Dall’Argentina al Piemonte, con Filippo e Jacqueline  Bonino

Dall’Argentina al Piemonte, con Filippo e Jacqueline  Bonino

Padre e figlia, un sodalizio affiatato, una complicità affettiva, una corrispondenza di pensieri: come e quanto ciò sia vero lo dimostrano le innumerevoli pagine scritte al proposito, per sottolineare gli aspetti positivi (tanti) e quelli negativi ( non altrettanti per fortuna) di questo legame.

Filippo e Jacqueline Bonino, autori a quattro mani del romanzo “ Nessuna alba è perduta”, sono padre e figlia che hanno unito le forze e le idee per dar vita ad una storia articolata e complessa , che si snoda tra l’Argentina e il Piemonte.

Papà Filippo racconta nella Nota introduttiva come nacque l’idea di scrivere insieme una storia: un suo spunto narrativo, raccontato a Jacqueline nel momento in cui sembrava aver bisogno di un forte input per andare avanti, fu raccolto dalla figlia e sviluppato con tale naturalezza da diventare un ricco romanzo, scritto a quattro mani.

Filippo Bonino, farmacista di professione, non è nuovo al mestiere di narratore, avendo al suo attivo due romanzi, ma la perfetta intesa  con la figlia è stata una scoperta tanto inaspettata quanto meravigliosa.

La storia è così scivolata via attraversando generi diversi, affiancando al poliziesco la storia d’amore, alla scrittura di indagine storico-sociale quella più intima, più memorialistica.

Dall’Argentina all’Italia è un succedersi di eventi inaspettati, a volte curiosi e altre volte difficili da accettare e metabolizzare, ma di questo nessun lettore si stupisce, nel momento in cui accetta di vedere la vita riflessa nelle pagine di un romanzo.

Storie di famiglie ferite ed offese

Filippo e Jacqueline Bonino sono piemontesi, vivono a Torino e conoscono la storia vecchia di un secolo della loro gente, che vide nella migrazione verso il Sud America la possibilità di sfuggire alla miseria, a condizioni di vita che diventavano sempre più difficili da sostenere.

I viaggi sui bastimenti che attraversavano l’Atlantico a volte erano a doppio senso, a volte a senso unico: qualcuno tornava e raccontava storie bellissime dell’Argentina, del lavoro svolto ad esempio nei mesi invernali giocando sull’alternanza delle stagioni, qualcuno non vedeva l’ora di tornare e qualcuno smetteva di dare notizie di sé e preferiva rimanere laggiù, con una nuova vita e una nuova famiglia.

Erano soprattutto le famiglie contadine piemontesi a vivere queste esperienze, i vecchi amavano narrare, nelle lunghe sere d’inverno trascorse nelle stalle per scaldarsi col tepore degli animali, ciò che avevano vissuto o sentito raccontare.

Non stupisce dunque che Filippo Bonino abbia preso le mosse da questi accadimenti, riproposti dopo l’elezione al soglio pontificio di papa Francesco: il padre Mario, ferroviere, originario di Portacomaro, in provincia di Asti, emigrò in Argentina a 20 anni, sposò Regina Sivori e da questa unione, a Buenos Aires, nacque nel 1936 Papa Bergoglio.

E’ così che i fili del destino delle famiglie a volte si intrecciano, portandole lontane e poi riavvicinandole alle loro origini, svelando loro che solo l’inconsapevolezza può essere scambiata per serenità, dal momento che troppo spesso il medesimo destino rimescola le carte e genera dolore e sofferenza là dove prima non c’erano.

Sono fili intrecciati quelli che si snodano nelle quattrocento e più pagine di cui si compone il romanzo, che si apre con un dramma familiare di incommensurabile portata: a Buenos Aires, nella villa della famiglia Delgado dove stava per essere festeggiato il compleanno dell’ultranovantenne Candido, il capostipite, un fucile di precisione ha stroncato la sua esistenza, mentre sotto altri colpi sono caduti il figlio, il genero e due dipendenti al loro servizio. Un’ultima vittima, la figlia di Candido, benchè gravemente ferita è riuscita a sopravvivere dopo essere stata affidata alle cure dei sanitari.

La vicenda privata dei Delgado non è la sola ad occupare le prime pagine del giornale Hoy, dal momento che è stato trovato morto il procuratore federale argentino Alberto Nisman, responsabile di un’inchiesta politica scottante.

