Gaslighting è la parola del 2022: cos'è e come riconoscere i segnali d'allarme

Gaslighting è la parola del 2022: cos’è e come riconoscere i segnali d’allarme

Ora si chiama gaslighting, ma il significato non è mail cambiato. Si riferisce al fenomeno della manipolazione psicologica, il cui termini è ispirato al titolo e alla trama del film con Ingrid Bergaman che in italiano è stato tradotto non a caso, in “Angoscia”.

Il termine indica la manipolazione psicologica a cui si può essere sottoposti da parte di un narcisista che, facendoci dubitare delle nostre percezioni ed emozioni, ci impone la sua volontà.

“È più frequente di quanto si creda”, spiega Enrico Zanalda, psichiatra e Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense, “e determina nella vittima uno stato di confusione emotiva che è un preludio dell’adesione passiva alla volontà dell’induttore.

Il perché sia diventata la parola più cliccata nel 2022 deriva forse dal fatto che vengono messe in rete molte “fake news” che fanno dubitare della realtà con il proposito appunto di manipolare i destinatari dei messaggi”.

In che cosa consiste esattamente il gaslighting?

Si tratta di un abuso psicologico, una violenza domestica tipica delle relazioni tossiche in cui il manipolatore altera la percezione della vittima in modo che quest’ultima metta in dubbio sé stessa e i propri pensieri.

“Ti fai troppi film”“sei sempre sulla difensiva”, “come sei sensibile” o “cerchi sempre il lato negativo dove non c’è” sono frasi comunemente usate per screditare le esperienze e le emozioni di una persona vittima di questa manipolazione.

“A differenza di una persona con disturbo istrionico di personalità (che in realtà è estremamente sensibile) una vittima di gaslighting viene portata a dubitare di sé stessa e accusata di estrema suscettibilità e sensibilità attraverso micro-aggressioni quotidiane, atte a creare insicurezza e provocare nella persona una dissonanza cognitiva, cioè un conflitto interno, portando i suoi comportamenti e le sue convinzioni a entrare in contrasto tra loro”, spiegano gli esperti di TherapyChat, piattaforma di psicologia online.

Perché non ci accorgiamo di essere vittime di gaslighting?

Spesso è dovuto al fatto che si tratta di una manipolazione graduale e sistematica che passa inosservata, che avviene lentamente, ma che provoca conseguenze psicologiche rilevanti.

Prima di poter individuare questo fenomeno, è essenziale conoscere le fasi in cui questo fenomeno si sviluppa.

  1. Idealizzazione

Il periodo iniziale è caratterizzato da un’apparente serenità, in cui il gaslighter proietta un’immagine di sé irrealistica, lodando e professando i propri sentimenti nei confronti della vittima in maniera decisa, quasi mettendola su un piedistallo. Questo fenomeno è conosciuto come lovebombing.

  1. Svalutazione

Una volta raggiunto questo falso senso di sicurezza e di benessere, inizia la fase della svalutazione. “La vittima passa dall’essere adorata all’essere messa in discussione, uno stravolgimento che porta quest’ultima a sforzarsi di risolvere i conflitti assumendosi la colpa e mettendo in dubbio il proprio giudizio”, dicono gli esperti. È in questa fase che il manipolatore ne approfitta per allontanare la vittima dalla famiglia e dagli amici, allo scopo di isolarla dalla sua rete di supporto e renderla sempre più dipendente a sé stesso, promuovendosi come l’unica persona affidabile e razionale su cui può contare. Altre strategie utilizzate sono la proiezione, in cui il manipolatore accusa costantemente la vittima delle proprie menzogne, e l’ostruzionismo, che vede il gaslighter attuare il trattamento del silenzio nei confronti della vittima, ignorandola completamente come forma di punizione.

  1. Astensione

Tutto questo porta alla fase in cui il manipolatore “respinge” la vittima ed evita del tutto di interagire con lei, un fenomeno noto come ghosting, in cui il gaslighter scompare o si dilegua senza dare spiegazioni.

Il risultato? La vittima non si fida del proprio giudizio ed è oppressa da sensi di colpa e rimpianti, arrivando spesso a sviluppare una bassa autostima, ansia, stress e a volte anche depressione.

Non è un reato ma può essere collegato ad altri reati

Esistono implicazioni anche a livello giuridico che sono poco conosciute.

“Questo tipo di manipolazione psicologica è subdolo, lento e nell’accezione tradizionale del termine, avviene in una relazione in cui si distingue il manipolatore e il manipolato.

Quest’ultimo, dubitando delle proprie emozioni e convinzioni, arriverà ad aderire totalmente alla visione della realtà del manipolatore e sarà così in suo potere nella ricerca delle gratificazioni”, dice Zanalda.

“Di per sé non può essere considerato un reato ma può essere collegato a reati quali maltrattamenti, stalking o truffe.

Nel caso in cui tra “abusatore” e vittima vi sia a un’evidente asimmetria culturale o di salute mentale si può ravvisare il reato di circonvenzione di persona incapace ai sensi dell’art. 643 del codice penale, per infermità o deficienza psichica”.

Perché mantenere la propria individualità

“In ogni caso è sempre bene diffidare dalle relazioni che divengono totalizzanti velocemente: meglio mantenere quella gradualità di frequentazione che ci permette di confrontarci con le altre persone, in modo da mantenere la nostra individualità”, dice l’esperto.

