Come ogni anno si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’ Ictus Cerebrale e, vista l’emergenza sanitaria, la Società Italiana di Neurologia raccomanda di non abbassare la guardia sull’ictus, ma fare attenzione ai sintomi di esordio della malattia e, in caso di sospetto, chiamare tempestivamente i mezzi di soccorso attraverso i numeri 112 o 118 per il trasporto in un Centro specializzato per la cura dell’ictus (Stroke Unit).
“Purtroppo la recente esperienza legata alla epidemia da COVID 19 ci ha dimostrato che vi è stata una riduzione degli accessi per ictus in tutta Italia durante il periodo di lockdown, probabilmente dovuta al timore di contagio intraospedaliero”, dice Massimo Del Sette, Vicepresidente Società Italiana di Neurologia.
I sintomi dell’ictus cerebrale che bisogna riconoscere
Basta uno tra i seguenti sintomi a far scattare l’allarme ictus:
- avere improvvisamente la bocca storta, non articolare bene le parole o non comprendere più il linguaggio,
- non poter più muovere un braccio e/o una gamba dello stesso lato del corpo,
- non riuscire più a coordinare i movimenti o a rimanere in equilibrio,
- non vedere chiaramente metà o una parte di un oggetto,
- presentare acutamente un mal di testa molto forte e localizzato che sia diverso dalla solita cefalea.
Le nuove linee guida per diagnosi e terapia
“Sono state pubblicate le nuove linee guida ISO-SPREAD con importanti novità sia per ciò che riguarda la diagnosi che il trattamento dell’ictus ischemico”, dice Gioacchino Tedeschi, Presidente Società Italiana di Neurologia. “Riguardano l’ampliamento della finestra di tempo per le cure sia con farmaci trombolitici, sia con la trombectomia. Sono stati ampliati anche i criteri di selezione dei pazienti candidati a queste terapie, con un conseguente aumento del numero delle persone che possono beneficiare delle cure”.
Che cos’è e i numeri
L’ictus cerebrale consiste nella occlusione (ictus ischemico) o rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale e fa registrare, solo in Italia, tra i 120.000 e 150.000 nuovi casi l’anno. In particolare, l’ictus ischemico rappresenta la prima causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte nel mondo industrializzato.
La terapia dell’ictus cerebrale
I principali strumenti terapeutici a disposizione per l’ictus ischemico sono costituiti dalla trombolisi e dalla trombectomia.
- La trombolisi sistemica consiste nella somministrazione di un farmaco in grado di disostruire l’arteria cerebrale occlusa
- La trombectomia consiste nella rimozione meccanica del trombo grazie a sistemi di aspirazione e alla introduzione di uno stent di nuova generazione introdotto attraverso un’arteria, che si apre una volta raggiunta l’arteria occlusa.
Spesso le due terapie vengono associate, poiché si è visto che il binomio terapeutico di trombolisi farmacologica sistemica e trattamento endovascolare mediante trombectomia meccanica consente di ridurre in modo significativo la mortalità e la disabilità causate dall’ictus ischemico.