Recenti ricerche, hanno evidenziato che una carenza di Vitamina D potrebbe essere una delle cause di sovrappeso tra bambini e ragazzi, un problema sempre più diffuso nelle società occidentali. Ben nota, ormai da tempo, per i benefici che porta all’apparato muscolo-scheletrico (fondamentale, per esempio, per la prevenzione dell’osteoporosi) la vitamina D ha in realtà tante altre “virtù” utili a grandi e piccoli.
La Vitamina D garantisce la salute di scheletro e denti
La sua funzione principale è quella di favorire la mineralizzazione dello scheletro. E’ dunque una delle sostanze nutritive essenziali per la crescita e la salute delle ossa.
La vitamina D aiuta anche a “sintetizzare” gli enzimi presenti nelle mucose, che sono preposti al trasporto del calcio disponibile nell’organismo, senza il quale le ossa e i denti non calcificano in modo adeguato.
La vitamina D è dunque estremamente importante:
- per la crescita dei bambini, perché senza di essa le ossa e i denti non calcificano bene; e per la prevenzione del rachitismo;
- per prevenire l’osteoporosi negli anziani
- per garantire un adeguato sviluppo muscolo-scheletrico e una adeguata dentizione nella crescita.
L’assorbimento del calcio, che avviene a livello dell’intestino e dei reni, è dunque garantito dalla vitamina D, in concerto con due importanti ormoni: la calcitonina e il paratormone.
L’equilibrio tra queste sostanze garantisce una buona mineralizzazione delle ossa e dei denti. E se si rompe questo equilibrio, se uno di questi elementi viene a mancare (soprattutto la vitamina D), l’assorbimento del calcio si riduce.
Gli effetti di questo processo si vedono nel medio e lungo termine: le ossa perdono la loro densità minerale e diventano più fragili e più esposte a fratture.
Le altre “virtù” della Vitamina D
Diverse ricerche scientifiche indicano che la vitamina D ha un ruolo determinante anche per mantenere in salute altri organi e funzioni del corpo, oltre allo scheletro e ai denti.
La vitamina D è preziosa per esempio per mantenere un sistema nervoso stabile, per regolare l’attività del cuore e per una buona coagulazione dei sangue. Tutte queste funzioni dipendono, infatti, anche da un buon utilizzo di calcio e fosforo da parte dell’organismo.
Uno studio condotto dall’Harvard Medical School di Boston su 1700 persone (età media 59 anni), ha individuato alcuni recettori della vitamina D sui muscoli del cuore e sulle pareti dei vasi sanguigni.
I ricercatori di Boston hanno concluso che una carenza di questa vitamina potrebbe dunque avere un ruolo nell’insorgenza delle malattie dell’apparato cardiovascolare.
Ci sono dati interessanti anche per quanto riguarda la prevenzione dei tumori.
Secondo i ricercatori dell’Università della California, a San Diego, assunzioni elevate di vitamina D riducono di circa la metà il rischio di comparsa di alcune importanti malattie, tra cui il tumore al seno e il tumore al colon. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Anticancer Research”.
Un’altra ricerca su vitamina D e tumore al seno è stata svolta in Francia, dal Centro per la Ricerca in Epidemiologia e Salute. Lo studio è durato oltre 10 anni e ha preso in esame oltre 67.700 donne tra i 41 e i 72 anni. Nel corso dello studio sono stati diagnosticati 2871 casi di tumore al seno.
E’ emerso che nelle regioni con la maggiore esposizione quotidiana al sole e con le maggiori assunzioni di vitamina D (con gli alimenti), il rischio di tumore era dal 32 al 43 per cento più basso rispetto alle altre aree.
Dati incoraggianti, dunque, anche se bisogna tener presente che si tratta di ricerche scientifiche non conclusive, che richiedono ulteriori approfondimenti.
Dove si trova la Vitamina D
Il sole è la fonte principale di vitamina D. Circa il 90 per cento di questa sostanza viene infatti prodotta dall’organismo in seguito all’esposizione ai raggi solari.
