Taglio cesareo programmato

Taglio cesareo: quando va programmato?

Secondo le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il tasso ideale di parti cesarei dovrebbe attestarsi intorno al 15%. In Italia, la percentuale è più del doppio: in media 38 donne su 100 partoriscono in via non vaginale. Eppure solo in alcuni casi è necessario ricorrere all’operazione chirurgica. Ecco quali.

Esistono due tipi di taglio cesareo

Per taglio cesareo si intende un’incisione chirurgica nella parete addominale e nell’utero della mamma per estrarre il bambino. Può essere effettuato con due diverse incisioni: longitudinale (verticale) oppure trasversale. Il taglio verticale, dall’ombelico al pube, è il meno usato, anche per ragioni estetiche, dato che la cicatrice resta ben visibile. Tuttavia, questo taglio rimane la prima scelta nei casi di urgenza, poiché è più rapido. Il taglio trasversale risulta preferibile dal punto di vista estetico, poiché la cicatrice viene nascosta dai peli del pube, e permette una rapida ripresa post-operatoria.

Serve l’anestesia

Qualsiasi sia il metodo scelto, il taglio cesareo, essendo un intervento chirurgico vero e proprio, richiede il ricorso all’anestesia. Spesso, si opta per quella spinale, che consiste in una puntura nella schiena, tramite cui si inietta la sostanza anestetizzante, efficace dopo qualche minuto. Questa anestesia inibisce il dolore nella metà inferiore del corpo, ma senza addormentare la mamma, che così può assistere alla nascita del figlio. Molto usata è anche l’epidurale: il corpo viene anestetizzato solo dal bacino in giù, inserendo un piccolo catetere venoso tra le vertebre e iniettando attraverso di esso la sostanza anestetizzante, che inizia ad agire nel giro di pochissimi minuti.

Il taglio cesareo comporta alcuni rischi

Il taglio cesareo, per quanto abbastanza semplice, è comunque un’operazione chirurgica, che può comportare una serie di rischi. Si calcola che essi siano circa tre volte superiori di quelli di un parto vaginale sia per la mamma sia per il bebè. In effetti, richiede l’uso dell’anestesia, una lunga incisione, l’apertura della pancia, una ferita nell’utero. Se non ben eseguito, può portare alla comparsa di infezioni, emorragie, embolia polmonare, lesioni alla vescica, crisi respiratorie, infertilità. Non solo. I parti cesarei possono causare la formazione di placenta previa e anche placenta increta: in pratica, la placenta può aggredire il tessuto fibrotico formatosi attorno alla ferita e dare problemi al parto successivo. Il cesareo può comportare dei pericoli anche per il feto, per esempio tagli accidentali con il bisturi o traumi durante l’estrazione, soprattutto se l’intervento è eseguito d’urgenza. Con il cesareo, infine, c’è il rischio che il bambino venga fatto nascere troppo presto, quando non è del tutto sviluppato, per esempio perché è stato fatto un errore nella datazione della gravidanza.

Quando è necessario

Per questo, il taglio cesare andrebbe programmato solo quando davvero necessario. In particolare, quando:

  • la placenta è previa, cioè si dispone in posizione anomala, ostruendo l’orifizio uterino dal quale dovrà passare il bambino;
  • c’è sproporzione feto-pelvica: il bambino è troppo grosso rispetto al canale vaginale;
  • il bambino è in posizione podalica (con le natiche rivolte verso il canale del parto) o di spalla;
  • la gravidanza è pretermine e il neonato è di basso peso;
  • in caso di gravidanze gemellari, soprattutto quando un gemello non è posto in posizione cefalica (di testa) oppure quando i gemelli sono più di due;
  • è presente compressione del cordone ombelicale che può restare schiacciato fra la testa del bambino e le ossa del bacino della madre, oppure strozzato e annodato;
  • si assiste a un distacco della placenta.

 

Il taglio cesareo può essere anche d’urgenza

In alcuni casi, bisogna ricorrere al taglio cesareo d’urgenza, non programmato. Succede quando si presentano delle complicazioni non previste e non prevedibili: il caso più frequente è quello del distacco precoce della placenta che comporta seri rischi sia per la madre sia per il figlio. Anche le sofferenze fetali acute possono richiedere un cesareo. Un esempio ricorrente è la compressione del cordone ombelicale che può restare schiacciato fra la testa del bambino e le ossa del bacino della madre oppure strozzato e annodato a causa dei continui movimenti all’interno del pancione.

 

About Silvia Finazzi

Giornalista freelance dal 2001, giornalista professionista dal 2008, web writer e copywriter dal 2010, scrive principalmente di salute, medicina, attualità, benessere, tecniche naturali, alimentazione, psicologia e maternità. Attualmente, è caporedattore del free press Io Bimbo Magazine, collabora con il sito www.bimbisaniebelli.it, il magazine www.modaacolazione.com, il settimanale Viversani&belli e il mensile Come Stai. Inoltre, svolge attività di web writer, content editor e copywriter per diverse aziende. Ha scritto diversi libri e volumi e ha vinto quattro premi giornalistici.

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