Vivi sempre sotto pressione? Lo stress cronico mette a rischio la salute

Vivi sempre sotto pressione? Lo stress cronico mette a rischio la salute

Lo stress cronico provoca “caos” nel corpo, non solo nella mente. A confermarlo è un numero sempre più ampio di ricerche scientifiche.

Gli studi mirati, che indagano sugli effetti fisici di una prolungata pressione psicologica, sono molti. E uno dei più recenti ha trovato ampio spazio, in febbraio, sulla stampa scientifica degli Stati Uniti. Condotta su oltre 250 adulti, questa ricerca americana ha dimostrato che lo stress psicologico cronico altera e indebolisce la risposta delle cellule immunitarie – che hanno il compito di difendere l’organismo – quando si trovano di fronte a un processo di infiammazione.

Sebbene siano necessari ulteriori studi – per capire il come e il perché di questo fenomeno – le conoscenze scientifiche fin qui accumulate sono sufficienti ad affermare con certezza che lo stress fa male al corpo e non solo alla mente, perché crea alcuni specifici danni e alterazioni. Ecco alcuni esempi.

Stress cronico: come influisce sulle malattie

Una ricerca condotta dallo studioso americano Sheldon Cohen, docente della Carnegie Mellon University in Pennsylvania, ha scoperto che lo stress cronico riduce la capacità del corpo di regolare la “risposta infiammatoria”, cioè quei meccanismi naturali di difesa che scattano quando è in corso una infiammazione.

Pubblicata sulla rivista scientifica americana “Proceedings of the National Academy of Sciences”, la ricerca dimostra che lo stress prolungato può favorire lo sviluppo di malattie organiche.

Lo studio è stato condotto, in una prima fase, su 276 adulti. I ricercatori hanno sottoposto questo campione a una approfondita intervista, per capire il livello di stress cronico al quale erano sottoposti gli individui.

Successivamente tutte le persone sono state esposte a uno o due comuni virus da raffreddamento (rinovirus) e poi messe in isolamento per 5 giorni. Sono stati monitorati alcuni parametri del loro organismo e si è osservato se le persone sviluppavano o meno l’infezione.

I risultati della ricerca sullo stress cronico

  • Le persone con un maggiore livello di stress cronico mostravano, nell’organismo, una resistenza ai recettori dei glucorticoidi (un gruppo di ormoni steroidei – il più importante è il cortisolo – che intervengono nelle infiammazioni): in sostanza, una minor efficacia dell’azione di questi ormoni.
  • L’organismo di queste persone aveva dunque una ridotta capacità di tenere sotto controllo un processo infiammatorio. All’interno del gruppo studiato, queste persone si sono ammalate più di altre a causa dei virus a cui erano state esposte.
  • In una seconda fase dello studio, sono stati selezionati altri 79 adulti. E sono stati sottoposti alla stessa prova e monitorati. Ma su questo campione i ricercatori hanno monitorato – oltre agli stessi valori del primo gruppo – anche i livelli di citochine, sostanze “pro-infiammatorie” che vengono liberate dall’organismo quando c’è un’infezione e che, di fatto, aumentano l’infiammazione.
  • E’ risultato che le persone più stressate avevano – oltre a una maggior resistenza ai glucocorticoidi – livelli di citochine più alti. “Questi dati – ha scritto l’autore della ricerca, Sheldon Cohen – suggeriscono che lo stress prolungato interferisce con la giusta regolazione delle infiammazioni da parte del corpo. E poiché l’infiammazione gioca un ruolo importante in molte malattie, questi risultati possono avere implicazioni più ampie: possono farci capire qual è l’importanza dello stress sullo stato generale di salute”.

Come e dove agisce lo stress cronico

Lo stress è un meccanismo naturale e necessario per tutti gli esseri viventi, uomo compreso. E’ quella reazione istintiva che consente all’organismo di mettere in allerta tutti i suoi meccanismi di difesa contro un potenziale pericolo.

