Manuel Bova, storia di un eterno adolescente
Manuel Bova, scrittore genovese di quarant’anni appena compiuti, ben rappresenta lo scarto fra gli appartenenti alla Generazione x e quelli della Generazione y, i Millenials.
Benchè anagraficamente classificabile tra questi ultimi, trascina con sé molti aspetti dei precedenti, come la ricerca di una identità forte, la difficile acquisizione della solidità, la lotta tra la voglia di indipendenza e la necessità di convivenza in famiglia.
I quarantenni sono sull’orlo del burrone che divide le due generazioni, si impongono di puntare lontano il loro sguardo fiero, ma incappano in molte delusioni.
Si dice che oggi la vita inizi a quarant’anni, che questa sia l’età della nascita consapevole o della rinascita.
Forse inconsapevolmente, il percorso di vita di Manuel Bova è andato in questa direzione.
Dal sogno di pilotare gli aerei deriva la sua laurea in ingegneria, poco utile in realtà per poter fare ciò che gli piace, lo scrittore l’attore, l’istruttore di Pilates e il volontario ospedaliero.
E così, nell’anno del compleanno simbolico, esce il suo primo romanzo, “Al mare non importa”, che è stato preceduto da altre due pubblicazioni, un diario legato all’isolamento da Covid e il racconto esilarante della vita dei suoi nonni reali, Gianpaolo e Desy.
Facebook, il trampolino di lancio di Manuel Bova
Chi demonizza i social per partito preso, considerandoli il Male moderno, legga la storia di Manuel Bova.
Tutto ha inizio con una pagina Facebook sulla quale l’autore decide di pubblicare un breve racconto quotidiano, i follower che aumentano a vista d’occhio, i post divertenti, ironici, a volte caustici che conferiscono nel Diario di un isolato.
In seguito arrivano i post buffi su Nonno, Nonna e Bimbetto ed ecco la seconda raccolta, I miei nonni sono fidanzati.
L’appuntamento quotidiano con Manuel Bova è ormai una necessità e una piacevolezza: lo si aspetta come il complemento necessario alla giornata che sta iniziando.
Il punto di forza è che Manuel Bova filtra le vicende del mondo attraverso i personaggi della sua famiglia, che diventano specchio di una società a volte confusa.
Nonno e Nonna vivono in un mondo che tenta di penetrare il presente, non parlano ma urlano, vorrebbero il nipote fidansato, gli telefonano continuamente, premiano il suo essere il loro deus ex machina con i soliti cinque euro.
Il grande salto di Manuel Bova
E infine il romanzo.
“Ho un cassetto piccolo ma è l’unico cassetto che ho. Ho spinto, pigiato e pressato e alla fine ci ho fatto entrare un sogno gigante. L’ho stropicciato quel sogno. L’ho preso, girato, rigirato, guardato e a me quel sogno lì calzava ancora come un guanto. Ho sfasciato quel sogno che ha avuto la pazienza di aspettarmi e dentro ci ho trovato un libro.”
Un alter ego, Massimo, si è impossessato delle sue parole e della sua vita, ma a chi lo conosce non sfugge il suo essere lì, in ogni pensiero, in ogni vicenda.
Massimo ha trentasette anni e appare come l’eterno Peter Pan.
Una laurea inutile in Scienze politiche, un lavoro poco attinente come riempire i distributori automatici di bevande e merendine, un collega amico, Giovanni, qualche fugace innamoramento.
Alla periferia di Genova, la città di Manuel Bova, Massimo si lascia vivere in questo modo: la sua vita è poco usata, più stirata che stropicciata.
Si dibatte tra problemi esistenziali ( perché su Facebook fanno a gara per definirsi tutti felicissimi?) e palpiti amorosi che durano cinque minuti e poi passano.
Vita sociale: inesistente.
“Io non voglio conoscere nessuno. Non è che l’ho deciso. È un dato di fatto”
Due donne costellano la sua vita: madre (sì, senza articolo) e Francesca, l’amante senza impegno, dato che esiste un marito.
In questo mondo surreale irrompe però all’improvviso Sara, una sconosciuta vista per caso in una sala d’aspetto e diventata l’Unica, l’imprescindibile, la Donna per antonomasia.
E deve essere sua, ammesso che riesca a sapere chi è….
Alla ricerca dell’amore
Sara diventa la tempesta emotiva perfetta, Massimo è pronto a indagare ovunque e ad abbattere tutti gli ostacoli che si frappongono tra loro.
Giovanni ascolta tutte le sue lamentazioni, i suoi paradossali progetti e prova a fargli conoscere nuove donne, senza ottenere nulla.
Sara è forse il suo unicorno, ma bisogna cercarla, perché è lei che potrà cambiare i giorni di questo apatico quarantenne, rilanciarlo nel mondo , abbattere le sue recinzioni emotive.
I giorni di Massimo scorrono sempre uguali e lo portano al Natale, il giorno del trionfo dei tortellini di madre con tutta la parentela superstite.
Non è una bella festa, per lui, diventerà pessima prima di ritornare a casa.
Nuove ansie, nuovi vuoti, nuove tristezze per Massimo: «l’unica cosa che puoi fare è accettare che la maggior parte di ciò che accade è del tutto indipendente dal nostro controllo. Le cose capitano. Noi possiamo solo adattarci.»
La vita impone incombenze dolorose e sono i momenti in cui si sopporta di meno, si agisce di impulso, di pancia e non di testa e si mette a repentaglio non tanto ciò che piace, ma ciò che è indispensabile alla quotidiana sopravvivenza: il lavoro.
E’ ciò che capita a Massimo, provato da una vita che non vuole più scorrere sui binari prescelti e deraglia, selvaggiamente.
Non vivo di cattiveria. Vivo di indifferenza: ma la rabbia è brutta cosa e bisogna imparare a gestirla.
Serve un terapeuta, subìto e non voluto, ma è proprio lì che si nasconde l’imprevedibile, la casualità che dà un senso a tutte le altre.
Leopardianamente, ogni illusione di Massimo tracolla in una disillusione, in un concentrato di giorni inutili trascorsi alla ricerca di quel qualcosa di assolutamente diverso che è l’amore vero.
Con uno stile rapido, asciutto, quasi sempre paratattico, Manuel Bova ricompone i pezzi della vita del suo protagonista, tra lavori cambiati, mariti furiosi, parenti generosamente altruisti e amiche segrete.
Se tutto era cominciato in un sala d’aspetto perché tutto non può ricominciare in un’altra sala d’aspetto, diversa dalla precedente ma nuovo luogo d’elezione?
Quando non trovi il tuo posto, ogni posto va bene. Quando non hai una direzione, ogni strada è comunque sbagliata.
Massimo trova infine una strada tutta sua, un riscatto che lo fa uscire dalla sua apatia, gli fa credere che anche se la vita ti abbatte e tu non puoi sfuggirle, devi comunque continuare a correre.
Correndo potresti incontrare una fatina, un unicorno, o forse solo una donna che saprà leggere dentro di te e restituirti al mondo.
TITOLO : Al mare non importa
EDITORE : Sperling & Kupfer
PAGG. 215 EURO 17,00 (versione eBook euro 9,99)