Displasia dell'anca

Che cos’è la displasia dell’anca del neonato

Chiamata anche displasia congenita dell’anca o lussazione congenita dell’anca, la displasia dell’anca è una problematica abbastanza comune nel neonato, soprattutto di sesso femminile. Nella maggior parte dei casi viene riconosciuta in età infantile, ma può anche succedere che si arrivi all’età adulta senza aver identificato o trattato correttamente il problema.

Com’è fatta l’articolazione

Per capire che cos’è la displasia dell’anca occorre conoscere più da vicino l’anatomia della regione. L’anca è una delle due ossa dell’articolazione coxo-femorale, che unisce il femore (osso della coscia) all’osso dell’anca appunto. L’osso dell’anca partecipa all’articolazione con l’acetabolo o cotile, una cavità articolare emisferica, mentre il femore partecipa con la testa femorale che è costituita da una sfera piena. Il bordo dell’acetabolo è rivestito dal labbro acetabolare, una sorta di guarnizione dell’articolazione, che trattiene il liquido sinoviale laddove più serve la sua azione lubrificante e nutritizia. Inoltre, garantisce una maggiore stabilità all’articolazione, si comporta da “paraurti” tra il collo femorale e il bordo dell’acetabolo e sopporta parte del carico.

In che cosa consiste la displasia dell’anca

La displasia dell’anca è una deformità articolare che inizia già durante la vita intrauterina e continua a evolvere durante i primi anni di vita. Si caratterizza per un’instabilità, ossia un’eccessiva lassità dell’articolazione. Come conseguenza, la testa femorale esce e rientra nella cavità acetabolare. Se l’instabilità non viene trattata, con il tempo la testa femorale perde gradualmente i rapporti con il cotile e risale verso l’alto, creando una lussazione permanente dell’anca.

I principali fattori di rischio

Non si sa quale sia la causa scatenante della displasia dell’anca, ma si conoscono alcuni fattori di rischio, come:

-la predisposizione genetica,

-la lassità capsulo-legamentosa,

-la presentazione podalica a ginocchia estese al momento del parto,

-la posizione ad anche addotte ed estese (con le cosce unite tra loro e completamente distese), come accadeva in passato con la fasciatura del lattante.

Tutti i sintomi

I sintomi e le manifestazioni della displasia dell’anca cambiano a seconda dell’età. Nel neonato l’instabilità tipica della displasia dell’anca non dà particolari sintomi, al punto che nella maggior parte dei casi il problema viene identificato solo in seguito a una visita ortopedica pediatrica o a un’ecografia della zona. Ecco perché si consiglia di eseguire questo esame entro le primissime settimane di vita. Nel bambino più grandicello, ma che ancora non cammina, si può notare che le due ginocchia non sono allo stesso livello (quando è sdraiato sulla schiena). Nel bambino che cammina, invece, l’arto interessato si accorcia e subentra quindi una zoppia, per cui il piccolo è costretto a camminare sull’avampiede. Nell’adulto, le cose cambiano a seconda del fatto che l’anca sia lussata o meno. Nel primo caso possono comparire alterazioni a carico della colonna e del ginocchio, che devono compensare. Se, invece, l’anca non è lussata può subentrare un’artrosi severa con accorciamento dell’arto.

Le cure per la displasia dell’anca

Anche i trattamenti indicati per risolvere la displasia dell’anca variano in relazione all’età. Quando la malattia viene scoperta in età infantile, si possono utilizzare appositi divaricatori o tutori, in grado di mantenere le anche nella posizione corretta. L’importante è che il bambino tenga sempre le gambine il più possibile divaricate verso l’esterno. Raramente, e in genere solo se la diagnosi è tardiva, sono necessarie manovre di riduzione e successive ingessature. Negli adulti occorre tenere sotto controllo il peso ed evitare quelle attività che gravano sugli arti inferiori, come la corsa. È bene anche mantenere un buon tono muscolare dei glutei. Nelle situazioni più complesse si può ricorrere all’intervento chirurgico. In alcuni casi, si procede tagliando le ossa dell’articolazione e riorientandole. In altri casi, l’unica soluzione è la protesi dell’anca.

 

About Silvia Finazzi

Giornalista freelance dal 2001, giornalista professionista dal 2008, web writer e copywriter dal 2010, scrive principalmente di salute, medicina, attualità, benessere, tecniche naturali, alimentazione, psicologia e maternità. Attualmente, è caporedattore del free press Io Bimbo Magazine, collabora con il sito www.bimbisaniebelli.it, il magazine www.modaacolazione.com, il settimanale Viversani&belli e il mensile Come Stai. Inoltre, svolge attività di web writer, content editor e copywriter per diverse aziende. Ha scritto diversi libri e volumi e ha vinto quattro premi giornalistici.

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