Spondiloartrite giovanile, conoscerla bene per gestirla meglio
Rispetto alle altre forme di artrite infiammatoria cronica in età pediatrica, la spondiloartrite giovanile ha una predilezione per il sesso maschile e colpisce i bambini di età superiore ai 6 anni. I sintomi più comuni sono l’infiammazione delle articolazioni (artrite) caratterizzata dalla presenza di gonfiore delle articolazioni cui si associa la limitazione al movimento della stessa articolazione e il dolore.
“È tipica larigidità mattutina”, spiaga il dottor Achille Marino, dell’equipe di Reumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO. “La maggiore limitazione funzionale si manifesta proprio al risveglio. Le articolazioni più interessate sono le ginocchia, le caviglie, le anche e le articolazioni sacroiliache”.
Da sapere
L’articolazione sacroiliaca è localizzata alla base della colonna vertebrale, tra l’osso sacro e l’osso iliaco del bacino; nel corpo umano esistono quindi due articolazioni sacroiliache, una sul lato destro e una sul lato sinistro. L’infiammazione di tale articolazione viene chiamata sacroileite e si manifesta con un dolore a livello della porzione medio-alta dei glutei.
Il termine spondilite si riferisce invece all’infiammazione delle articolazioni presenti a livello della colonna vertebrale, come spiega il dottor Marino: “Questo interessamento è più tipico degli adolescenti e dei giovani adulti che soffrono di spondiloartrite giovanile e si verifica più frequentemente durante il decorso della malattia. Il sintomo più comune è il dolore alla schiena soprattutto la notte e al risveglio associato a importante rigidità mattutina e ridotta mobilità della colonna vertebrale”.
Altra manifestazione clinica tipica della spondiloartrite giovanile è l’entesite, l’infiammazione della porzione terminale di tendini e legamenti che si unisce all’osso e che è causa di dolore locale. Le sedi più frequenti sono il tallone, la pianta del piede e la rotula.
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La malattia poi può causare anche disturbi che, per chi non conosce la patologia, è difficile associare a un’infiammazione delle articolazioni. I risvolti, poco noti, della spondilite possono infatti manifestarsi sulla pelle, all’intestino e interessare anche gli occhi, precisano gli specialisti della Reumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO.
- Alcuni pazienti possono presentare psoriasi, una malattia infiammatori cronica della pelle caratterizzata dalla presenza di squame principalmente a livello dei gomiti e delle ginocchia. La comparsa di queste lesioni cutanee può precedere l’esordio della malattia anche di anni o può verificarsi durante il decorso.
- L’infiammazione intestinale può essere correlata alla spondiloartrite sia come conseguenza della patologia, sia perché l’insorgenza malattia può essere un effetto di una patologia infiammatoria cronica intestinale come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa.
- Una possibile complicanza della spondiloartrite giovanile è rappresentata dall’infiammazione della porzione anteriore dell’occhio (iride e corpo ciliare). Per definire tale coinvolgimento, vengono utilizzati indifferentemente i termini “uveite anteriore” e “iridociclite”. Tipicamente l’infiammazione oculare in questi pazienti è acuta (inizio improvviso e durata limitata) e sintomatica (occhio rosso e dolente). In questi casi è di fondamentale importanza rivolgersi a un oculista che, oltre a formulare la diagnosi, potrà consigliare il trattamento locale più adeguato (generalmente colliri a base di cortisone).
Ignote le casue della spondiloartrite giovanile
Non si conosce la causa che porta allo sviluppo della malattia. La genesi dell’infiammazione è multifattoriale: fattori genetici, immunologici e ambientali.
“Nel corso degli anni la ricerca ha fatto notevoli passi avanti”, dice il professor. Rolando Cimaz, direttore della Reumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO. “Anche se le cause della malattia rimangono sconosciute, l’aumentata conoscenza dei meccanismi dell’infiammazione e dei suoi mediatori ha permesso l’identificazione di molecole, chiamate citochine, coinvolte nella patogenesi dell’artrite. Queste molecole, grazie al progresso delle biotecnologie, sono diventate il bersaglio di alcuni farmaci (biologici) capaci, non solo di controllare i sintomi, ma anche di arrestare la progressione della malattia e quindi del danno. La risposta a farmaci quali etanercept, infliximab, adalimumab si manifesta precocemente durante il corso del trattamento e il numero e/o gravità dei potenziali effetti collaterali legati al loro utilizzo non sono al momento significativi”.
Non bastano i farmaci
Le terapie fisioterapica e riabilitativa sono parte integrante della cura delle spondiloartriti giovanili, servono ad alleviare il dolore, ma soprattutto a evitare contratture e danni funzionali nel tempo. “L’obiettivo della terapia è mantenere il bambino o il ragazzo affetto da spondiloartrite giovanile attivo e con una qualità di vita sovrapponibile a quella dei propri coetanei anche in età adulta”, conclude Diaz.
Ma non è tutto: per mantenere e migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti è indispensabile la collaborazione con i genitori. “Capire e conoscere la malattia del proprio figlio aiuta a ridurre l’ansia, evita accessi in pronto soccorso ingiustificati o continue visite specialistiche non sempre utili. È necessaria una collaborazione consapevole tra i genitori che hanno un ruolo attivo nella cura dei loro figli e i reumatologi, che devono avere la capacità di occuparsi della sfera psicologica, educazionale e socioeconomica, tutti aspetti che devono affiancare la cura, farmacologica e non, di questi giovani pazienti”.