Figlio d’arte , Maia Guarnaccia Molho ha sempre vissuto a contatto con la creatività: suo padre Matteo Guarnaccia è stato un grande artista e intellettuale, introducendo la cultura psichedelica in Italia e sua madre, Renata Molho, è una nota scrittrice e giornalista di moda.
Scrittore, regista, manager con all’attivo molteplici esperienze nei settori del lusso e dell’intrattenimento, figlio di due hippy convinti che lo hanno cresciuto secondo la loro filosofia di vita, ha un vissuto in cui la diversità, l’uguaglianza, il rispetto per l’altro e la natura sono stati principi base.
Maia Guarnaccia Molho è figlio di due intellettuali anticonformisti il cui nemico costante era la banalità.
Anche nella sua scrittura, nei suoi racconti di un universo sempre sull’orlo di qualche cambiamento, la banalità è bandita.
I personaggi che popolano i suoi romanzi vivono in fuga, alla ricerca di qualcosa, irrisolti nella quotidianità che raramente rassicura, più spesso crea crisi profonde.
“Chiusi dentro”, l’ultimo dei suoi lavori, non viene meno a questa filosofia e racconta di come la normalità, precipitata all’improvviso nella più inaspettata anormalità, determini il caos.
Ancora una volta, il sonno della ragione genera mostri.
Maia Guarnaccia Molho si confronta con il lockdown pandemico
Ne usciremo tutti migliori.
Tra il 2020 e il 2021 questo slogan campeggiava ovunque come un inno alla speranza, mentre la pandemia ci metteva di fronte all’imprevedibile.
E forse ci abbiamo anche creduto, vittime di un nemico comune e invisibile.
Maia Guarnaccia Molho ha scelto il periodo del lockdown, della chiusura forzata, come sfondo per il suo romanzo.
I suoi protagonisti sono chiusi dentro casa, hanno dovuto troncare i rapporti esterni e come tutti vedono in un semplice balcone una momentanea via di fuga.
In realtà essi sono anche chiusi dentro se stessi, all’interno di mura interiori che li rendono egoisti ed egocentrici, metafora dell’umanità tutta.
Di migliore oggi è rimasto ben poco, i proclami dei tempi bui troppo spesso sfumano nel nulla, anche perché dettati da una bontà apparente e fasulla.
Lo scrittore ha attraversato la porta di casa di alcuni abitanti di un condominio milanese, ha ignorato l’esteriorità ed è sceso a scavare nell’intimo di questi uomini e queste donne improvvisamente soli, come individui o come famiglie.
Al centro di tutto il meccanismo Elettra, una giovane donna borghese single per scelta, che riversa il suo amore sulla sua adorata gatta Nilde.
La pandemia le impone una prova tecnica di solitudine, proprio a lei che ha scelto di non convivere con un uomo, forte della sua indipendenza anche economica.
Può lavorare da remoto, come è successo a molti, limitando i contatti ad una sola collega, Patrizia, forse anche amica.
Il resto è silenzio, se si escludono i rari e spesso sgraditi contatti coi vicini di casa.
L’universo variegato del condominio
Il tempo del lockdown è stato per tutti un tempo sospeso, mai sperimentato, in spazi angusti improvvisamente rivissuti.
Ogni alloggio del condominio è un nucleo a sé, con le sue regole interne, di cui nessuno, neppure Elettra, si era mai interessato nel tempo precedente.
Ma ora tutto è cambiato: Maia Guarnaccia Molho dedica al tempo narrativo un’attenzione certosina, con continui spostamenti tra il presente e il passato.
Una cronaca quasi giornalistica, tutta al presente, della gestione del quotidiano si alterna a una memoria precedente, che trova nell’uso dei tempi verbali al passato una giusta lentezza.
Elettra, Clara, Ruggero, Riccardo, Brando e tutti gli altri condomini sono fissati nella ripetitività dei loro gesti meccanici, sempre uguali.
