Guillaume Musso si è divertito a giocare alle scatole cinesi nel suo ultimo romanzo, “La vita segreta degli scrittori”, raccontando storie che contengono storie che rimandano ad un’altra storia e così via, nelle 278 pagine in cui si snoda la vicenda.
E’ un modo per inchiodare alla pagina il lettore appassionato, ma nel contempo si corre il rischio di distogliere l’attenzione di quello che invece cerca la lettura senza intoppi, che non richiede troppo impegno né un’attenzione sempre accesa su personaggi, fatti e antefatti.
Piemontese di origine, francese sin dalla nascita, l’autore ha ormai raggiunto una fama mondiale, dal momento che i suoi numerosi romanzi (pubblica ininterrottamente dal 2001) sono tradotti in molte lingue.
A seguito del tempo trascorso da giovane negli Stati Uniti, in special modo a New York, ha avuto modo di costruirsi un suo personale paesaggio letterario che ricalca esattamente la vita reale della Grande Mela e che ha sempre una buona presa nel vecchio continente.
I suoi personaggi sono normalmente complicati, hanno esperienze di vita che rappresentano un pesante fardello da reggere sulle spalle, hanno però talora uno spiraglio di luce nella loro esistenza che rende loro noto un possibile futuro cambiamento in positivo (a volte anche troppo…).
Il noir sembra essere il genere prediletto di Guillaume Musso, che ha costruito trame popolate di vittime ed assassini, di cadaveri murati e di aerei che esplodono in volo col loro carico umano: insomma, nulla che esuli dai copioni consueti, con colpi di scena finali e soluzione degli enigmi.
Ma in alcune sue storie compare un valore aggiunto, un elemento che rende più intrigante la vicenda, sia esso verosimile, come il contorno di vicissitudini relative alla vita degli uomini politici americani, sia esso del tutto inverosimile, come la possibilità di ritornare a vivere il passato o la trasformazione di un personaggio di carta, cioè avente vita propria solo in un romanzo, in persona in carne ed ossa.
Lasciati alle spalle questi precedenti successi Guillaume Musso ha stupito i suoi lettori con una vicenda del tutto nuova, che lascia intravedere in filigrana l’influenza di autori del calibro di Italo Calvino , col suo configurarsi come un metaromanzo.
E’ un romanzo sullo scrivere romanzi, creato da uno scrittore che si confronta con scrittori immaginari impegnativi, in un gioco di specchi e di continui rimandi, scrittore che non disdegna neanche in questo caso l’opportunità di fondarsi su un omicidio e sul o sui probabili assassini.
Anche gli Stati Uniti si sono eclissati per lasciare spazio alla Francia mediterranea.
L’arte dello scrivere nel romanzo di Guillaume Musso
Il libro si apre su alcuni elementi che riveleranno solo in seguito il fil rouge che li unisce: una citazione di Umberto Eco (“Per sopravvivere bisogna raccontare storie”), una dettagliata cartina geografica dell’isola di Beaumont ( non cercatela, non esiste nella realtà), un articolo di giornale tratto da “Le Soir”, una mail di rifiuto di un manoscritto inviata da una casa editrice ad uno scrittore emergente (che non riesce ad emergere).
Ognuno di questi elementi rappresenta l’ago di una bussola che ci permetterà di orientarci nelle pagine successive, tenendo a freno l’impazienza di comprendere come e perché si siano svolti determinati fatti, dal momento che, come di regola, metteremo insieme tutti i frammenti solo nella composizione del quadro finale.
A tutto ciò occorre aggiungere una macchina fotografica che, avvolta in una busta efficacemente protettiva, ha percorso miglia e miglia trascinata dalla corrente del mare, la Croix du Sud, una straordinaria e irraggiungibile villa situata sul promontorio più orientale di Beaumont e “La rose Ecarlate”, una libreria indipendente e refrattaria al moderno sistema di distribuzione editoriale situata in Place des Martyrs, nei pressi dell’imbarcadero dell’isola.
Beaumont è un’isola mediterranea, piccola e accogliente, gelosa della propria identità e selvaggia,refrattaria al turismo di massa, dove tutti sembrano conoscere tutto di tutti, ma nonostante lo scudo protettivo che si è costruita diventa scenario di un duplice, orribile omicidio.
