Lo scorso 28 aprile è stata finalmente approvata la bozza del decreto attuativo dalla Conferenza Stato Regioni riguardo il Bonus Psicologo.
Il bonus consiste in un contributo fino a 600 euro per effettuare delle sedute con psicoterapeuti regolarmente iscritti al relativo albo professionale.
“Il Bonus Psicologo ha l’obiettivo di aiutare chi non può permettersi di pagare di tasca propria le sedute dallo psicoterapeuta.
Per questo scopo sono stati assegnati 10 milioni di euro per l’anno 2022”, spiega Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”.
Vediamo quindi le modalità pratiche di funzionamento del Bonus Psicologo.
Come accedere al Bonus Psicologo 2022
Gli psicoterapeuti interessati comunicheranno l’adesione all’iniziativa all’ordine professionale di appartenenza.
Quest’ultimo comunicherà al Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi tutti i nominativi per la formazione dell’elenco nazionale.
Questo elenco sarà trasmesso all’INPS e sarà consultabile dagli utenti attraverso il sito INPS, il sito del CNOP e i siti degli ordini delle regioni e delle province autonome.
Il bonus sarà riconosciuto, una sola volta, a favore dell’utente con un reddito ISEE non superiore a 50.000 euro.
Il beneficio sarà fino a 50 euro per ogni seduta di psicoterapia e saranno sostenuti maggiormente gli utenti con ISEE più basso.
A seconda del livello ISEE, il beneficio potrà essere con importi di 200, 400 o 600 euro.
Bonus psicologo: come fare la richiesta
La richiesta del bonus dovrà essere effettuata in modalità telematica all’INPS.
Entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto attuativo nella Gazzetta Ufficiale, l’INPS e il Ministero della salute, comunicheranno la data a partire dalla quale sarà possibile presentare le domande di accesso al bonus e il periodo di tempo entro il quale presentarle.
All’atto della presentazione della domanda, la piattaforma INPS individuerà automaticamente il codice fiscale del richiedente, nonché la regione o la provincia autonoma di residenza e i dati di contatto.
L’utente verrà inoltre informato della presenza o meno di una DSU (dichiarazione sostitutiva unica) valida.
In caso di presenza di una DSU valida la domanda verrà acquisita.
L’assegnazione del bonus sarà garantita in base all’ordine di arrivo delle domande, prioritariamente alle persone con ISEE più basso.
A conclusione del periodo di presentazione delle domande, l’INPS redigerà le graduatorie e individuerà i beneficiari sulla base dell’ammontare delle risorse disponibili.
Successivamente l’INPS comunicherà ai beneficiari l’accoglimento della domanda.
Contestualmente assocerà e comunicherà a ciascun beneficiario un codice univoco che dovrà essere comunicato allo psicoterapeuta scelto.
Il beneficio dovrà essere utilizzato entro 180 giorni dalla data di accoglimento della domanda.
Bonus psicologo: come funziona il pagamento
Lo psicoterapeuta scelto dall’utente accederà alla piattaforma e, verificata la disponibilità dell’importo della propria prestazione, ne indicherà l’ammontare inserendo la data della seduta concordata.
L’ INPS comunicherà al beneficiario i dati della prenotazione.
Lo psicoterapeuta, erogata la prestazione, emetterà fattura intestata al beneficiario della prestazione indicando nella stessa il codice univoco attribuito, associato al beneficiario, e inserirà nella piattaforma INPS: il medesimo codice univoco, la data, il numero della fattura emessa e l’importo corrispondente.
L’INPS comunicherà al beneficiario l’importo utilizzato e la quota residua.
Successivamente l’INPS, provvederà alla remunerazione delle prestazioni effettivamente erogate dagli psicoterapeuti e per le quali sia stata emessa regolare fattura, entro il mese successivo a quello di emissione, tramite accredito diretto sul conto corrente comunicato.
Malgrado il meccanismo possa risultare a prima vista un po’ “impegnativo”, l’iniziativa del Bonus Psicologo sembra confermare una graduale maggiore attenzione al benessere degli italiani.
“Per l’Italia, in un contesto in cui la pandemia ha influito pesantemente sulla salute mentale delle persone, l’iniziativa del Bonus Psicologo diventa comunque un primo importante segnale positivo“, dice la dottoressa Cristina Mitola, psicologa di Bari.
Bonus psicologo 2022: i passaggi per inoltrare la domanda
Il decreto attuativo per il Bonus Psicologo è stato firmato dai ministeri competenti e presto approderà in Gazzetta Ufficiale.