Il commissario Navarro, al quale tocca portare avanti le indagini in parallelo, ha certamente un compito non facile, complicato dalle possibili collusioni presenti in entrambi i casi.

Su questo palcoscenico insanguinato deve giocare la sua tragica partita la vera protagonista di tutta la storia, Alba Gimenez, giornalista di Hoy e nipote di Candido, in vacanza mentre veniva compiuta la strage della sua famiglia.

A lei Filippo e Jacqueline Bonino hanno affidato il ruolo più importante nella vicenda, quello che la porta a reagire a quanto accaduto con la forza e la determinazione che le sono proprie e che non abbandona neanche dopo essere rimasta sola con la madre, l’unica sopravvissuta alla strage: con malcelato orgoglio e affetto paterno, papà Filippo Bonino lascia a Jacqueline il merito di aver costruito questo personaggio, capace di reggere sulla sue giovani spalle una serie di eventi molto impegnativi.

Filippo e Jacqueline Bonino, due abili tessitori di trame

La vicenda, complessa sin dalle prime pagine, non smette di dipanarsi tra colpi di scena e imprevisti, che stimolano continuamente la curiosità di chi legge, obbligandolo a tenere sempre desta l’attenzione.

Non è facile, quando si elaborano trame così complesse, non perdere di vista qualche aspetto secondario, ma Filippo e Jacqueline Bonino ci sono riusciti, prendendosi sul finire anche la libertà di ingannare piacevolmente il lettore, che proprio quando pensa di avere finalmente davanti la matassa srotolata si trova a dover fare i conti con un altro colpo di scena e un altro ancora, prima che sia scritta la parola Fine.

Per provare a risolvere il caso, il commissario Navarro, insieme al suo nuovo vicecommissario Gardini, si apre a tutte le piste possibili, a partire anche da un quadro scomparso dalla dimora dei Delgado.

Anche la cassaforte è stata aperta, ma quanto in essa contenuto non era tale da giustificare tanta ferocia, come non è chiaro perché sia stato portato via un quadro, una copia di un lavoro di Caravaggio: o almeno, questo è quanto appare ad una prima analisi dei fatti, ma spesso la realtà si rivela ben diversa dalle aspettative.

Anche Alba Gimenez, che ha deciso di lasciare il lavoro al giornale, cerca di capire cosa sia successo, cosa abbia portato tanto dolore nella sua famiglia: per cominciare, si reca in campagna, nella tenuta di famiglia, dove trova quelli che saranno i primi indizi importanti.

Mentre sua madre ha lasciato Buenos Aires per Miami, un cognome trovato tra gli appunti del nonno la spinge ad andare lontano, in Italia, in Piemonte, nel piccolo paese di Scurzolengo, per capire che cosa la famiglia Bergoglio possa avere a che fare coi Delgado.

Le vicende scorrono veloci, sempre nuovi personaggi si affacciano sulla scena, sia in Argentina, dove la polizia indaga con risultati concreti, sia in Italia, dove l’eco di quanto successo si affievolisce per dare un minimo spazio anche a sentimenti positivi.

Gli autori hanno costruito intorno a Alba, sia in Italia che in Argentina, una tela di sentimenti forti, dall’amicizia all’amore, dall’insofferenza al disincanto, con continui rimpalli di vicende tra i due Paesi.

Ciò che sembra scorrere su binari differenti e paralleli trova infine una sua spiegazione, giustifica curiosità fondate e azioni solo all’apparenza ingiustificabili, regala dopo un pirotecnico succedersi di fatti succedutisi nell’arco di mesi una risposta esauriente a tutti i dubbi disseminati in precedenza.

La vita non offre sempre finali consolatori e i due autori hanno deciso che così doveva essere anche per la loro storia e tutti i numerosi loro personaggi: qualcuno troverà alla fine il suo posto nel mondo, qualcuno sarà sbalzato via a forza, qualcuno tornerà sui suoi passi e qualcun altro finalmente riuscirà a darsi le risposte alle domande che, dal gennaio 2015 al gennaio 2017, hanno riempito i suoi pensieri.

E ai lettori rimane la certezza che nulla accade per caso, che la verità va cercata sempre nei posti più ovvi, come ci hanno insegnato i personaggi di Filippo e Jacqueline Bonino,

 Dall’Argentina al Piemonte, con Filippo e Jacqueline  BoninoAUTORI : Filippo e Jacqueline Bonino

TITOLO : Nessuna alba è perduta

EDITORE : Araba Fenice

PAGG. 430,   Euro 19,00

 

 

 

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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