La dipendenza da droghe dipende da molti fattori. Gioca un ruolo la maniera nella quale le sostanze vengono assunte. Se si usa droga per via endovenosa, la quantità di sostanza nel cervello aumenta e diminuisce molto velocemente, rispetto a quando si sniffa o ingerisce droga. La probabilità maggiore di sviluppare una dipendenza si ha con iniezione e fumo. Dunque nello sviluppo della dipendenza non contano soltanto il contesto sociale, le predisposizioni dell’individuo, la memoria di un gesto ripetuto. Conta anche come il cervello reagisce, dato che dipende dalla modalità di assunzione della sostanza dopante.
Le chiavi della dipendenza
Una delle chiavi della dipendenza, dunque, è capire il modo in cui le sostanze chimiche entrano ed escono dal cervello. E’ chiaro che non assumere le sostanze è la maniera migliore per evitare di esserne dipendenti, se questo è il nostro scopo. Se la persona non riesce a prescindere dalla droga, ecco la maniera per limitare il danno.
Una ricerca in argomento
Hanno condotto una ricerca in questo senso gli studiosi americani dell’Università di Montreal. Pubblica i risultati la rivista Neuroscience and biobehavioral reviews.
Qual è la sostanza dopante più veloce nell’arrivare al cervello?
Quel che conta è la velocità della sostanza nel raggiungere il cervello. Bisogna chiedersi, poi, se la quantità dello stupefacente è oscillante o costante durante l’intossicazione. Se coloro che si drogano ne sono consapevoli, possono agire sul proprio rischio di dipendenza, diminuendolo, almeno, il più possibile.
Quando la sostanza che dà dipendenza è un farmaco
Gli elementi emersi possono essere utilizzati anche nello sviluppo di farmaci. Questi dati possono essere utili quando assumere sostanze ad elevato rischio di dipendenza diventa una necessità. Creano dipendenza benzodiazepine, alcuni antidepressivi, alcuni sonniferi, ma anche molecole somministrate al fine di lenire il dolore. Per quest’ultimo scopo possono essere utilizzate anche sostanze stupefacenti. Ciò che definisce una sostanza è l’uso, proprio o improprio, che se ne fa.