Ma a ogni allerta dovrebbe seguire poi il momento del relax, di cessazione del pericolo. E non sempre invece – parlando dei fattori “moderni” dello stress – questo accade.

Questa funzione utile e necessaria dello stress si trasforma in un fattore negativo per la salute fisica quando lo stress diventa cronico quando si prolunga e impedisce quindi quella fase indispensabile di recupero che dovrebbe seguire l’impegno psico-fisico.

Gli apparati e organi su cui è stato documentato, in tutto o in parte, un effetto diretto dello stress cronico sono diversi: cuore, sistema immunitario, apparato gastroenterico, sistema nervoso e anche apparato sessuale.

Non è sempre ben chiaro “perché”, ma di certo si è osservato un cambiamento nell’azione delle cellule o dei sistemi e apparati che regolano alcune funzioni essenziali del corpo.

Stress cronico Vs cuore e pressione

L’aumento della frequenza cardiaca è il primo effetto che lo stress provoca sul sistema cardiocircolatorio.

Il cuore batte più velocemente e per un tempo prolungato. E può anche andare incontro ad extrasistoli, quando cioè il muscolo cardiaco si contrae in anticipo (come se si avessero dei battiti in più). A lungo andare questa condizione porta il cuore a un progressivo affaticamento da “superlavoro”.

Sotto stress, inoltre, si è osservato un fenomeno di vasocostrizione: il lume dei vasi sanguigni si restringe e questo fa aumentare la pressione del sangue all’interno. Lo stress cronico è associato, dunque, a un maggior rischio di ipertensione arteriosa.

Più respiro, meno ossigenazione

Quando si è stressati, magari senza rendersene conto, anche il respiro risulta un po’ accelerato e più irregolare.

La respirazione è meno buona e questo provoca una minor ossigenazione del sangue perché i necessari scambi gassosi non avvengono come si deve.

E’ un po’ come quando si respira “troppo” e si va in iperventilazione: nell’immediato si ha un aumento della portata di ossigeno, ma poi arriva una perdita eccessiva di anidride carbonica e questo danneggia l’organismo e ostacola il recupero fisico, perché anche l’anidride carbonica è indispensabile per il buon funzionamento del metabolismo delle cellule.

Stress cronico Vs stomaco e intestino

Lo stress cronico disturba il regolare funzionamento dello stomaco e dell’intestino: nello specifico, il transito intestinale accelera e lo stomaco si svuota più velocemente.

A questo fenomeno possono essere associati i classici disturbi della cattiva digestione e, a volte, anche dolori addominali diffusi. Perché avviene questo fenomeno?

La ragione più plausibile è che lo stress induce una sovrapproduzione di “catecolamine” (adrenalina, noradrenalina e dopamina), sostanze rilasciate dalle ghiandole surrenali che agiscono sulla muscolatura involontaria.

Le catecolamine agiscono dunque anche sul plesso mioenterico, cioè quel plesso nervoso che governa lo stomaco, l’intestino e la peristalsi. A una sovrapproduzione di queste sostanze corrisponde un maggior stimolo del plesso nervoso.

Questi meccanismi sono naturali e ancestrali, sempre nell’ottica di mettere in allerta tutti i sistemi dell’organismo di fronte a una minaccia… Ma lo stress cronico prolunga questo meccanismo oltre il necessario e altera a lungo andare il funzionamento del sistema digerente e intestinale.

Stress cronico Vs apparato muscolare

I muscoli sono il primo strumento con cui l’uomo può affrontare un pericolo: sono necessari per attaccare o per scappare. Dunque – per un riflesso ancestrale – i muscoli devono sempre essere pronti all’azione, rispondere immediatamente a una potenziale minaccia.

Di fronte a un fattore stressante, ecco che l’organismo reagisce: la muscolatura si gonfia e richiede più sangue al resto del corpo.