Com’è possibile che qualcuno l’abbia trasformata nel teatro di morti barbare e spettacolari? Chi si è accanito e perché sulla donna e sull’uomo che vengono ritrovati in luoghi diversi ma appaiono legati da un comune destino? Per capirlo in tempi brevi alla polizia non resta che isolare Beaumont trasformandola in una zona d’interdizione e impedendo a chiunque di arrivare o di partire.
La “Comedie Humaine” di Guillaume Musso
In questo contesto si muovono gli attori di quella che si rivelerà essere non una commedia ma una tragedia, ai quali Guillaume Musso ha affidato il compito di sollevare i coperchi delle sue scatole cinesi, uno dopo l’altro.
Sull’isola, alla Croix du Sud vive da vent’anni Nathan Fawles, celebre scrittore ritiratosi in esilio volontario senza voler più scrivere o pubblicare nulla, che rifiuta qualsiasi contatto ma continua ad avere sempre nuovi lettori dei suoi primi tre romanzi.
Proprio per tentare di avvicinarlo, scoprire qualcosa su di lui e soprattutto indurlo a leggere il suo manoscritto più volte rifiutato arriva il giovane Raphael Bataille, che ha accettato un posto di aiuto librario alla Rose Ecarlat e si è di conseguenza trasferito a Beaumont, pronto a stanare in qualsiasi modo lo scrittore che non scrive più.
Intorno a Fawles si è creato un mistero e a volerlo svelare è arrivata sull’isola una giovane giornalista svizzera, Mathilde Monney, che ha ottime ragioni per non darsi per vinta e invadere la vita del misantropo.
La libreria da cui ha origine il viaggio di Raphael attraverso bugie, sospetti, misteri e drammi appartiene a Grégoire Audibert, in procinto di chiuderla in quanto non in grado di contrastare la concorrenza.
E poi ci sono i cadaveri, due, sconosciuti, un cane che appartiene a Nathan e sembra essere scomparso sull’isola, un giornalista privo di scrupoli, Laurent Lafaury, che vive e lavora nel mondo virtuale dei tweet, e ancora una donna misteriosa, che sembra focalizzare l’attenzione su di sé nonostante sia solo evocata, mai presente.
Sono questi i protagonisti della surreale vicenda che si svolge a Beaumont, dove l’impronta noir dell’autore cede spesso il passo al suo divertirsi con la scrittura, trasformando Bataille nell’autore di una biografia non autorizzata su Fawles dal titolo “La vita segreta degli scrittori” che è anche (o solo?) il titolo del romanzo reale.
Quali nodi legano tra loro questi luoghi e questi personaggi? In che modo Fawles è la calamita che fa convergere sudi sé l’attenzione di tutti? Chi sono davvero questi personaggi che nascondono nomi e verità capaci di destabilizzare il piccolo universo di Beaumont?
La risoluzione dell’enigma ne porta con sé un altro e un altro ancora, personaggi che apparentemente non si conoscono intrecciano mirabilmente le loro vite, storie su storie si accavallano sino a quando, per raggiungere la verità ( ammesso che esista), occorre grattare sino in fondo ciò che nel tempo si è accumulato sulla propria anima.
I piani di lettura sono diversi, l’attenzione del lettore va portata non solo sui fatti narrati ma anche sulle citazioni da altri autori che aprono ogni capitolo e soprattutto sul finale, dove ciò che è si confonde con ciò che non può essere, dove i piani narrativi si fondono l’uno nell’altro, dove Guillaume Musso ci spiega il vero del falso, ammesso che sia possibile.
Insomma, dopo aver letto il romanzo, rileggetelo tutto, ma proprio tutto, fino a pagina 278 e proponetevi di fare vostre le letture a cui si rifanno i riferimenti bibliografici: aprire le scatole cinesi sarà molto più facile e divertente.
TITOLO : La vita segreta degli scrittori
EDITORE : La nave di Teseo
PAGG. 278, EURO 19,00 (in versione kindle euro 9,99)