emangiomi-infantili-o-angioma-genitori/ . In questo articolo, c’è un video in cui i genitori di bambini con emangioma si raccontano. Credo possa essere utile condividere con voi quest’opportunità.

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