“Attenzione perché il narcisista maligno è abile nel scegliersi le vittime e a individuare le strategie per approfittarsene”.

Come individuare e riconoscere i segnali di allarme del gaslighting

Numerosi e riconoscibili i segnali da monitorare.

“Un esempio è il costante discredito dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni, con critiche più o meno subdole.

Poi c’è l’isolamento che esclude dalle altre relazioni, attraverso una gelosia sempre più manifesta.

Indicativo anche il dubbio che ci racconti delle bugie poi negate dallo stesso”, spiega Zanalda.

“Sono frequenti i casi di truffe romantiche in cui individui soli vengono coinvolti in una relazione amorosa a distanza che presto o tardi diventa una continua richiesta di denaro.

Purtroppo chi rimane vittima di queste situazioni non le denuncia perché quando se ne rende conto si vergogna di “essere stato così stupido o credulone”.

Il modo migliore però per superare il senso di colpa è denunciare il manipolatore e diffondere l’esperienza negativa in modo che aumenti la consapevolezza generale di queste possibilità di incontri pericolosi”.

“Trattandosi di un processo manipolatorio lento e a tratti impercettibile, non sempre è facile rendersene conto in tempo.

Per questo, abbiamo raccolto una serie di esempi di micro-aggressioni quotidiane tipiche dei gaslighter che possono aiutarci a riconoscere il fenomeno prima che sia troppo tardi”, dicono gli esperti di TherapyChat.

  • Il linguaggio

Si tratta di parole accusatorie, spesso sprezzanti e infondate. I gaslighter tendono a minimizzare e invalidare l’esperienza dell’altra persona e di dipingere la vittima come drammatica o esagerata. In genere le frasi più usate sono: “Ti stai confondendo di nuovo“, “È colpa tua“, “Hai bisogno di aiuto” e “Stavo solo scherzando“.

  • Stato di rifiuto permanente

È tipico per i manipolatori evitare di ammettere i propri errori, nascondendosi sempre dietro al “non è così” o “hai interpretato male“, indipendentemente dal fatto che ci siano o meno prove del contrario. Il gaslighter insisterà sul fatto che è l’altra persona a sbagliare, seminando il dubbio nella vittima.

  • Creazione di instabilità emotiva

Il gasligher tende a passare dal criticare e biasimare la vittima per qualsiasi cosa (“Sei sempre la stessa“) ad adularla e ricattarla emotivamente (“Nessuno ti amerà quanto me“) e così via. Queste montagne russe emotive cercano di compensare un comportamento tossico con uno falsamente positivo, causando il potenziale sviluppo di un disturbo emotivo e psicologico nella vittima.

  • Isolamento

Il manipolatore allontana tutti coloro che potrebbero incriminarlo o smascherare la sua farsa. Cerca di mettere la famiglia e gli amici contro la vittima, sostenendo che i suoi cari non fanno altro che criticarlo e sminuirlo. Questo porterà allo sviluppo di una co-dipendenza tossica tra il manipolatore e la vittima, che sarà perpetuata dall’isolamento sociale.

Come uscire da una relazione in cui è presente una dinamica di gaslighting?

Una volta essere riusciti a riconoscere la situazione in cui ci troviamo, è importante agire immediatamente. La strategia ideale sarebbe quella di allontanarsi il più possibile dal manipolatore, ma a volte può non essere così semplice.

Di seguito, qualche suggerimento utile per intervenire in una relazione di gaslighting:

  • Registrare le informazioni

Un’attività semplice come tenere un registro delle interazioni o trascrivere le emozioni e le esperienze può fornire tranquillità e può prevenire la dissonanza cognitiva o il conflitto interno tra pensieri ed emozioni.

  • Stabilire dei limiti

Se una situazione causa troppo disagio, può essere messa in pausa e ripresa in un altro momento o interrotta definitivamente. In questo senso, è importante sottolineare che la dignità di ogni essere umano deve essere rispettata ed è nostro dovere garantire il rispetto di noi stessi.

  • Evitare la co-dipendenza

Che si tratti di una coppia, di amici o di familiari, una relazione co-dipendente non è sana. La relazione più duratura di ogni essere umano sarà quella con sé stessi ed è di questa che dobbiamo prenderci cura. Dobbiamo partire dal presupposto e accettare che la nostra felicità dipenderà solo da noi stessi e, pertanto, prendersi cura del nostro benessere generale deve essere una priorità.

  • Lavorare sull’autostima

Un modo per mettere a tacere la voce interiore negativa è la ristrutturazione cognitiva. Con questa tecnica cerchiamo di “smontare” il pensiero negativo e di trasformarlo in uno positivo. Per ogni pensiero intrusivo e improvviso (“le mie emozioni sono esagerate”), dobbiamo fornire un pensiero alternativo positivo (“le mie emozioni sono valide”).

  • Cercare il sostegno dei propri cari

Gli amici e i familiari potranno fornire un’altra prospettiva su ciò che sta accadendo e un conforto nei momenti di difficoltà. È importante non fuggire da queste interazioni e permetterci di essere vulnerabili con loro.

  • Chiedere aiuto

Uno psicologo vi aiuterà a gestire questa situazione conflittuale e vi fornirà gli strumenti necessari per affrontare e superare gli ostacoli e le conseguenze del gaslighting.

 

 

 

Immagine copertina di RODNAE Productions https://www.pexels.com/it-it/foto/luce-moda-amore-persone-6670149/

About Rita Tosi

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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