Ma allo stress moderno non si risponde scappando né attaccando: non si sfoga fisicamente la propria tensione e non si reagisce allo stress da ufficio prendendo a pugni il proprio capo! I muscoli messi in allerta istintivamente non vengono poi chiamati all’azione.

La tensione e l’energia accumulate nei tessuti muscolari non trovano sfogo: devono esaurirsi in modo statico e con un accumulo di sostanze (prima tra tutti, l’acido lattico) che provocano stanchezza del muscolo e dolore.

Vivere in una condizione di stress cronico, per questo motivo, può essere associato a frequenti dolori muscolari e senso di stanchezza fisica, anche se non si fa una vita particolarmente attiva.

La tensione continua provoca uno stato di “contrattura” muscolare: e questo, a lungo andare, può danneggiare la giunzione neuromuscolare, laddove il nervo si inserisce nel muscolo per inviargli gli stimoli nervosi. Può dunque essere causa di fibromialgia, cioè di dolori muscolari senza causa.

Stress cronico Vs sistema nervoso e sonno

A livello del sistema nervoso, lo stress cronico è associato a una maggiore irritabilità.

Si sospetta che ciò dipenda da una alterazione delle catecolamine e del cortisolo (uno degli ormoni surrenali che tengono sotto controllo l’infiammazione), ma il meccanismo in realtà non è ancora stato ben chiarito dagli studiosi.

La maggiore irritabilità, però, è indubbia. E con essa arrivano i sintomi associati: maggior difficoltà ad addormentarsi, sonno disturbato e non riposante… Per questo, in periodi di stress, ci si sveglia al mattino più stanchi di quando si è andati a letto.

L’organismo è costantemente impegnato a difesa contro un pericolo inesistente e questo può portare a una sindrome simile a quella da stanchezza cronica.

Stress cronico Vs sistema immunitario

Alcune ricerche (come quella americana sopra citata) forniscono dettagli scientifici importanti sul “modo” in cui lo stress psicologico altera quegli equilibri biologici e chimici grazie ai quali il corpo si difende da una infezione o infiammazione.

Ma anche senza conoscerne ancora per intero i meccanismi, il fenomeno nel suo complesso è chiaro: lo stress cronico è, per l’organismo, come uno stato di allerta costante.

I sistemi di difesa rimangono sempre in tensione, per combattere una potenziale “minaccia” (che ovviamente non è concreta, reale). Ma nessun sistema può reggere, al massimo potenziale, per sempre. E a lungo andare, dunque, tutto ciò provoca un logoramento, una progressiva carenza del sistema di difese naturali.

Ecco dunque la maggiore facilità a contrarre infezioni virali o batteriche in qualunque distretto del corpo (apparato respiratorio e urinario in primis, perché essendo in contatto con l’ambiente esterno sono più facilmente contaminabili e più fragili, se le difese naturali dell’organismo si abbassano).

Stress cronico Vs attività sessuale

Recenti ricerche sociologiche hanno mostrato un legame molto forte tra stress psicologico e funzionalità dell’apparato sessuale.

In uno studio condotto dalla professoressa Chiara Simonelli dell’Università “Sapienza” di Roma, per esempio, la maggior parte degli uomini con disfunzione erettile attribuiva allo stress un ruolo determinante nello scatenare il problema.

Servono ulteriori approfondimenti su questo punto, per capire fino a dove si tratta di un fattore solo psicologico e dove, invece, l’impotenza è causata da un vero problema organico, da un’alterazione fisica causata dallo stress.

E’ possibile comunque, in questa seconda ipotesi, che la diminuita capacità sessuale degli uomini sotto stress cronico sia legata a una alterazione dei meccanismi di vasodilatazione e vasocostrizione, dato che la capacità di erezione dipende direttamente dall’afflusso di sangue all’apparato genitale dell’uomo.

 

 

 

 

 

 

 

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