Anonimi per tanto tempo, i vicini improvvisamente non lo sono più.
Si è chiusa fuori la città con tutti i suoi inconvenienti, ma si è spalancato lo sguardo sulle famiglie che prima si conoscevano solo di sfuggita, un saluto e talora neppure quello in ascensore o lungo le scale.
Ora tutti vivono a modo loro il presente, i padroni del rottweiler Ronnie hanno l’autorizzazione a portare fuori il cane, mentre Elettra e Nilde non possono far altro che accontentarsi dei balconi o di una passeggiata sui tetti.
Ci si arrocca sempre di più in se stessi, perché questo romanzo, come dice l’autore, è una riflessione sulla solitudine, che diventa sempre più una condizione, quasi una categoria dell’umano. I personaggi hanno una notevole occasione per riuscire finalmente a concentrarsi e riflettere su chi realmente sono, anche da chiusi dentro, che in realtà è la chance di aprirsi totalmente senza remore, e mostrare la propria vera anima.
Maia Guarnaccia Molho: identità e universalità
Elettra è certamente unica nella sua identità, ma è anche simbolo di ciò che tutti sono stati in quei drammatici giorni.
I suoi contatti telefonici la connettono al mondo lavorativo, che le riserverà una brutta sorpresa, e a quello familiare, con la fastidiosa e querula presenza del fratello Rodrigo.
Telefonate intervallate dai contatti social, che non possono mancare.
Maia Guarnaccia Molho non nasconde il suo sarcasmo verso un approccio deleterio alla vita sociale, le chat di gruppo.
Solo queste sono rimaste ai gruppi, che di omogeneo hanno ben poco.
Fiumi di parole inutili, video dall’ironico al pornografico, proposte di assoluta inutilità.
Rapporti fasulli, vuoti di sostanza.
Meglio le fusa di Nilde o l’abbaiare furioso di Ronnie: gli animali di casa sono stati il supporto più sincero e diretto nei giorni del lockdown.
Le finestre spalancate aprono al mondo la vita intima dei condomini, le liti o i gemiti amorosi si stagliano netti nel silenzio forzato.
I personaggi secondari della vita di prima diventano anch’essi protagonisti, come i rider che consegnano pacchi e pizze o una strano tipo che si sposta indisturbato su un monopattino.
Erano invisibili, sono diventati protagonisti della vita reale.
Si può scoprire in modo drammatico che nel palazzo prospiciente vive una coppia di famosi – per gli altri – influencer, quando diventano protagonisti della vita vera che si svolge per strada, mentre tutti osservano dalle finestre come se ancora li vedessero dietro allo schermo del cellulare.
Elettra si scosta dalla sua apatica routine – la moka con il caffè, i piatti nel lavabo, la videochiamata con la collega, le amiche yogi – nel momento in cui sparisce Nilde, la gatta.
Rapita, uccisa, rubata, fuggita?
Difficile saperlo, ma mette in campo tutte le sue energie per scoprirlo.
Diffida di tutti, cade vittima di banali truffe, individua presunti responsabili e tesse intorno a loro la tela del ragno.
E’ nell’universo del condominio che si cela il responsabile, ne è certa, in quei labirintici alloggi che hanno sempre tenuto fuori dalla porta il resto del mondo.
Per Nilde è pronta a fare di tutto e lo farà, volendola ritrovare viva o morta (i vicini sussurrano che sia finita nei piatti dell’adiacente ristorante cinese).
Nell’esplosione finale di parole e azioni Maia Guarnaccia Molho chiude con uno sguardo cinico sulla società attuale, rappresentata nel microcosmo di un condominio milanese.
Un’illusione certificata da queste premesse, venute a galla in anonime vite uguali a tante altre.
AUTORE : Maia Guarnaccia Molho
TITOLO : Chiusi dentro
EDITORE : A&B Editrice
PAGG. 156 EURO 16,00