Bastano circa 15-20 minuti al giorno di sole perché il corpo umano ne produca una quantità sufficiente, che viene poi “immagazzinata” e utilizzata in tutti i mesi dell’anno.
La dieta alimentare consente poi all’organismo di integrarne le scorte, quando le abitudini di vita e il clima non consentono una esposizione solare sufficiente. E i cibi più utili alla formazione di vitamina D sono: l’olio di fegato di merluzzo (e in genere tutti gli oli derivati dal pesce), lo sgombro, il salmone, il tonno, le sardine, il tuorlo d’uovo, il latte e il burro e i vegetali a foglia scura.
Le ricerche sul sovrappeso
Negli ultimi anni alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato un possibile legame tra carenza di vitamina D e sovrappeso. Servono ulteriori dati per confermare un rapporto diretto di causa-effetto, ma le prime conclusioni dei ricercatori sono interessanti.
Una ricerca è stata condotta dall’Università americana del Michigan in collaborazione con l’Università nazionale della Colombia. Lo studio ha coinvolto 479 bambini tra i 5 e i 12 anni, tutti residenti in Colombia.
Per 30 mesi i ricercatori hanno monitorato i loro livelli di vitamina D, le condizioni corporee e il grasso corporeo (attraverso alcuni parametri, tra cui l’Indice di massa corporea, la circonferenza vita e il rapporto sottoscapolare pelle/tricipiti).
Il 10 per cento dei bambini è risultato carente di vitamina D; il 46 per cento ne aveva, ma a livelli insufficienti.
I ricercatori hanno scoperto che i bambini con i livelli più bassi di vitamina D, all’inizio dello studio, erano quelli che tendevano ad aumentare di peso più velocemente. In particolare, ci sarebbe un legame con l’accumulo di grasso più pericoloso per la salute: quello del girovita e viscerale.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica “American Journal of Clinical Nutrition”.
Un altro studio condotto sempre negli Stati Uniti su 237 giovani americani (bianchi e neri), di età compresa tra gli 8 e i 18 anni, è giunto a conclusioni simili.
E’ risultato che la carenza di vitamina D era legata: nei ragazzi bianchi, a una maggior propensione ad accumulo di grasso viscerale e del girovita; nei ragazzi neri a maggior propensione ad accumulo di grasso sottopelle (o subcutaneo).
Secondo gli autori dello studio – pubblicato sul “Journal of Clinical Endocrinology&Metabolism” – alcuni dati suggeriscono che bassi livelli di vitamina D possono avere un ruolo, negli adulti, nell’aumento di casi di diabete tipo 2.
Eccessi e carenze di Vitamina D
Se presa in eccesso, come tutte le cose, anche la vitamina D può essere tossica.
In dosi eccessive può portare a livelli alti di calcio e fosforo nel sangue: in questo caso, il calcio viene smaltito in quantità elevate con le urine e questo provoca una calcificazione dei tessuti molli, delle pareti dei vasi sanguigni e dei tubuli renali (ipercalcemia).
Un eccesso di vitamina D nell’organismo, in forma acuta, si manifesta con: perdita dell’appetito, nausea e/o vomito, debolezza muscolare, stanchezza, frequente stimolo a urinare, vertigini.
La carenza di vitamina D provoca, invece, un insufficiente assorbimento di calcio nell’intestino tenue. La mineralizzazione delle ossa risulta dunque inadeguata. Il rachitismo è una delle conseguenze estreme della carenza di vitamina D nei bambini.
Nelle persone anziane, invece, lo scarso assorbimento di calcio porta all’osteoporosi (un fenomeno fisiologico dell’età avanzata) in forma molto evidente.
I sintomi di carenza di vitamina D (e di calcio) si manifestano dunque a carico dello scheletro, con ossa fragili e troppo deboli per sopportare il peso del corpo e gli sforzi fisici.