Hanno origini antichissime, ma ancora oggi le arti marziali riscuotono tantissimo successo fra persone di tutte le età.
Del resto, ne esistono molti tipi diversi, in grado di soddisfare le più svariate esigenze e di accontentare vari gruppi di individui.
Ecco quali sono quelle principali.
Arti marziali: come si classificano
Le arti marziali possono essere suddivise in tre grandi gruppi: quelle con uso di armi, quelle con solo uso del corpo e quelle miste.
- Nel primo gruppo rientrano arti come Scherma, Kendo e Kali.
- Il secondo gruppo comprende sia arti marziali corpo a corpo, come il Judo, il Sumo, la Lotta e il Sambo, sia arti marziali che usano calci e pugni, come Kung Fu, Karate, Tae Kwondo, Full contact.
- Ju jitsu, Aikido appartengono, invece, al terzo gruppo.
Molti distinguono anche fra stili esterni e stili interni.
Gli stili esterni sono quelli più spettacolari, perché prevedono movimenti molto enfatizzati e dal grande impatto visivo, tipo i calci o le acrobazie in aria. Gli stili interni, invece, sono più calmi perché hanno l’obiettivo di sviluppare l’energia interiore e gli organi interni.
Arti marziali: il Judo
Fra le arti marziali, una delle più conosciute è il Judo. Ma di che cosa si tratta esattamente? L’obiettivo è squilibrare l’avversario per poterlo proiettare a terra sulla schiena con potenza e controllo.
Se l’azione non è stata perfetta, si conclude l’attacco a terra con un’immobilizzazione, una leva o uno strangolamento, in modo da compiere il minimo sforzo. Il Judo prevede il contatto corpo a corpo, ma non calci e pugni: è basato piuttosto sulla lotta a terra e sull’atterraggio. A livello fisico potenzia e tonifica tutto il corpo, senza però richiedere pesanti allenamenti. Inoltre, sviluppa i riflessi, la destrezza e l’agilità. A livello psicologico insegna a gestire l’ansia e a canalizzare la propria aggressività, che così non rischia di esplodere o al contrario di implodere.
Arti marziali: il Jujitsu
È una delle più antiche arti marziali disarmate giapponesi. Comprende tecniche di combattimento a mani nude: l’arma è costituita dal corpo stesso (soprattutto da braccia e gambe). A differenza di ciò che avviene in tutte le altre arti marziali (tranne il Judo, che è una derivazione del Jujitsu), che non hanno tecniche specifiche per la lotta al suolo, nel Jujitsu si può continuare il combattimento anche a terra. Dopo l’atterraggio dell’avversario, infatti, l’incontro non è concluso, ma continua sul tatami. Il Jujitsu è considerata una delle migliori tecniche di difesa personale. A livello fisico permette di sviluppare agilità nei movimenti e allo stesso tempo una buona potenza. Inoltre, consente di raggiungere una buona coordinazione delle diverse parti del corpo e di allenare l’apparato cardiovascolare. A livello mentale, così come il Judo, favorisce un controllo dell’aggressività, oltre a rendere più sicuri di sé.
Arti marziali: il Kendo
È un’arte marziale armata: per combattere si utilizza una spada formata da listelli di bambù, uniti da una punta smussata, con un’impugnatura. Il Kendo è molto schematico: il corpo è rigido e la posizione è eretta (non si deve mai piegare il busto). La persona muove solo le braccia e le gambe e, proprio attraverso gli arti, esegue gli attacchi, esattamente come succede nello scherma. Questa disciplina è regolata dalla legge del colpo dato contestualmente con il corpo, la spada e la voce. In pratica, quando si colpisce questi tre elementi devono essere contemporaneamente presenti altrimenti la mossa non è considerata valida. Come altre arti marziali, questa disciplina permette di migliorare la coordinazione, soprattutto di braccia e gambe, e il portamento. Inoltre, tonifica tutta la muscolatura. A livello mentale insegna a rispettare l’avversario e a raggiungere una profonda disciplina interiore.
Arti marziali: il Pa- Kua Chang
Questa arte marziale è costituita da varie combinazioni di combattimento eseguite intorno a un cerchio immaginario. La tecnica più usata è quella del palmo della mano (durante il combattimento il palmo è aperto). Il momento durante il quale si cambia la direzione dei palmi (per esempio, dall’alto in basso) è, infatti, quello caratterizzato dalla maggiore potenza e dal massimo spostamento di energia. I movimenti del Pa-Kua Chang sono fluidi, continui, a volte lenti, altre molto veloci. Come gli altri stili interni delle arti marziali, non agisce direttamente su particolari zone o funzioni del corpo, ma cerca di riequilibrare l’energia vitale all’interno di tutto l’organismo.
Arti marziali: il Tai Chi Chuan
È un’antica tecnica di difesa e combattimento inventata dai monaci buddisti per imitare i movimenti degli animali. È basato sull’idea che si può prevalere su chi è più forte semplicemente restando spontanei e morbidi oppure non contrapponendosi a un attacco violento. In questo modo, l’avversario, non trovando un punto sul quale sfogarsi, andrà incontro alla sconfitta, trascinato dal suo stesso gesto. Il Tai- Chi, nella sua versione più diffusa (Yang), non prevede un combattimento a due, ma è costituito da una serie di figure che il corpo assume mediante movimenti lenti, dolci e continui. Il Tai Chi è ottimo per mantenersi in forma e per diminuire lo stress. La morbida e lenta esecuzione dei movimenti migliora, infatti, il tono e l’elasticità muscolare, oltre che l’equilibrio. Inoltre, aumenta la scioltezza, l’agilità e la coordinazione motoria.