Per richiederlo:
- Per richiedere il Bonus è necessario essere in possesso del proprio Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.
- Puoi richiedere il calcolo dell’Isee gratuitamente presso i CAF. Oppure compilare la DSU sul sito dell’INPS.
- Se l’Isee è inferiore a 15mila euro l’importo massimo è di 600 euro. Se è compreso tra 15mila e 30mila euro è di 400 euro. Tra 30mila e 50mila di 200 euro.
- L’importo per ogni seduta è di 50 euro.
- Una volta che conoscerai i parametri dovrai entrare nel sito per inoltrare la domanda. (Si è ancora in attesa che l’INPS lanci il portale dedicato).
- Troverai l’elenco dei professionisti accreditati. Se già ti sei rivolto a un professionista, verifica che aderisca alla campagna.
- Una volta presentata la domanda l’INPS ti comunicherà l’esito, fornendoti un codice univoco da utilizzare entro 180 giorni presso il professionista che hai scelto o col quale hai già iniziato un percorso.
- Di seduta in seduta il professionista verificherà la quota residua del Bonus Psicologo.
Salute mentale: lo studio
TherapyChat, piattaforma di psicologia online, ha realizzato uno studio sullo stato della salute emotiva degli italiani dai cui risultati emerge un peggioramento piuttosto diffuso del benessere mentale delle persone, evidenziato dal 35% degli intervistati.
In particolar modo questo dato raggiunge il 40% tra gli individui di età compresa tra i 30 e i 44 anni, i quali descrivono il proprio stato emotivo come pessimo o insufficiente.
Solo nell’ultimo anno infatti, 4 italiani su 10 hanno affermato di aver provato molto spesso sensazioni negative come ansia, stress, nervosismo e stanchezza cronica.
Una delle cause di un simile stato mentale è sicuramente la preoccupazione, sperimentata da oltre il 52% degli italiani.
In particolare, se si osservano le caratteristiche socio demografiche, si nota che sono le donne a dire di provare più degli uomini delle sensazioni negative, con degli scarti anche superiori ai 20 punti in certi casi.
Negli adulti, la principale fonte di questo malessere sono legate a questioni di natura economica (20%), mentre negli individui under 30, prevalgono le problematiche emotive (23% contro l’8% dei 45-64enni).
È interessante anche il dato relativo al titolo di studio: ogni cinque laureati, due lamentano di aver avuto come principale preoccupazione nel corso dell’anno problemi legati al lavoro, come mobbing o instabilità dovuta alla situazione precaria lavorativa.
La ricerca di un supporto psicologico
È innegabile che ci sia ancora uno stigma, accompagnato da pregiudizi e stereotipi, legato alla ricerca di un supporto psicologico: la maggior parte degli italiani preferisce rivolgersi per lo più ai familiari (61%) o agli amici (27%).
Il ricorso al supporto degli amici è prevalente tra le donne (32%) e gli under 30 (42%).
Dai risultati del report emerge anche che il 40% degli intervistati ha sentito il bisogno di rivolgersi a uno psicologo nel corso dello scorso anno.
Tuttavia, solo il 12% di loro ha deciso effettivamente di iniziare un percorso di terapia, a riprova del fatto che questo sia ancora considerato un argomento tabù per la società.
Il 10% degli intervistati, infatti, ammette di non ritenere utile l’intervento di un professionista, mentre il 15% non sa a chi rivolgersi o non è abbastanza informato sul ruolo di psicologi e terapeuti.
Un altro dato che emerge è come la maggior parte (65%) degli individui che hanno espresso la volontà di rivolgersi a uno psicologo per problemi legati al proprio stato emotivo abbia tra i 18 e i 29 anni.
Non stupisce, quindi, che questa categoria di utenti sia anche quella meno predisposta a iniziare un processo di terapia principalmente per ragioni economiche (37%).
A questo aspetto, si aggiunge anche una maggiore difficoltà nell’esprimere e manifestare le proprie preoccupazioni, preferendo l’isolamento o adottando la filosofia dello “sto bene, grazie”, nella speranza di eludere i pregiudizi diffusi sul tema della salute mentale.
Salute mentale e pandemia: in aumento del 25% i disturbi d’ansia e depressione
La pandemia da Covid-19 rappresenta una “ferita” che ha profondamente influenzato i sistemi sanitari, economici e le politiche di welfare e di well-being a livello globale.
