Claire Keegan è una scrittrice irlandese, nata nel 1968 nella Contea di Wicklow, testimone delle vicende storiche e politiche che hanno investito la sua terra e hanno determinato profondi mutamenti sociali.
Particolarmente legata al racconto, alla narrazione breve, tratteggia con le sue parole scenari dai quali traspaiono sentimenti di stanchezza emotiva, difficoltà comunicative, desideri inconfessati di fughe in qualsiasi altrove che sia diverso dal quotidiano.
L’Irlanda rurale è lo sfondo naturale su cui si muovono i suoi personaggi, un’Irlanda che ammalia il viaggiatore che la scopre ma soffoca nel tedio e nella impossibilità del cambiamento chi ci vive, schiavo di meccanismi ancestrali.
Così le figlie vogliono fuggire da padri padroni che abusano di loro, uomini spezzati dal lavoro cercano mogli senza conoscere l’amore, vite comuni naufragano all’improvviso precipitando nel baratro dell’imprevedibile.
I racconti di Claire Keegan, premiati anche col Premio Rooney per la letteratura irlandese, lasciano poco spazio all’ottimismo facile, alla possibilità di cambiare sostanzialmente una vita poco soddisfacente, ma scavano nel profondo per portare alla luce le sfumature di ogni personaggio, con le luci e le ombre che lo accompagnano.
In questo panorama di pessimismo empirico, basato su una lucida visione della realtà, emerge con la sua unicità l’ultimo lavoro della scrittrice, “Piccole cose da nulla”, un romanzo breve in cui a contrastare ciò che domina dall’esterno la vita del protagonista sono i suoi sentimenti, la sua umanità recuperata nonostante tutto.
Il Natale di Claire Keegan
A New Ross, una cittadina irlandese i cui abitanti conoscono i segreti di tutto e di tutti, manca ormai poco al Natale: siamo nel 1985, l’Irlanda è ancora uno dei paesi più poveri della comunità europea, il suo prepotente sviluppo è ancora di là da venire.
Il freddo è un nemico feroce da combattere, quando si è poveri, chi può scaldarsi lo fa col carbone, le zolle di torba, il legname, sempre che se lo possa permettere.
A New Ross vive Bill Furlong, commerciante di carbone e legname, lavoratore instancabile attento alle esigenze dei suoi clienti e della sua famiglia tutta al femminile, una moglie e cinque figlie.
A casa lo vedono poco, il lavoro lo assorbe totalmente, ma non lo ha indurito come è successo a molti suoi connazionali: i suoi dipendenti sono pagati con regolarità, chi non può saldare il carico ottiene dei pagamenti dilazionati, per le sue figlie ci sono la scuola alla St Margaret , il coro, la musica.
Alla sera, a letto con sua moglie, non riesce a tenere fermi i suoi pensieri, che vagano in mezzo a piccole cose da nulla, riflessioni sui suoi concittadini, sulla precarietà del lavoro, sui segnali della povertà incombente.
Claire Keegan si muove tra le case e le strade di New Ross attenta a ogni cambiamento, a ogni impercettibile segno di felicità, come può essere l’accensione delle luci di Natale.
Si preparano i dolci, si addobba l’albero, si scrivono le letterine a Babbo Natale che, una volta lette dai genitori, finiscono nella stufa, ma l’atmosfera non è serena, come non lo è Bill Furlong, che sta provvedendo alle ultime consegne prima delle festività.
La vita non gli ha fatto sconti: figlio di una ragazza madre, non ha mai saputo chi fosse suo padre e deve la sua stessa esistenza alla generosità della signora Wilson, presso la quale sua madre lavorava come domestica.
Invece di cacciarla, le aveva offerto la possibilità di crescere il figlio continuando a lavorare, sottraendo entrambi a un destino crudele, quello delle Magdalene Laundries, conventi adibiti a lavanderie dove venivano inviate le donne macchiatesi di colpe inaccettabili da una società bigotta e perbenista.
Una pagina oscura della storia irlandese
Claire Keegan sottolinea che la sua è una storia di invenzione, ma le Magdalene Laundries purtroppo non lo sono state.
In questi istituti, l’ultimo dei quali fu chiuso nel 1996, venivano ricoverate ragazze orfane, figlie di genitori indigenti, ma anche vittime di stupro, ragazze madri a cui venivano sottratti i figli a volte venduti a facoltose famiglie americane, donne in qualche modo considerate peccatrici e quindi destinate all’espiazione attraverso un durissimo lavoro all’interno delle lavanderie.
Chi sapeva taceva, faceva finta di nulla, si adeguava a una realtà scomoda in mano a una classe potente, quella ecclesiastica.
In questi istituti-carceri i bambini morivano di stenti, i loro corpi vennero portati alla luce alla fine degli anni Novanta, quando l’ipocrisia imperante non riuscì più a nascondere i fatti avvenuti.
A questa drammatica realtà, a quanto sembra conosciuta e ignorata dalle complici istituzioni politiche del tempo, si aggancia la storia di Claire Keegan, capace di trattare con delicatezza e rispetto un argomento tanto spinoso e ignorato dalle coscienze del tempo.
La coscienza umana come strumento di salvezza individuale e collettiva
A fianco della scuola frequentata dalle figlie di Furlong c’è il convento delle suore del Buon Pastore: gestiscono un istituto correzionale femminile che dà alle ragazze un’istruzione di base, oltre a una lavanderia che funziona a pieno ritmo, come tutte le Magdalene Laundries.
Questo è ciò che appare in superficie e a New Ross nessuno vuole indagare oltre, mettendo a tacere i propri sensi di colpa.
Proprio al convento Bill Furlong deve fare una delle ultime consegne prima di Natale, ed è qui che si trova davanti ad uno spettacolo orribile, che si conficca come un chiodo nella sua coscienza sopita.
Non ha che due possibili strade da percorrere: ignorare ciò che ha visto, la sofferenza, la paura, l’ipocrisia , la menzogna e chiudersi al caldo nella sua casa portando i doni per le bambine e le scarpe nuove per la moglie, oppure…
Oppure decidere di fare la differenza, decidere di fare ciò che non viene fatto dagli altri, di non demandare più, scegliere di credere nella giustizia e metterla in atto, restituire una parte del bene ricevuto dalla signora Wilson, abbandonare la fede fatta solo di gesti esteriori per mettere in pratica lontano da tutti i suoi veri principi .
E’ una scelta che cambia la vita, la propria e quella altrui, che getta scompiglio nella ripetuta quotidianità fatta di piccole cose da nulla, di infissi da cambiare, di pettegolezzi da aggirare, di camion da sostituire, di dignità da restituire.
Ed è qui, nella possibilità di scelta che si apre a Bill Furlong che sta la bellezza di questa piccola storia di Natale, che ci aiuta a credere ancora negli uomini e nella loro capacità di riscattarsi, a pensare che niente rimane per sempre uguale a se stesso e che gli sguardi abbassati possono infine sollevarsi e fare la differenza.
Una piccola, infinitesimale differenza, ma capace di dare al Natale il suo significato più profondo.
TITOLO : Piccole cose da nulla
EDITORE : Einaudi
PAGG: 104 EURO 13,00 (versione eBook euro 7,99)