Un’indagine realizzata in Italia dalla rete COvid Mental hEalth Trial (COMET) durante il primo periodo di isolamento (marzo-maggio 2020) aveva già evidenziato l’impatto che questa condizione stava avendo sulla salute mentale della popolazione italiana.
Quasi la metà del campione intervistato (il 41,6%) riferiva di sentirsi almeno moderatamente stressato dalla situazione, mentre il 17,6% accusava sintomi d’ansia e il 12,4% dichiarava di riportare sintomi depressivi gravi o estremamente gravi.
Secondo gli ultimi dati pubblicati, i disturbi d’ansia e depressione sono aumentati del 25% nel mondo a causa della pandemia.
ll diffondersi di fenomeni come solitudine, paura del contagio, sofferenza per sé e i propri cari e preoccupazioni finanziarie hanno portato il 90% dei Paesi intervistati dall’OMS a impegnarsi per potenziare il supporto psichico e psicologico fornito dai sistemi sanitari nazionali.
Salute mentale e lavoro
Le patologie mentali influiscono sull’assenza dal lavoro, sulla disabilità e sul pensionamento anticipato e, di conseguenza, incidono sui costi di produttività con forti ripercussioni sul tessuto sociale.
Nel 2007 i costi in Europa di produttività dell’assenteismo dovuto a patologie mentali ammontavano a 136 miliardi di euro, pari all’incirca a 624 euro per persona occupata nell’UE nello stesso periodo.
Sul totale di questi costi, 99 miliardi di euro sono riconducibili a depressione e a disturbi legati all’ansia.
La pandemia ha accelerato un cambiamento già in atto da parte delle aziende, che ha portato l’attenzione al benessere psico-fisico delle proprie persone al centro delle strategie di sviluppo e organizzazione post- Covid.
Dalle politiche di welfare si è passati ad affermare un concetto più ampio, quello di well-being, che tiene conto delle esigenze dei singoli collaboratori e richiede quindi un forte elemento di personalizzazione e differenziazione dei servizi offerti.
“Oggi più che mai un’organizzazione aziendale non può permettere che dimensioni importanti come il benessere fisico e psichico delle proprie persone siano trascurate”, dice Raffaella Maderna, People&Communication Director di Lundbeck Italia.
Infatti, secondo uno studio ISTAT, la condizione lavorativa e l’ambiente di lavoro sono fattori determinanti per la salute mentale.
Inattivi e disoccupati tra i 35-64 anni riferiscono più spesso disturbi di depressione o ansia cronica grave (10,8% e 8,9%) rispetto ai coetanei occupati (3,5%).
Il contest “CEOforLIFE Lundbeck Awards: la salute parte dal cervello”
Consapevole dell’importanza della tutela della salute mentale, oggi più che mai, Lundbeck Italia, in collaborazione con CEOforLIFE, ha deciso di dare il proprio contributo e lanciare i “CEOforLIFE Lundbeck Awards: la salute parte dal cervello”, un contest rivolto alle aziende impegnate in progetti che tutelano, prevengono e promuovono la salute mentale nei contesti lavorativi.
Dal 2 maggio al 20 luglio 2022 le aziende che hanno messo al centro delle loro strategie aziendali l’attenzione alla salute mentale dei propri collaboratori e al loro equilibrio psico-fisico, potranno candidare il loro progetto e diventare una best practice nella diffusione di una cultura organizzativa inclusiva, contribuendo così a creare ambienti di lavoro in cui sia normale e “socialmente accettato” parlare di benessere e salute mentale.
“L’impatto della pandemia ha reso ancora più evidente come la salute mentale costituisca parte integrante del benessere delle persone e, di conseguenza, ha fatto emergere con maggior forza il bisogno di impegnarsi in azioni concrete che mirino alla cura e alla prevenzione delle patologie psichiche”, spiega Giordano Fatali, Founder di CEOforLIFE.
“Per questo motivo, abbiamo deciso con Lundbeck Italia di realizzare i CEOforLIFE–Lundbeck Awards, uno spazio in cui le aziende che maggiormente stanno investendo sulla salute delle proprie persone, potranno dare voce alle iniziative promosse per rompere lo stigma legato al tema del disagio mentale”.
Il 10 ottobre a Roma, nell’ambito della Giornata Mondiale della Salute Mentale, si terrà la Cerimonia di premiazione dei progetti candidati al contest, durante la quale le aziende potranno confrontarsi e dialogare con esperti del mondo scientifico, associazioni e Istituzioni su strumenti e attività di sensibilizzazione sul tema della salute mentale e del well-being.